L’Europarlamento vuole proteggere di più giornalisti e attivisti: sì alle nuove norme “Slapp”
Il Parlamento europeo vuole proteggere maggiormente i giornalisti e gli attivisti nell’UE da azioni legali infondate e vessatorie intentate per silenziarli. Con 498 voti a favore, 33 contrari e 105 astensioni, i deputati Ue hanno adottato oggi, 11 luglio, la loro posizione negoziale su nuove norme per tutelare giornalisti, media, difensori dei diritti umani, attivisti, ricercatori e artisti dalle cosiddette azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica (SLAPP) volte a intimidirli o penalizzarli.
Garanzie di tutela e applicazione transfrontaliere. SLAPP è un termine nato dall’acronimo di Strategic lawsuit against public participation (traducibile in italiano con “azione legale strategica contro la partecipazione pubblica”) per identificare le azioni legali tese a bloccare la partecipazione alla vita pubblica. Si tratta della pratica scorretta ampiamente usata per “intimidire” giornalisti ed attivisti che nell’ordinamento italiano viene punita come “causa/lite temeraria” (art. 96 del Codice di procedura civile) ma che spesso non è applicata dalla giustizia non molto sensibile che al massimo preferisce il non luogo a procedere o l’assoluzione del querelato finendo comunque per danneggiarlo in quanto le spese legali vengono “compensate”. Questo vuol dire punire in ogni caso.
Secondo gli eurodeputati, le nuove norme dovrebbero applicarsi anche nei casi transfrontalieri in cui il convenuto, il ricorrente e il tribunale sono di paesi diversi o quando l’atto di partecipazione pubblica — che si tratti di un articolo di stampa, di un post sui social media, di un video, di una ricerca o di un’opera d’arte — ha rilevanza per più di uno Stato membro ed è accessibile elettronicamente. Il progetto di direttiva prevede garanzie per le vittime delle SLAPP, compresa la possibilità di chiedere il rapido respingimento della causa, nel qual caso sarà il ricorrente a dover dimostrare la fondatezza della denuncia. Sul ricorrente ricadranno anche l’onere delle spese procedurali, compresa la rappresentanza legale del convenuto, ed eventuali sanzioni, mentre la vittima SLAPP potrà chiedere un risarcimento anche per danni psicologici o alla reputazione. Nei processi per diffamazione, sarà possibile adibire solo il tribunale nazionale del convenuto, norma che ha lo scopo di scongiurare giudizi di parte.
Gli Stati membri non potranno riconoscere le sentenze di azioni SLAPP decise in paesi non UE nei confronti di persone fisiche e società residenti nel proprio territorio, e sarà previsto un risarcimento del tribunale nazionale per le parti interessate.
Assistenza e formazione nazionali
Sempre secondo la posizione dei deputati europei, i Paesi UE dovranno istituire sportelli unici in cui le vittime di SLAPP possano chiedere informazioni e consulenza, a cui le autorità nazionali dovrebbero fornire anche assistenza finanziaria, legale e psicologica. Gli Stati membri saranno tenuti a formare adeguatamente i consulenti legali in materia di SLAPP e a garantire che le associazioni di categoria adottino norme per dissuadere i propri membri dall’intraprendere azioni legali abusive. I deputati chiedono infine ai governi dell’UE di raccogliere dati pertinenti, in particolare sulle decisioni giudiziarie, e alla Commissione di istituire un registro UE sulle SLAPP.
“Il giornalismo richiede coraggio – ha commentato la Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola – ma i giornalisti non dovrebbero essere costretti ad essere coraggiosi per fare il proprio mestiere. Il Parlamento europeo sarà sempre al fianco di chi cerca la verità e sosterrà il nostro diritto democratico a essere informati. Quando cause legali frivole minacciano vite e mezzi di sussistenza, abusando dei nostri sistemi giudiziari, abbiamo il dovere di legiferare. Con la proposta di legge di oggi, fortemente approvata in plenaria, è proprio quello che stiamo facendo”.
Dopo il voto in plenaria, il relatore Tiemo Wölken (S&D, Germania) ha spiegato: “Le cause legali abusive stanno dissuadendo le voci critiche dal portare alla luce questioni di interesse pubblico. Giornalisti e attivisti sono una pietra miliare delle nostre democrazie e dovrebbero poter lavorare senza subire intimidazioni. Con questa direttiva intendiamo garantire che siano protetti in tutta l’UE, che le vittime ricevano un sostegno finanziario e psicologico e che vi sia una definizione più ampia dei casi transfrontalieri. I nostri tribunali non possono essere terreni di gioco per i ricchi e i potenti”.