Lingua friulana in Rai. Convenzione in scadenza. Patto per l’Autonomia: «Si faccia chiarezza sull’utilizzo dei fondi per il friulano»
Come sono state spese le risorse della convenzione integrata tra Presidenza del Consiglio dei ministri e Rai per la trasmissione di programmi radiotelevisivi in lingua friulana? Lo chiede alla Giunta regionale con una interrogazione il Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia a un mese dalla scadenza della stessa convenzione grazie alla quale la produzione radio-televisiva in lingua friulana ha beneficiato di risorse aggiuntive rispetto al passato, per un totale di 750 mila euro annui, e si stabiliva di istituire un Comitato di indirizzo e monitoraggio, con un rappresentante della Regione, per verificare lo svolgimento delle attività previste, nonché esprimere valutazioni e proposte in merito.
«Nonostante i fondi aggiuntivi, la programmazione televisiva Rai in lingua friulana negli ultimi mesi è stata particolarmente limitata, comprendendo per lo più la trasmissione di repliche, e solo recentemente si è avuta notizia di produzioni originali nuove in lavorazione. Né sono stati stipulati contratti per l’assunzione di personale dotato di competenze linguistiche, oltre che professionali, adeguate, nonostante le richieste in tal senso formulate dai sindacati all’azienda – osservano i consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli –. Una situazione rispetto alla quale ci domandiamo quali indicazioni abbia fornito, se le ha fornite, il Comitato di indirizzo e monitoraggio. Chiediamo subito chiarezza sull’utilizzo delle risorse, considerato il rischio che diminuiscano, in sede di rinnovo della convenzione, nel caso in cui non si sia data prova di spesa di quelle finora assegnate. Non dimentichiamo che quanto stabilito dalla convenzione in vigore fino al 29 aprile è solo un acconto rispetto a quanto spetta, per legge, alla minoranza friulana: è evidente che non ci si può accontentare di 34 ore di programmi in più, rispetto a quelli calendarizzati negli accordi precedenti, tutti gestiti dalla struttura di programmazione italiana».
Gli obiettivi sono chiari. «Bisogna creare quanto prima una struttura autonoma per la lingua friulana a Udine – rafforzando la sede del capoluogo friulano nel suo ruolo di presidio territoriale –, con l’assegnazione di una redazione deputata alla ideazione e produzione di trasmissioni informative e programmi di approfondimento, formata da figure specializzate e professionisti di madrelingua friulana, e di dotazione tecnologica adeguata», afferma il capogruppo Moretuzzo, che assieme a Bidoli, ormai oltre due anni e mezzo fa, aveva chiesto un aggiornamento contenutistico della convenzione Stato-Rai relativa alla Regione Friuli-Venezia Giulia con una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale. Moretuzzo e Bidoli già allora sollecitavano ulteriori impegni tra cui il riconoscimento dell’autonomia finanziaria e gestionale della sede Rai del Friuli-Venezia Giulia, funzionale al raggiungimento di una maggiore programmazione in lingua friulana conseguente anche a investimenti strutturali adeguati nella sede di Udine. Da allora, nessun cambio di passo sostanziale.
«A parole tutti riconoscono l’importanza di questa battaglia, nei fatti no. La Regione, garante dei diritti della minoranza friulana, si attivi subito, verifichi lo stato di attuazione della convenzione in vigore e agisca per il mantenimento o l’aumento delle risorse dedicate alla programmazione in lingua friulana in sede dell’ormai prossimo rinnovo della convenzione stessa, facendosi portavoce di richieste precise e puntuali sulle quali tutto il Consiglio regionale era concorde», affermano Bidoli e Moretuzzo.
Inaccettabile per il capogruppo Moretuzzo è inoltre la disparità di trattamento. «In altre Regioni e Province Autonome, i diritti delle minoranze sono salvaguardati da convenzioni che riconoscono finanziamenti e spazi di programmazione e di informazione redazionale ben più elevati di quelli cui noi chiediamo di accedere. Nella programmazione radiotelevisiva del servizio pubblico si garantisca al friulano almeno la stessa presenza prevista per la lingua ladina. A fronte di 40 mila parlanti il ladino, la Rai prevede 366 ore annue di trasmissioni radiofoniche e 123 ore televisive, prodotte da una redazione giornalistica composta da 10 giornalisti e da una struttura di programmi ladini composta da diversi programmisti-registi e un capostruttura madrelingua, ai quali si aggiungono varie collaborazioni esterne. La comunità di lingua friulana (parlata da oltre 600 mila persone) si è dovuta accontentare di 90 ore annue di radiofonia, oltre alle quali, con l’atto integrato, sono state previste 17,5 di radiofonia e 16,5 di programmi televisivi. Basta briciole. È tempo che anche la minoranza linguistica friulana veda riconosciuti i suoi diritti, in particolare all’informazione radiofonica e televisiva nella sua lingua».