Legacoop FVG: È necessario ritrovare quello spirito che il FVG ha saputo mettere in campo nei momenti più difficili
Si è svolta questa mattina nella sede di Legacoop Fvg la prevista conferenza stampa dell’associazione per fare il punto sull’anno appena trascorso ma soprattutto per focalizzare i percorsi futuri. Presenti il Presidente di Legacoop Fvg Livio Nanino, il vice Presidente Paolo Felice e il Direttore Alessio Di Dio. “Per quanto riguarda il bilancio dell’anno appena trascorso, ha spiegato il Presidente Nanino, stilarne un bilancio è compito complesso, quasi impossibile vista la situazione determinatasi con il Covid-19. A grandi linee possiamo dire che tutta la prima fase della pandemia è stata caratterizzata dall’impreparazione, dalla sorpresa, per larghi tratti dall’improvvisazione. Non è un appunto critico ma una constatazione, insomma bisogna accettare più che giudicare quanto è stato fatto. Superata la prima emergenza, è apparso chiaro come le ricadute sull’economia sarebbero state pesantissime. Oggi si registra un panorama non monocromatico con un impatto su settori ed imprese asimmetrico. Rispetto ai timori iniziali alcuni risultati sono insperati, in particolare nell’industria (nei settori legati ai beni durevoli e ai mobili per la casa), nella logistica, nella grande distribuzione alimentare. Certamente i lockdown peseranno al momento di stilare i bilanci; la riorganizzazione dei processi produttivi costa, ma le prospettive appaiono sostenibili. Di contro si è registrato il disagio per quelle imprese che hanno dovuto chiudere o limitare drasticamente le loro attività. La cooperazione non fa eccezione, con alcune necessarie sottolineature. Non è una novità la resilienza della forma cooperativa alle situazioni di crisi, ci sono numerose ricerche che lo testimoniano anche in relazione alla crisi economica e finanziaria del 2008/2011. Le motivazioni si devono ricercare nell’elemento caratterizzante la forma cooperativa, con la partecipazione ed il coinvolgimento responsabile del socio lavoratore. Non è una novità nemmeno la capacità di interpretare e rispondere ai bisogni della società in cui operano, come avvenuto ad esempio con il “progetto Quid” e la produzione di mascherine “cooperative” quando non si trovavano nemmeno per il personale più esposto negli ambienti ospedalieri.
Dalle imprese di Legacoop FVG impegnate nei settori meno colpiti ci si aspetta una sostanziale tenuta occupazionale ed un outlook positivo, salvo qualche inevitabile criticità sul piano della liquidità. Un discorso a parte va fatto per tutte le imprese impegnate nei settori più colpiti. Basti pensare alla ristorazione collettiva, dove la cooperazione esprime alcune eccellenze: lo smart working ha inciso in maniera importante e, forse, nulla tornerà come prima, per non parlare delle mense scolastiche. Le imprese che rischiano sono spesso associabili a quei settori che rendono distintiva la nostra società: dalla cultura al welfare. Siano cooperative o altre forme d’impresa, le risorse pubbliche vanno trovate per garantire che da questa pandemia non esca una società più povera non necessariamente sul piano economico, ma anche su quello dei diritti dei cittadini alla salute e alla cultura. Il rischio è che se sparissero queste imprese ci sia un impoverimento dell’offerta o, peggio, che prendano il sopravvento soggetti controllati da capitali di dubbia provenienza o illeciti.
Il tempo delle scelte
Il ruolo attivo svolto sia dal governo nazionale che da quello regionale ha permesso alle imprese di non collassare. Sugli interventi pubblici Legacoop, in tempi non sospetti, ha espresso perplessità rispetto a interventi a pioggia o bonus per “ogni bisogno”: è giunto il tempo delle scelte strategiche. Le imprese che operano nei settori meno colpiti dalla crisi avranno presumibilmente necessità di respiro finanziario, di un accesso al credito più agevole. Le garanzie prestate dallo Stato dovrebbero andare in questa direzione; le imprese sane troveranno le risorse nei prossimi anni per recuperare quanto perso nel 2020: sarebbe quasi immorale da parte loro pretendere di più, se visto in un’ottica di sforzo e comprensione delle necessità nazionali. Quel di più che invece bisogna garantire, sotto forma di contributi a fondo perduto, a quelle imprese che non hanno potuto lavorare in quanto costrette a chiudere dai DPCM.
