La Sinistra per Monfalcone sulla centrale a gas
Nota de La Sinistra per Monfalcone: “Sulla centrale Cisint (sindaca leghista di Monfalcone ndr) parla di dialogo con i cittadini, ma si dimentica di dire di aver firmato un accordo per avere una centrale a gas, la stessa che, nei vari convegni ambientalisti, sosteneva che Monfalcone non si meritasse. Ricordiamo bene il momento in cui definiva la città come un’anziana a cui mancavano dei denti e alla quale una centrale a gas avrebbe dato un ulteriore colpo di grazia; così come non abbiamo dimenticato i discorsi sul capacity market, che oggi è messo in bella mostra nelle premesse dell’accordo firmato con A2A e di cui oggi l’amministrazione si vanta. Oggi si annuncia di voler il dialogo, peccato che questo arrivi solo dopo aver già firmato un accordo che condanna Monfalcone ad avere per i prossimi cinquant’anni una centrale a gas che utilizza combustibili fossili, anche se questa non viene mai nominata. Cisint si è guardata bene dall’illustrare il progetto al Consiglio Comunale, condividendolo solo con i rappresentanti leghisti del governo Regionale e Nazionale. La sindaca dovrebbe spiegare alla città il suo voltafaccia su questo tema, che prima ha cavalcato in modo demagogico, come purtroppo ha fatto per tanti altri, firmando poi lo stesso accordo che era già stato stabilito da tempo da Regione e Sindacati, senza aggiungere nulla di più. Dovrebbe spiegare quali saranno i vantaggi reali per i monfalconesi, visto che, ad esempio, non sono previsti gli sconti in bolletta per i residenti millantati diversi mesi fa. Ma facciamo un attimo il punto per capire effettivamente che vantaggi dovrebbero derivare ai residenti da questo accordo. I Monfalconesi avevano una centrale già spenta e che sarebbe stata chiusa con impegno di bonifica del sito,; invece, guarda caso, ha ricominciato a bruciare carbone grazie al governo leghista della sottosegretaria Gava che, molto prima di Cisint, aveva preannunciato che avremmo avuto la centrale a gas. Adesso si vuole vendere come eccezionale una cosa che era già prevista, senza invece fare menzione del fatto che avremo una centrale a gas da 800 megawatt in pieno centro città, alimentata con un gasdotto di cui A2A si è impegnata a mitigare l’impatto ambientale, che prevediamo sarà rilevante, e da navi gasiere che arriveranno nel litorale e che non saranno certo una bel biglietto da visita per una città che anela ad essere meta turistica. La stazione marittima, il parco fotovoltaico, gli ormeggi e le altre meraviglie di cui ci si vanta, per non parlare della centrale a gas, stando all’accordo siglato verranno progettate e realizzate all’interno di un budget definito di 15.500.000 di euro. Nell’accordo si legge chiaramente, però, che se i soldi non saranno sufficienti per completare tutte le opere, gli obblighi di A2A saranno comunque assolti. Per non parlare poi dei tempi di realizzazione: quelli per la dismissione e bonifica del sito sono stabiliti in 4 anni e sei mesi, però non a partire dalla data dell’accordo, ma da quando si saranno conclusi positivamente “gli iter di rilascio dell’autorizzazione alla chiusura delle unità produttive 1 e 2″, che non sappiamo quando accadrà. Stessa cosa vale per la realizzazione delle opere di compensazione, che dovranno essere realizzate entro sette anni dalla chiusura dei gruppi. Insomma, abbiamo assistito al più grande bluff politico della storia monfalconese; il bluff di chi ha fatto finta di protestare contro una centrale a gas per spianare la strada ai suoi “superiori”, che avevano già deciso di farla. Così facendo sono state depotenziate le voci di protesta che credevano di avere un alleato nelle istituzioni, le quali, invece, hanno tramato per tradirli, firmando un accordo già pronto da tempo. Un bel cavallo di Troia per i Monfalconesi, che si sono visti togliere le armi da chi avrebbe dovuto difenderli. Purtroppo ci tocca ricordare che lo avevamo detto”.