L’Italia il paese più vecchio d’Europa: 29 milioni di italiani hanno più di 48 anni. Nel settore sanità c’è anche l’emergenza età dei medici

Sempre più vecchia e al primo posto della classifica dei Paesi più anziani d’Europa: ecco il ritratto dell’Italia secondo gli ultimi dati Eurostat. Dati sui quali bisognerebbe riflettere soprattutto da parte della politica, ma non per utilizzare questo elemento inconfutabile come grimaldello per forzare in termini elettorali le paure e problematiche che l’invecchiamneto comporta, ma per sostenere adeguatamente i cittadini e la programmazione di ricambio generazione in alcuni settori fondamentali come quello sanitario. Ed invece a ben guardare prevalgono gli interessi di pochi a discapito dei più, basti guardare appunto al tema salute pubblica per capire come invece si stia scivolando verso un sistema che renderà marginali fette sempre più ampie della popolazione. Tornando ai numeri, questo  primato arriva dunque dall’analisi dei dati dell’istituto europeo di statistica e tratteggia punti molto ben definiti. L’Italia è il Paese europeo che vanta l’età mediana più alta, di 48,4 anni nel 2023. Questo dato significa che la popolazione italiana è divisa tra 29 milioni di persone che hanno meno di 48,4 anni e gli altri 29 milioni che ne hanno di più. Insieme all’Italia, tra i Paesi più vecchi ci sono il Portogallo, con un’età mediana di 47 anni, e la Bulgaria, dove si raggiungono i 46,8.
L’incremento della popolazione anziana in Italia è cresciuto di continuo e, al primo gennaio 2022, l’età media della popolazione dell’Ue è cresciuta di 0,3 anni rispetto al 2021, raggiungendo i 44,4 anni. Oltre all’aumento dell’età media, Eurostat ha rilevato anche un aumento dell’indice di dipendenza degli anziani dell’Ue, ovvero il rapporto tra il numero di anziani (di età pari o superiore a 65 anni) e il numero di persone in età lavorativa (15-64 anni). Anche in questo caso l’Italia si posiziona al primo posto col 37,5%. L’indice di dipendenza degli anziani nell’Ue nel 2022 è stato del 33% nel 2022, 0,5 punti percentuali in più rispetto al 2021 che indicando una tendenza all’aumento.
Da questi dati è semplice comprendere che, sempre più spesso, in Italia si presenta un bisogno di assistenza che si allarga dalle necessità più semplici, anche per gli anziani autosufficienti, fino a situazioni ben più complesse che riguardano anziani non autosufficienti. Paradossalmente, se per gli anziani non autosufficienti ci sono molte realtà strutturate che possono garantire la cura, ben diversa è la situazione per gli over 65 autosufficienti. Al di là della cura e delle gravi problematiche relative alla gestione della salute, esiste anche il problema della socialità che è preponderante nella fascia d’età presa in esame.

Anche il Friuli Venezia Giulia riflette in generale il quadro nazionale e  questo invecchiamento diventa problematico per alcune categorie. In particolare nel settore sanitario un medico su quattro,  ha più di 65 anni, e oltre la metà (54%) ha superato i 55 anni: sono questi i dati evidenziati dal report dell’OSCE sull’Italia, pubblicati anche da Il Sole 24 Ore. Queste statistiche preannunciano un’ondata di pensionamenti nel settore medico, con un picco previsto attorno al 2025. L’età media dei medici nella regione è di circa 55-56 anni, e al 2022 i “camici bianchi” attivi erano 4.965. Secondo il dottor Gianluigi Tiberio, presidente dell’Ordine dei medici di Udine, il problema legato ai pensionamenti raggiungerà il culmine nei prossimi 3-4 anni. Un reale ricambio generazionale è atteso solo dopo il 2027-2028. “Questo è un momento cruciale. spiega Tiberio dai microfoni del Tgr Rai,  per discutere di organizzazione e programmazione, anche a livello territoriale,”

Il problema dei pensionamenti sta già avendo un forte impatto sui medici di base, molti dei quali seguono fino a 1.800 pazienti, superando il limite massimo di 1.500 previsto dalla normativa. In Veneto, questa soglia è già stata abbondantemente superata, con medici che gestiscono oltre 2.000 pazienti.
Si parla molto di hub e case di comunità, ma per Tiberio una possibile soluzione immediata potrebbe essere il rafforzamento del personale amministrativo a supporto dei medici di base.

Il dottor Guido Lucchini, presidente dell’Ordine dei medici di Pordenone, concorda sul fatto che i giovani stanno entrando nel sistema, ma sono ancora troppo pochi. “Molti di loro non scelgono il settore pubblico, che sta diventando sempre meno attrattivo,” sottolinea Lucchini.

Nel Servizio Sanitario Nazionale, l’età pensionabile è fissata a 70 anni, ma grazie a una deroga attualmente in vigore si può prolungare fino a 72. Guardando alla regione, entro il 2026, 237 medici raggiungeranno i 70 anni, e al 2030 oltre il 50% degli attuali medici sarà in pensione. Dei 850 medici di medicina generale attivi in Friuli Venezia Giulia, ben 470 saranno quiescenti entro quella data.