Liste d’attesa: Riccardi punta sul servizio privato finanziato dal pubblico

“L’Assessore Riccardi si vanta di aver risolto il problema delle liste d’attesa impegnando, fino a fine anno, 10 milioni di euro ma dimentica di dire che con sue le azioni, non certo a causa della pandemia, si è progressivamente strozzata la sanità pubblica fino a renderla così inefficiente da dover chiedere sussidio a quella privata accreditata finanziata con denaro pubblico, a cui dedica parte dell’ultima Legge di Assestamento di Bilancio e dove si sancisce che si potrà assumere a tempo determinato il personale, sia pubblico che privato, anche in deroga al vigente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.” Così in una nota la consigliera regionale Serena Pellegrino di Alleanza Verdi e Sinistra in risposta a quanto espresso dall’Assessore Riccardi in merito al Piano operativo regionale per il recupero delle liste di attesa per l’anno 2023 e sottolinea che “Le strutture private accreditate, che ogni anno si trovano ad agosto con le casse vuote senza poter più erogare i servizi, saranno soddisfatte.” E prosegue “se questo non è un progetto concreto di una visione della sanità che sta bruscamente virando verso la cessione di potere a favore di una redditività privata, è sicuramente ascrivibile a una inadeguatezza di chi sta gestendo questa regione.” Riportando le affermazioni espresse in Aula da Riccardi la consigliera dichiara “L’Assessore senza mezzi termini sostiene che la nostra sanità deve fondarsi sul pubblico, sul privato accreditato e oggi un nuovo ingresso: il terzo settore. Nessuno stupore, sappiamo bene che quest’ultimo, dopo aver assorbito il comparto sociale, sarà la vera rete di salvataggio che darà buone prestazioni a basso costo, rinunciando a fare profitto. E dall’alto del suo potere ribadisce che non possiamo essere vittime dei comitati o peggio dei sindacati ed è proprio su questo passaggio che si è arrogato il diritto di derogare, perché in emergenza, ai CCNL. Una scivolata dell’Assessore che temiamo possa costare cara ai lavoratori ma anche ai pazienti.”