Lancio della campagna per l’acqua bene pubblico mondiale
L’acqua continua ad essere una merce, saccheggiata, sottoposta ad una devastante dominazione commerciale e finanziaria. L’acqua è malata ovunque, inquinata, sfruttata fino all’esaurimento delle sue fonti. I fiumi stanno morendo, i laghi si stanno prosciugando. Più di un terzo dell’acqua delle falde acquifere del mondo è inadatta all’uso umano. Più di mille bambini sotto i 6 anni muoiono ogni giorno per malattie causate dalla mancanza di acqua o dalla sua cattiva qualità. 2,1 miliardi di persone non sanno cosa sia l’acqua pulita. 4,2 miliardi di persone non hanno un bagno “protetto”.
Oggi, sembra che non ci sia modo di fermare l’appropriazione brutale e predatoria dell’acqua della Terra da parte di interessi privati avidi di denaro.
Questo 22 marzo 2021, la giornata ufficiale della dichiarazione mondiale dell’acqua, l’Agorà degli Abitanti della Terra lancia una campagna di lotta per l’acqua bene pubblico mondiale.
L’obiettivo: fermare la devastazione dell’acqua perpetrata da potenti oligarchie globali che continuano a trattare l’acqua per la vita (una volta un bene comune) come una “merce” sempre più scarsa e, quindi, redditizia. Quotando l’acqua in borsa il 7 dicembre, questi veri predatori hanno confermato esplicitamente che non hanno intenzione di cambiare il loro saccheggio dell’acqua e della natura. Nel contesto di una conseguente crescente scarsità, l’insicurezza dell’acqua è diventata una caratteristica della vita sulla nostra Terra. Fermiamo i saccheggiatori.
La campagna ha tre obiettivi principali:
– Liberare l’acqua dalla finanza predatoria, cominciando col vietare alle società quotate in borsa di speculare sull’acqua, necessaria per la vita, l’acqua per la vita, e affidando la gestione dei servizi idrici a livello di bacino a un governo pubblico comunitario dell’acqua;
– Mettere in sicurezza l’acqua garantendo la sua salvaguardia, il suo buono stato ecologico e la sua capacità di rigenerazione naturale come bene pubblico mondiale che non può essere alienato o privatizzato, riconoscendo i diritti della natura attraverso la concessione della personalità giuridica ai corpi idrici, come fiumi, laghi, zone umide, ecc.
– Togliere l’acqua dalla cultura della rivalità e della violenza promuovendo pratiche di vita, dal livello locale a quello planetario, basate sulla responsabilità comune, la condivisione, il rispetto dei diritti universali alla vita di tutti gli abitanti della Terra, la solidarietà e la fraternità. Contrariamente a ciò che sta accadendo e che certamente accadrà in assenza di un’inversione di tendenza, la resilienza deve essere collettiva, globale.