Si è aperta sabato 1 giugno a Palmanova la mostra “Giulio Candussio. Rappresentazione di una visione”, che espone nella suggestiva galleria voltata della storica Caserma Napoleonica Montesanto circa 350 opere dell’artista friulano, maestro e ambasciatore del mosaico nel mondo. Allestita attraverso un’ambientazione immersiva che racchiude tutto il mondo ispirativo di Candussio, grazie alla curatela di Antonio, architetto e figlio di Giulio, la mostra rende omaggio a una delle più importanti figure viventi dell’arte italiana, che ha saputo fare della ricerca e della sperimentazione la sua cifra costante, declinando la sua immaginazione in varie tecniche artistiche, come scultura, disegno, fotografia, pittura, design, tutte rappresentate in questo innovativo allestimento. Un progetto ambizioso, promosso dal Comune di Palmanova con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, della Società Filologica Friulana attraverso i fondi Interreg “Primis Plus” e della Fondazione Friuli, che intende mettere in relazione il centro storico della Città Stellata con le più originali tendenze dell’arte contemporanea, anche lungo nuovi itinerari di visita e di fruizione del sito Unesco, che toccheranno da Borgo Udine la Piazza grande e il Duomo Dogale, dove si trova il più importante “mosaico di narrazione” creato da Giulio Candussio, opera che ripercorre alcuni momenti storici salienti della Fortezza friulana.
Rilevante il network culturale dell’evento, che parteciperà attivamente anche agli eventi collaterali della mostra, annoverando enti quali l’Accademia di Belle Arti “G.B. Tiepolo” di Udine, il CRAF-Centro Regionale di Archiviazione della Fotografia di Spilimbergo, la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte di Milano e naturalmente la Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo, rinomata istituzione più che centenaria, di cui Candussio è stato giovanissimo allievo, poi docente e dal 2004 direttore artistico.
Nato in Carnia nel 1945, il maestro friulano deve proprio al territorio palmarino gli anni della sua formazione nel gusto e nella pratica artistica: dalle vestigia storiche della città, dove ha vissuto in gioventù dal 1952 al 1965, ai mosaici ispiratori dell’antica città romana di Aquileia alla Scuola del mosaico di Spilimbergo (città dove tuttora vive e lavora), tappe fondamentali per costruire una brillante carriera professionale ed artistica internazionale, durante la quale è stato un innovativo art director di aziende del Triveneto all’avanguardia nell’aprire le porte del design Made in Italy al contributo degli artisti contemporanei, incoraggiando un innovativo uso del mosaico applicato a prodotti per costruzioni e arredamento. Un’esperienza che ha contribuito anche al suo personale percorso di artista la cui costante ricerca ha saputo accostare, con esiti del tutto originali, la tecnica musiva ad altre discipline, che contribuiscono a mettere in relazione, ciascuna in modi diversi, la sapienza artigianale con l’espressività e il gesto dell’artista. A proposito del mosaico, Candussio afferma che qui “la pittura segnica, gestuale, materica, non è più l’orizzonte di riferimento. Il mosaico è un universo linguistico ed espressivo altro, in cui i fonemi non sono tocchi di pennello, impasti di materie fluide, velature, ma tessere di pietra e di vetro”.
Come tema ricorrente dell’allestimento è stato scelto il “segno artistico” di una delle opere più famose di Candussio, quella “Saetta iridescente” in mosaico tridimensionale da lui creata per impreziosire la nuova Stazione della Metropolitana di Ground Zero a New York, firmata dall’archistar Santiago Calatrava, attraverso uno speciale dono della Regione Friuli Venezia Giulia alla nazione ferita dopo l’undici settembre, realizzato proprio dalla Scuola Mosaicisti del Friuli.
La mostra resterà aperta fino al 29 settembre, visitabile con ingresso libero da venerdì a domenica con orario 9.30-12.30 e 15.30-19.30.