Liste d’attesa in sanità Fvg fuori controllo. Covid ormai come foglia di fico per nascondere problemi e inadeguatezza
A pagare il prezzo dell’emergenza sanitaria scatenata dal Covid 19 è stata anche l’assistenza ordinaria per tutti quei cittadini – soprattutto fragili e con patologie croniche – che si sono visti rinviare visite e prestazioni. Questo è stato comprensibile nella fase emergenziale, ma da quando, con il progressivo avanzare delle vaccinazioni, la macchina sanitaria si è riavviata la situazione si sarebbe dovuta abbastanza rapidamente riallineare sugli standard pre-covid, già non perfetti e omogenei a livello nazionale. Così è stato in molte realtà italiane, ma oggi in alcune Regioni, non solo quelle più colpite dai contagi, e neppure quelle che partivano “storicamente” svantaggiate, e il Fvg non era certo fra queste, la ripartenza della sanità “non Covid” è ancora claudicante. Certamente la situazione non era facile ma già nella fase di alta emergenza era apparsa chiara l’inadeguatezza della regia di comando del Fvg. Potremmo elencare molte cose, dalle scelte dissennate sulle Rsa, alle navi covid fantasma, alle nomine allegre di dirigenti e primari, fino al disastro di gestione dell’emergenza, salvata solo dalle decisioni nazionali. Per non parlare della soluzione paventata, quella di dare fondi alla sanità privata. Ma quello che oggi è sotto gli occhi di tutti e la corsa a ostacoli che i pazienti devono intraprendere per avere prestazioni sanitarie pubbliche in tempi accettabili. La scusa del covid è diventata fattore strutturale, la foglia di fico dietro la quale nascondere tutto. Allora scopriamo che «In 2 casi su 3 non sono rispettati i tempi di erogazione». Lo racconta la consigliera regionale dei Cittadini, Simona Liguori, che negli ultimi mesi ha presentato numerosi atti per conoscere dalla Giunta regionale lo stato della situazione dei tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie. «Dal documento sulle liste d’attesa che abbiamo ricevuto si nota chiaramente come, nel 2020, per l’Azienda sanitaria Universitaria Friuli Centrale, troppe poche volte la visita viene realizzata nelle tempistiche indicate per le prestazioni differite e anche per le programmate, che già prevedono 4 mesi d’attesa: ad esempio per le visite endocrinologiche si rispettano i tempi solo nel 22-25% dei casi, per una mammografia bilaterale programmata soltanto nel 49%, per una colonscopia programmata nel 35%, fino alla visita dermatologica dove si supera appena il 30%. Se questo è il quadro a titolo esemplificativo, la situazione complessiva, su 64 tipologie di visite, evidenzia che in 2 casi su 3 non sono rispettati i target regionali – afferma la consigliera, che continua la sua analisi -. Insomma, la situazione è critica e il motivo non va ricercato soltanto nelle conseguenze dell’emergenza sul sistema sanitario. Infatti i dati del 2020, certamente condizionati dalla pandemia, non si differenziano di molto rispetto a quelli del 2019, ai tempi dell’Azienda sanitaria Universitaria integrata di Udine. Il rispetto dei target, anche due anni fa, era assicurato in ben poche occasioni. In attesa di sentire l’assessore in Commissione Sanità ci domandiamo: oltre al coinvolgimento dei privati si può sapere come si intendono gestire le richieste di salute dei cittadini?» Sul medesimo tema interviene il membro della commissione Paritetica Stato-Fvg, nonché esponente del PD, Salvatore Spitaleri che in merito ai dati sulle liste d’attesa 2019-2020 diffusi dalla Giunta Fedriga chiosa: “Sono le solite verità dette a mezzo, nascoste fino a quando possibile e, quando ormai diventano talmente evidenti da creare imbarazzo, scaricate su altro o altri: non è tutta colpa della pandemia e della paura delle persone a entrare negli ospedali, se le liste di attesa in Friuli Venezia Giulia assumono aspetti preoccupanti e mettono a rischio la salute dei cittadini. Ogni qual volta operatori e opposizioni tentano di portare criticità all’attenzione dell’assessore Riccardi, sistematicamente lui le bolla come attacco alla sua persona o peggio frutto di incompetenza. Così è accaduto nei mesi scorsi per le liste d’attesa, quando l’opposizione chiedeva l’attivazione di percorsi specifici e coinvolgimento dei professionisti del servizio sanitario pubblico, la sollecitazione è stata semplicemente ignorata”. “La percezione è che si sia voluto far tracimare le liste d’attesa e scoppiare il sistema – indica Spitaleri – per poi forzatamente far prendere atto che bisogna ricorrere alla sanità privata, cui certo nulla si può rimproverare se non di curare legittimi interessi. A onor del vero, su questo Riccardi è stato sempre coerente fin dall’avvio del suo mandato”. “In Fvg l’emergenza pandemia si è focalizzata in alcuni precisi momenti ed è sotto controllo da aprile nelle strutture sanitarie, per cui – osserva l’esponente dem – non si comprende cosa abbia fatto l’Agenzia Regionale in sei mesi, quali siano stati gli interventi per tempo sollecitati da parte delle Aziende, come si sia programmata l’attività di assunzione e formazione del personale e, ove necessario, l’acquisizione delle attrezzature”.