Lago di Cavazzo, da troppo tempo la politica regionale sta sacrificando l’interesse collettivo a favore di quello privato.
Sulla questione del Lago di Cavazzo, da troppo tempo e trasversalmente, la politica regionale sta sacrificando l’interesse collettivo a favore di quello privato. Ad affermarlo in una nota è la federazione di Udine di Rifondazione Comunista . Varrebbe la pena ricordare, continua Rifondazione che gli interventi urgenti di salvaguardia che da anni chiedono i comitati carnici dell’acqua hanno sì un incontestabile valore naturalistico ma anche una preziosa indicazione circa la fruibilità del lago stesso. Nella piena fruibilità del lago di Cavazzo è infatti racchiusa la possibilità di potenziare la vocazione del turismo lento, ossia una vera e propria risorsa per le fragili economie delle aree interne. Il turismo lento inteso come segmento economico sostenibile, presidio della biodiversità, generatore di occasioni di lavoro e di un indotto importante per le economie locali. Esistono già due campeggi, uno privato ed uno di proprietà comunale, che potrebbero sicuramente lavorare molto meglio, in questo senso, se le acque del lago non fossero artificialmente raffreddate da quelle gelide provenienti dalla centrale di Somplago e, ancora peggio, colorate di caffélatte a causa dei fanghi sversati nelle giornate di pioggia. Il bypass che potrebbe evitare tutte queste criticità (compresa la trasformazione dello stesso lago, nel giro di cent’anni, in una palude) è un’opera necessaria. Altro che muri per sigillare i confini, chiosano nella nota, sigilliamo (e risolviamo positivamente) piuttosto il grave danno ambientale che dai tempi della famelica Sade si riversa sui nostri territori.
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