La solitudine della ragione
Niente da fare, ormai sono passati più di venti giorni dall’invasione russa in Ucraina ed ancora non pare ci siano grandi spiragli per trovare una soluzione che metta fine a questa pazzia. Certo, sia da una parte che dall’altra si dichiarano aperture che però alla prova dei fatti, rivelano tutta la loro fragilità. Tornare ancora sulle origini di questo macello probabilmente a questo punto è non tanto inutile, quanto superfluo. Ciò che rimane è sottolineare il peso reale che ha l’Unione Europea che invece di provare a darsi una dimensione tangibile e trovare un suo ruolo all’interno delle dinamiche internazionali, è rimasta al palo lasciando che questioni così gravi come questo conflitto venissero gestite da soggetti che oltre ad avere grosse responsabilità nella genesi di questa guerra, non hanno neppure interesse a far sì che si arrivi ad un accordo. Intanto si continua a spedire armi all’Ucraina, che di armi ne ha già persino troppe; armi che non si sa bene dove e a chi finiranno con Buonapace di chi questi souvenir li giustifica sostenendo che servono alla resistenza e paragonando la situazione ucraina a quella relativa alla Seconda guerra mondiale. Forse sarebbe il caso di ricordare a chi sostiene questo parallelismo che gli aiuti alle resistenze in Italia, Francia, Jugoslavia, venivano dati dagli “alleati” che già erano in guerra contro la Germania e che il ruolo delle resistenze era quello di supportare l’avanzata delle loro truppe. In parole povere, chi distribuiva le armi era già pienamente coinvolto, anzi era protagonista attivo, nel conflitto. Vogliamo esserlo anche noi? Siamo in pieno delirio, viviamo in una condizione in cui la gente, la stragrande maggioranza delle persone, stentano a tirare a campare; stiamo, forse, uscendo da una pandemia che ha chiaramente mostrato le falle provocate dai continui tagli alla sanità pubblica (mica quella privata…) che hanno estrema necessità di essere tappate; il numero delle famiglie che vivono in condizioni di povertà’ aumenta vertiginosamente e cos’è che approva il nostro Parlamento? L’aumento delle spese militari. Mica di poco, ma dagli attuali circa 26 miliardi a 38 o più miliardi di Euri!!! Non è che alla fine le guerre possano servire anche a giustificare questo delirio? Lasciamo perdere anche questioni tecniche (che avrebbero il loro significato se queste spese avessero senso) tipo che l’Italia ha più generali che gli USA, o che buona parte delle spese sarebbe destinato all’acquisto di armamenti quando ai militari manca per esempio un opportuno addestramento; ma buttare al vento il 2% del PIL in questo modo e con tutte le priorità che la spesa pubblica avrebbe se solo si usasse il buon senso, a me pare un insulto alla ragione.
Ciò di cui ci sarebbe veramente bisogno, è un’iniziativa seria che cerchi una soluzione praticabile a questa dannata follia, un serio sforzo diplomatico che vada oltre le minacce reciproche, come se si trattasse di risolvere una rissa al bar tra due soggetti che vogliono dimostrare al resto degli astanti chi è più duro. Un ruolo di cui L’Unione Europea dovrebbe farsi carico se solo avesse una politica seria ed un minimo comune. Invece no, al massimo si lascia spazio ad iniziative unilaterali da parte di chi ancora crede di poter decidere anche per gli altri, leggiamo pure Germania e Francia, quando nemmeno potrebbe decidere per sé stesso. Oppure accetta di essere rappresentata nientemeno che da Polonia, Slovenia e Repubblica Ceca che, oltre che essere al massimo dei governi oscurantisti e decisamente non democratici, all’interno dell’Unione hanno un peso tutt’al più trascurabile. Sarebbe questa l’occasione per trovare una proposta comune che possa essere accettata da entrambi i belligeranti; le condizioni sono piuttosto chiare e l’Europa potrebbe davvero trovare la collocazione che le spetta e che finalmente, invece che tracciare solchi tra regioni e culture che da secoli hanno molto più in comune rispetto a quanto oggi non ci venga raccontato, possa ristabilire equilibri assolutamente possibili che diano garanzie sia ad una che all’altra parte. Situazioni e soluzioni potenziali già esistono; prendiamo ad esempio la Finlandia, Paese che giustamente ha scelto di essere neutrale, e che oggi rischia invece di essere costretta a scelte che non potrebbero fare altro che incancrenire la situazione, proprio per salvaguardare equilibri necessari. E’ chiaro, l’Ucraina non può e non deve essere inglobata nella Nato, e la Russia deve rinunciare a mire espansionistiche che non sono accettabili. Esiste un problema in Crimea, nel Donbass e Luhansk? Certo, i problemi esistono e se per la Crimea i margini per una soluzione diversa dall’accorpamento della penisola da parte della Russia ormai non ci sono, per le Regioni a maggioranza russa e che hanno già scelto da che parte stare, un’intesa che conceda magari ampia autonomia, ma che mantenga i confini internazionali integri, probabilmente potrebbe essere accettata. Naturalmente Mosca chiederà garanzie, molte delle quali giustificate (ma che non giustificano il conflitto in corso, ovviamente) e che dovranno essere seriamente discusse, certo non continuando ad armare, come è stato fatto da ben prima dell’inizio delle ostilità, l’Ucraina provocando al massimo un inasprimento dei combattimenti che non farebbe altro che produrre ulteriori vittime prevalentemente civili.
Il controllo del Mare di Azov sarà un altro punto cruciale, l’Ucraina ne ha un bisogno essenziale e la Russia vuole essere sicura che le sue vie di accesso marine non possano essere messe in discussione; sarà dura trovare un equilibrio sostenibile, ma garanzie da parte dell’Unione Europea e della Turchia possono aprire porte apparentemente chiuse. In ogni caso, la Russia non sarebbe in grado di mantenere il controllo dell’intera Ucraina soprattutto alla luce di quanto sta emergendo; ne’ l’esercito ne’ la gente ha accettato ne’ accetterebbe la perdita di sovranità a favore del controllo russo. Persino regioni in cui gli abitanti sono a maggioranza russa o russofona, hanno chiaramente dimostrato di essere contro l’invasione smentendo quanto si immagina pensassero Putin & C. Si continua a dire che l’Ucraina è Europa, ed è vero. Si dice anche che Ucraina, Russia e Bielorussia siano in realtà parenti stretti che non potrebbero non vivere assieme. Ed anche questo è vero, questi tre Paesi sono legato l’uno all’altro da cultura, storia, passato comuni. Dunque anche la Russia è Europa e dimenticarselo è un errore grave.
Naturalmente e probabilmente, una soluzione diplomatica che riesca ad appianare i contrasti e a ristabilire una convivenza che ad oggi appare problematica, va contro interessi di altri soggetti che invece avrebbe altre pretese e progetti diversi ed è per questo che sarebbe necessaria un’azione comune europea magari sotto la supervisione delle Nazioni Unite; ONU che però è sotto il giogo dei voleri di chi può in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo dichiararsi contro qualsiasi iniziativa che vada, come si diceva, contro interessi personali. Si tratterebbe però di un’occasione unica per provare a rilanciare il ruolo di un baraccone come l’ONU che fino ad oggi non ha dato certo prova di efficacia ed indipendenza. Forse provarci potrebbe avere un senso…
Doc Brino