L’Assemblea generale dell’Onu approva con 141 voti la mozione di condanna della Russia. Solo 5 i paesi contrari e 35 gli astenuti
Con una netta maggioranza l’Assemblea generale alle Nazioni Unite si schiera contro l’invasione della Russia in Ucraina votando con 141 voti a favore della risoluzione che condanna Mosca. E’ innegabile che la Russia di Putin appare sempre più isolata, peccato però che il voto dell’assemblea non ha conseguenze pratiche, almeno in maniera automatica, infatti l’assemblea ha principalmente funzioni consultive: esamina i princìpi generali di cooperazione per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, e adotta, riguardo a tali princìpi, raccomandazioni sia agli stati membri che al Consiglio di Sicurezza che essendo sotto veto russo nulla può fare. Comunque il fatto che 141 Paesi che hanno votato a favore della risoluzione che condanna la Russia e solo cinque sono contrari è un fatto stemperato solo parzialmente dal fatto che vi sono 35 astenuti anche se alcuni, come la Cina sono di “peso”. In ogni caso l’Onu che in queste ore è lo specchio del mondo e quei 5 voti contrari (Russia, Bielorussia, Corea del Nord, Eritrea, Siria) sono davvero pochi anche se c’è un sesto no mancante anche se annunciato, è quello del Venezuela che non ha potuto votare perché ne aveva perso il diritto non avendo ancora pagato la quota annuale alle Nazioni Unite. Le Nazioni Unite sono ancora vive” è stato il commento del rappresentante ucraino, Sergiy Kyslytsya che ha aggiunto: “Credo nelle Nazioni Unite, e ora anche il popolo ucraino può crederci“. Interessante vedere che l’esito è stato superiore a quella di una analoga mozione di condanna della Russia per l’annessione (incruenta) della Crimea nel 2014, che aveva ricevuto 100 sì, 11 no e 58 astensioni. Come accennato in apertura il documento Onu non ha valore legalmente vincolante ma è politicamente molto significativo. Nella risoluzione si deplora “l’aggressione dell’Ucraina da parte della Federazione russa”. Nel testo si chiede che Mosca “cessi immediatamente il suo uso della forza” e ritiri “subito, completamente e in modo incondizionato” le proprie unità militari. Tra i 35 Paesi che si sono astenuti ci sono tra gli altri l’Algeria, la Bolivia, la Cina, Cuba, l’India, Iran e Iraq, Nicaragua, Sudafrica e poi Tagikistan, Kirgizistan e e Kazakistan. L’astensione in realtà non è equidistanza, in molti casi è la volontà di mantenere buone relazioni con la Russia per ragioni che in genere più che ideologiche sono di natura economica. L’ambasciatore russo all’Onu, Vassily Nebenzia, rima della votazione ha preso la parola per chiedere di non votare la risoluzione proposta, e ha ribadito che il suo paese non voleva che “fermare” il conflitto nel Donbass. “I nostri obiettivi saranno raggiunti”, ha promesso, parlando di una operazione militare di “autodifesa” e assicurando che l’esercito russo non colpisce i civili.