Welfare cooperativo regionale
“Le imprese che costituiscono il tessuto portante della cultura e del welfare regionale, ha spiegato il Vicepresidente di lagacoopFvg Paolo Felice, hanno sempre anticipato ai propri soci la cassa integrazione, in attesa dell’intervento intempestivo dell’INPS. Il ricorso alle politiche passive del lavoro ha comportato una riduzione, talvolta drammatica, del reddito dei beneficiari, come evidenziato dalle statistiche sui “nuovi poveri” in regione. Da questo punto di vista compito non più rinviabile della Regione sarà la definizione di nuove misure di sostegno al reddito, in stretta connessione con politiche attive del lavoro innovative. L’esperienza del reddito di cittadinanza, in primis sull’asse “inserimento lavorativo”, ha presentato lacune e si rende pertanto necessaria una nuova strategia, soprattutto alla luce dello sblocco dei licenziamenti, al cui interno il mondo della cooperazione può svolgere un ruolo fondamentale, in particolare dall’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. La pandemia non ha impattato solo sul reddito e sul lavoro, ma anche sui temi della casa, della famiglia, della formazione, della scuola (la povertà educativa) e della salute. Un arcipelago di temi che le cooperative di Legacoop quotidianamente affrontano sostenendo, all’interno di un sistema integrato diffuso, il servizio sociale e sanitario pubblico. In tal senso non è più procrastinabile una scelta strategica sul tema anziani, anche alla luce degli esiti della pandemia; Legacoop condivide la volontà della Regione di dare avvio a un percorso di radicale innovazione delle politiche socio-sanitarie e dei relativi interventi rivolti alla popolazione fragile e non autosufficiente, a partire da nuovi percorsi di domiciliarità innovativa co-progettati con il privato sociale.
L’indispensabile e urgente rafforzamento dei sistemi di welfare e di protezione sociale non sarà sufficiente a superare le potenziali diseguaglianze delle nostre comunità se non sarà accompagnato da una strategia di sviluppo sostenibile dell’economia regionale.
Progettualità: dallo Sviluppoimpresa al Recovery Plan
“Nell’ottica dei grandi impegni per superare la crisi, ha infine spiegato il Direttore di Legacoop Fvg Di Dio, registriamo due macro-argomenti, uno regionale (Sviluppoimpresa) e uno nazionale (Recovery Plan). Si apprezza la continuità del DDL 123 con il precedente Rilancimpresa della precedente Giunta, ovvero la volontà di non cestinare tutto il lavoro passato riconoscendo quanto di buono fatto. Vi si ritrova attenzione particolare a diversi campi dove la cooperazione ha esperienze e buone pratiche da condividere. È opportuno che le misure proposte, soprattutto per quanto attiene turismo e montagna, rientrino in una visione più ampia che definisca l’idea di sviluppo della regione in questi campi, così come abbiamo fatto presente puntualmente nel documento inoltrato alla II commissione permanente. Il turismo per Legacoop FVG è sostenibile, accessibile e responsabile.
A volte più dei contributi sono utili progettualità e generazione di processi. Legacoop ritiene che si debba sostenere la creazione di valore con contributi finalizzati alla creazione di filiere ed ecosistemi produttivi. Nell’ambito dei temi propri del Recovery Fund, contenuti nel Next Generation Italia e delineati nelle “Linee guida per la definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” (al momento l’unico documento presente), qualunque cosa accadrà a Roma nei prossimi mesi i 6 cluster di intervento presenti nelle linee guida rimarranno fermi.
Su temi quali rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture e servizi connessi, formazione e cultura, salute, inclusione sociale e territoriale la cooperazione vuole e può portare il suo contributo fattivo, grazie alle attività svolte e alla esperienza maturata dalle imprese associate oltre che alla peculiarità del nostro modello e dei nostri principi e valori.
Sui temi centrali riguardanti lo sviluppo del Friuli Venezia Giulia, Legacoop FVG sollecita un continuo confronto con la Regione e gli altri attori del territorio, così come proposto nel documento che ACI FVG ha presentato al presidente Fedriga nello scorso autunno.
Pandemia e crisi aziendali
Nell’intermezzo tra l’entrata in vigore del nuovo Sviluppoimpresa e il termine della campagna vaccinale, siamo preoccupati, hanno affermato in chiusura i relatori, per le crisi aziendali che si apriranno in regione anche per effetto dello sblocco dei licenziamenti, con la conseguente perdita di occupazione e professionalità e l’aumento delle tensioni sociali. Per dare risposte a quello che individuiamo come un pericolo certo dei prossimi mesi abbiamo la necessità di un nuovo patto sociale: chi governa dovrà avere la capacità di mettere attorno al tavolo tutte le forze sociali (imprese, sindacati, associazioni di rappresentanza) che devono esprimere lo spirito di responsabilità che il momento storico richiede. Un patto per modernizzare insieme, in particolare con i sindacati, il lavoro che sta quotidianamente cambiando. Nella definizione di nuove politiche attive del lavoro la cooperazione potrà dare il suo contributo per limitare la perdita di posti di lavoro, anche grazie a strumenti tipici del movimento cooperativo come i WBO ((workers buyout o “impresa recuperata” si intendono le cooperative nate per iniziativa di dipendenti che rilevano l’azienda – o un ramo di essa).
È necessario ritrovare, hanno concluso, quello spirito che il Friuli Venezia Giulia ha saputo mettere in campo nei momenti più difficili.