Lavoratori Electrolux col fiato sospeso. Nubi all’orizzonte dopo l’annuncio di tagli ed esuberi
Nel recente incontro tenutosi fra Electrolux e il coordinamento nazionale di Fim, Fiom e Uilm, la Direzione aziendale ha illustrato la situazione del mercato europeo che conferma ancora un calo che si protrae dal 2022. Il calo generale ha un impatto importante e negativo su Electrolux anche sui conti registrando un Ebit (acronimo di Earnings before Interest & Tax) in italiano reddito o utile operativo, che è abbondantemente sotto le aspettative. Nonostante il gradimento rilevato dai consumatori e ai buoni risultati sul tema dell’impatto ambientale dei siti e dei prodotti, non si intravede ad ora una ripresa significativa prima della fine del 2024. Il budget per il prossimo anno è solo un poco in incremento di volumi rispetto alla prevedibile chiusura del 2023. Vengono comunque confermati gli investimenti importanti soprattutto sui due stabilimenti sui quali si sono fatti importanti accordi per i processi e nuovi prodotti (Solaro e Susegana) e che già nel 2023 hanno visto importanti lavori e implementazioni come previsto in origine.
La conseguente strategia della multinazionale, come noto, consiste nella riduzione dei costi e della complessità, nella focalizzazione degli investimenti sulle architetture di prodotto e sui marchi maggiormente profittevoli, nella prosecuzione di sviluppo di nuovi prodotti. Il piano annunciato, che prevede circa 3.000 esuberi a livello globale, avrà una ricaduta anche sull’Italia non ancora quantificabile. In ogni caso i nuovi esuberi derivanti dal piano globale si concentreranno per l’Italia sul personale indiretto di produzione, quindi prevalentemente sugli impiegati, giacché autonomi piani di riorganizzazione sulle fabbriche erano già stati lanciati negli stabilimenti nel corso del 2023 per fronteggiare i cali di produzione. Di conseguenza i nuovi esuberi fra gli indiretti si sommeranno a quelli residui dei piani precedenti, quantificati da Electrolux in 240 lavoratori. Electrolux ha anche dichiarato la volontà di non ricorrere a licenziamenti forzosi, ma di concordare col sindacato strumenti non traumatici di gestione delle eccedenze. “Come sindacato, spiegano Fiom, Fime Uilm, abbiamo apprezzato questa disponibilità di principio, ma abbiamo denunciato la cattiva gestione degli accordi negli stabilimenti, a causa di un atteggiamento aziendale unilaterale e sordo alle difficoltà dei lavoratori. Di conseguenza abbiamo chiesto di definire a livello nazionale meccanismi di confronto locali ricorrenti e trasparenti, nonché di adeguare i loro comportamenti pratici alle enunciazioni teoriche. I miglioramenti delle postazioni, l’inserimento di lavoratori sulle linee, l’applicazione di automazione e di cadenzatori previsti dagli accordi, la creazione di postazioni idonee per i lavoratori con ridotte capacità lavorative, l’adeguamento degli impianti, l’utilizzo equo degli ammortizzatori sociali, il conteggio corretto delle uscite secondo gli accordi anche nel personale impiegatizio sono questioni che poniamo alla multinazionale e che esigono una risposta”. È in programma per gennaio 2024 un ulteriore incontro nel quale Electrolux dovrà dare i numeri delle ricadute nel nostro Paese, delle eccedenze dichiarate a livello mondiale che sono state quantificate in 3000 lavoratori e lavoratrici.