Legge regionale sul fine vita. Liguori e Bullian (Patto-Civica Fvg): ”di questo diritto se ne discuta nella società civile, nei territori e anche nei consigli comunali”

Oggi a Udine è stato fatto il punto in una tavola rotonda organizzata nel palazzo della Regione, moderata da Fabio Folisi direttore di Friulisera e che ha visto la partecipazione di cittadini, associazioni e amministratori comunali e rappresentanti sindacali.
Liguori ha introdotto i lavori ricordando che “sono oltre 186.000 gli italiani che, in base alla legge sul biotestamento del 2017, hanno lasciato le proprie Disposizioni Anticipate di Trattamento sanitario, in previsione di un’eventuale incapacità di autodeterminarsi. L’autodeterminazione nel fine vita si riferisce al diritto di una persona di prendere decisioni autonome riguardo al proprio trattamento medico, cure palliative e decisioni relative alla fine della vita. Questo concetto è strettamente legato all’idea del “testamento biologico” o “testamento della vita”, che è un documento legale in cui una persona può esprimere le proprie preferenze riguardo alle cure mediche che desidera o non desidera ricevere nel caso diventi incapace di prendere decisioni per sé stessa”. Il naturale completamento di quel percorso normativo è codificare tempi, procedure e ruoli certi per garantire la libera scelta di accompagnamento al Fine Vita, anche quando la persona rimane consapevole e lucida. In merito alla situazione nazionale di vuoto legislativo dovuto al Parlamento, ma nel rispetto delle condizioni fissate dalla Consulta sull’accesso alle procedure di suicidio assistito, Bullian ha sottolineato l’importanza che “si legiferi a livello regionale per dare risposte o meglio possibilità di scelta anche alle persone capaci di autodeterminarsi. Ribadiamo con forza che l’impegno del Gruppo consiliare Patto-Civica FVG è massimo sulla questione: a inizio legislatura abbiamo presentato una mozione a riguardo (di cui sono primo firmatario) che verrà discussa in Consiglio regionale entro il 30 novembre al termine degli approfondimenti nella Commissione Sanità. A riguardo le audizioni inizieranno il 17 ottobre proprio con esponenti nazionali e regionali dell’Associazione Luca Coscioni e proseguiranno a novembre. Poi si arriverà al voto in Consiglio regionale: la mozione – nelle more dell’iter legislativo regionale – mantiene una sua validità, onde evitare che persone come la triestina “Anna” debbano attendere 11 mesi per vedersi certificata dall’Azienda sanitaria la propria situazione, avendo dovuto peraltro ricorrere alla magistratura (la mozione era stata presentata prima che divenisse di dominio pubblico il “caso” di Anna). Parallelamente seguiremo con attenzione anche il procedimento della legge regionale di iniziativa popolare promosso dall’Associazione Luca Coscioni, che ha visto l’11 agosto il deposito al Consiglio Regionale FVG di 8mila valide e che è già stata sancita come ammissibile dalla Commissione di Garanzia. Ora la discussione si sposta in Commissione regionale e procedure analoghe stanno avvenendo in diverse Regioni italiane, che hanno visto anche il pronunciamento favorevole di Presidenti di Regione, come nel Veneto. Inoltre anche diversi Consigli comunali del FVG – con maggioranze di centro destra e di centro sinistra –si sono espressi per sensibilizzare un intervento del legislatore per garantire il diritto di scelta alla persona. Infine, va evidenziato che l’ambito di applicazione rimane circoscritto, sulla base dei requisiti individuati dalla Corte Costituzionale e dunque non ci sarà – come erroneamente paventato da alcuni – una possibilità di uso “estensivo” della norma che possa includere, disabili, anziani, depressi e non si favorirà nessun turismo della morte, ma – anzi – si porterà a compimento una battaglia di civiltà per la dignità delle persone che effettivamente si trovano in condizioni di sofferenza intollerabile”. Alla discussione sono intervenuti i rappresentanti dell’Associazione Coscioni che ha posto l’accento sulla campagna di raccolta delle oltre 8mila firme a cui i cittadini hanno aderito, ribadendo la necessità di maggiore informazione sul testamento biologico; i consiglieri comunali di Udine Annapaola Peratoner e Andrea Di Lenardo che hanno riconosciuto la “trasversalità politica” di tale Legge di civiltà per sostenere la quale stanno lavorando ad una bozza di mozione in condivisione con gli altri colleghi consiglieri. Tale mozione è stata deliberata finora da numerosi consigli comunali della nostra Regione. La rappresentante ANMIC chiesto che “la politica sia veloce, così come lo è la malattia”. La rappresentante dell’Unesco Cristina Marzin ha raccomandato che le èquipe di assistenza siano formate e con adeguate risorse di personale. Orietta Olivo della FP CGIL ha sottolineato che la tangibilità dei diritti costituzionali si realizza anche attraverso l’adeguatezza delle risorse di personale del servizio sanitario e degli altri servizi sanitari. La rappresentante dei Comitati per la Salute Pubblica ha ribadito il diritto di “guardare dignitosamente in faccia la morte”. Ai lavori ha preso parte anche la consigliera Pellegrino.