Le terre alte del Fvg tra confini e frontiere l’11 settembre a Stolvizza l’ultimo evento
Si conclude a Stolvizza il prossimo 11 settembre 2022 il progetto “Terre Alte tra Confini e Frontiere”, promosso da Melus srl – impresa sociale con la collaborazione di Cramars Soc. Coop e la Fondazione “Pietro Pittini”. Quest’iniziativa, che si è svolta nel mese di luglio, ha coinvolto alcune località situate lungo i margini del Friuli Venezia Giulia attraverso passeggiate etnografiche e creative, che hanno interessato le comunità locali e i molti partecipanti che hanno voluto condividere queste esperienze. Un viaggio attraverso luoghi speciali: Terre Alte situate in contesti talvolta ancora stretti nei cascami di un passato non molto lontano; luoghi che hanno subito continue trasformazioni: come sostiene l’illustre antropologo Annibale Salsa, le popolazioni alpine si sono sempre spostate tra versanti e confini, arrivando a spingersi anche molto lontano. Si è voluto conoscere e raccontare l’evoluzione di Pontebba, Timau, Topolò e Prossenicco e, nel farlo, generare scintille capaci di illuminare il futuro e creare valore da patrimoni unici. Sì, parliamo di unicità, poiché qui le dinamiche di vita sono state progressivamente plasmate dai flussi e dai processi di trasformazione tipici dei luoghi di confine, rimanendo allo stesso tempo più lontani dai fenomeni sociali e tecnologici della società moderna, condizione che ha permesso di conservare i valori autentici dei luoghi. Anche per questa ragione, i luoghi posti ai margini diventano attrattivi: contesti dove vivere esperienze, ma anche mete di sperimentazione. Il nostro racconto attraverso le storie di questi luoghi ha voluto tracciare un filo che parte dal passato, segnala gli elementi di unicità e identifica le leve per costruire il futuro: le stesse che alcuni hanno saputo leggere per promuovere iniziative concrete. Gli interventi dei testimoni locali (amministratori, anziani, associazioni, imprese) e l’interazione con i partecipanti alle passeggiate e studiosi hanno permesso di comprendere bene quello che sta accadendo e come invertire regressioni o rafforzare percorsi in atto. La bellezza del viaggio ci ha permesso di scoprire come questi spazi, pur stretti tra frontiere e confini, caratterizzati da medesimi vincoli maturati nel corso del tempo e da regressioni contemporanee, come la caduta demografica e la perdita di posti di lavoro, stiano maturando dei percorsi di sviluppo autonomi avvalendosi di istituzioni locali che puntano su beni comuni, e disponendo di comunità operose che non rinunciano all’identità (lingua, storia, tradizioni, cultura). Emerge l’iniziativa dei giovani che scommettono sull’ arte e sul cicloturismo, così come emerge il coraggio delle donne che si impegnano nelle agricolture. Sono realtà che hanno deciso di aprirsi e che hanno beneficiato dei progetti innescati dall’arrivo di soggetti provenienti dall’esterno, proprio come insegna la natura quando il granello di sabbia penetra nell’ostrica e genera diamanti, così accade in questi luoghi che riprendono vita e vigore da iniziative preziose pensate e promosse da altri. Il cammino nelle Terre Alte fra Confini e Frontiere si concluderà a Stolvizza in Val Resia domenica 11 settembre 2022 attraverso la realizzazione di un’esperienza antropologica e etnografica straordinaria poiché, guidata da un ospite speciale come Annibale Salsa, antropologo di fama e già presidente del Club Alpino Italiano (CAI), si visiterà edifici e case, si ascolteranno le storie delle persone e ci si confronterà con gli abitanti del luogo. Commenta Salsa: “Le parole vengono usate come sinonimi ma sinonimi non sono perché il confine ha un significato di tipo inclusivo: il confine è il punto in cui ci si incontra, mentre il termine frontiera […] in qualche modo connota dal punto di vista del lessico militare quello che è l’elemento divisorio. Vivere sul confine è un’opportunità perché favorisce l’interscambio; durante il periodo delle “Alpi aperte”, come le definiva il geografo Paul Guichonnet, le popolazioni si spostavano molto. Lo stereotipo del montanaro che rimane sempre chiuso nella sua valle è un falso, è un falso etnografico. Le popolazioni alpine si sono sempre spostate sui due versanti e si spingevano anche molto lontano. Oggi invece, pur disponendo di tutti i mezzi di trasporto, di locomozione, di comunicazione e infrastrutture percepiamo maggiormente le distanze. Questo è il famoso paradosso alpino. Lo stereotipo di tipo moderno che vede il montanaro come inchiodato al suo territorio, chiuso in sé stesso, e invece non è affatto così.” La giornata a Stolvizza permetterà ai partecipanti di entrare nelle case del borgo ed immergersi nei racconti degli abitanti, testimonianze di vite vissute “lungo il margine”. Nel corso di 3 percorsi, denominati con i toponimi del luogo “Les”, “Ves e “Kikey”, i gruppi saranno guidati nelle varie tappe che permetteranno di intersecare corti di compendi, abitazioni tipiche, musei e produzioni artistiche. Ogni sosta sarà l’occasione per apprendere conoscenze, scambiare riflessioni, condividere possibilità, assaporare le pietanze tradizionali resiane fino al pranzo conviviale nell’antico borgo “Kikey”, situato nel cuore di Stolvizza. L’esperienza si concluderà nel pomeriggio, presso il panoramico punto Belvedere, dove i gruppi parteciperanno alla ricomposizione delle conoscenze guidati dall’ospite principale del progetto, il prof. Annibale Salsa. Un’emozionante conclusione dell’iniziativa accompagnata da un rinfresco finale con l’intento di tendere fili tra luoghi, persone, progetti incontrati lungo il percorso di valorizzazione dei patrimoni e porre le basi per sostenere i processi di sviluppo che dal basso stanno emergendo e che sono destinati a generare l’attrattività e a favorire il rientro di quanti, giovani in particolar modo, se ne sono andati.