Mala tempora currunt, fra oscurantismo culturale e ideologico resistere è imperativo categorico

Recentemente a Udine si è svolto un dibattito dal titolo emblematico. “fatti non foste…” sottotitolato “Dialogo su cultura, valori, democrazia”. L’iniziativa, spiegava la nota di presentazione, prende spunto “da uno dei più citati passi dell’Inferno della Divina Commedia di Dante prenderà il via il dialogo tra i due protagonisti ( gli intellettuali Friulani Giampaolo Carbonetto e Angelo Floramo ndr) per tentare di capire, attraverso citazioni, ricordi, ragionamenti, quando è cominciata la svolta che ha portato l’Italia, ma non solo il nostro Paese, a vivere, anzi a sopravvivere, quasi esclusivamente nel presente; quasi vantandosi di non cercare più la conoscenza e credendo di poter dimenticare il passato e di rinunciare a progettare il futuro; agitandosi in una situazione ormai quasi privata di quei punti di riferimento certi che erano i valori, anche molto diversi l’uno dall’altro, che ogni cittadino portava con sé; guardando con un senso di impotenza allo sbriciolarsi di una democrazia che ormai viene vista quasi esclusivamente come momento di espressione elettorale e non come patrimonio di discussione e mediazione dal quale si tenta di trarre il maggior benessere per tutti”. Oibò mai tema fu di maggior attualità e forse portatore di premonizione diabolica (tanto per rimanere in tema) dato che, a solo due settimane da quel dibattito, si è materializzata plasticamente la modernità della frase dantesca. Conferma che purtroppo quell’appello è per secoli caduto nel nulla, tranne in qualche fortunata congiunzione temporanea, in quanto quanto sta avvenendo anche oggi in Friuli ne nega purtroppo l’essenza. Insomma diciamolo senza reticenze, molti, non tutti per fortuna, anche in Friuli, sembrano essere nati per “seguir virtute e canoscenza”. Il riferimento non è solo all’assessore alla cultura del Comune di Udine Fabrizio Cigolot che forse più nella logica di servire la mission del suo sindaco, volgendo le spalle alla cultura, si è lasciato andare ad allucinanti dichiarazioni su Tiziano Terzani uno dei personaggi di maggior rilievo dei tempi moderni, ma anche, più in generale, all’ondata oscurantista che sembra pervadere pesantemente anche il Friuli e la Regione Fvg tutta. Ulteriore esempio di ieri il “governatore” leghista Massimiliano Fedriga, che, non solo partecipa alla famigerata settimana della famiglia  troglodita di Verona, accodandosi ai desiderata del suo “capitano”, ma concede il patrocinio della Regione, quindi anche il mio che in questa regione vivo. Caro Fedriga il patrocinio è cosa seria, non si può e non si deve concedere in maniera divisiva, brandendolo come una clava. Per questo, come atto simbolico e auto liberatorio, ieri nel giorno clou della manifestazione, non potendo andare a Verona a dimostrare la mia contrarietà, sono migrato in Slovenia, una personale reazione perché, e ormai capita piuttosto spesso, non mi sono sentito rappresentato dalle istituzioni del mio Paese. Sono andato volontariamente al “confino” per un giorno nella convinzione che il pensiero non annette recinti e confini, la dimensione internazionale e interculturale è per fortuna inevitabile e che quindi questi segnali di restaurazione ideologica che necessitano meditazione, capacità di reazione  e resistenza attiva, alla fine non prevarranno, perchè, per fortuna, se l’Italia e il Friuli sono “fermi” il mondo gira e non torna mai indietro e anche se “mala tempora currunt” prima o poi  la nottata passa.

Fabio Folisi