Maxi frana sul Pal Piccolo situazione molto grave. Mesi per la messa in sicurezza. Ipotesi viabilità alternativa
Di ieri il sopralluogo dell’Anas che è gestore della strada del Passo Monte Croce Carnico, chiusa perché travolta dal cedimento di un fronte roccioso enorme, considerata la più grande frana di roccia in Friuli Venezia Giulia.
Secondo i primi rilevamenti si sarebbe infatti staccato un volume stimato attorno ai 40 mila metri cubi, una massa enorme. Così massi e detriti hanno coinvolto diversi tornanti, dal dodicesimo al terzo e alcuni alcuni sono finiti nel torrente But, centinaia di metri a valle, mentre. nuovi distacchi sono prevedibili rendendo molto pericolosa ogni azione sul fronte franoso, figurarsi il ripristino alla viabilità.
Per la semplice messa in sicurezza si parla di mesi anche con la necessità di provocare crolli controllati con esplosioni in parete. Un problema complicato tanto che si torna a ragionare su una viabilità alternativa come la costruzione di un tunnel di cui si parla da anni. Più rapida intanto sarebbe una viabilità attraverso un vecchio tracciato.
Da segnalare una presa di posizione in Consiglio Regionale da parte del Partito Democratico che tramite il consigliere Massimo Mentil chiede l’istituzione di una commissione ad hoc: “La frana che ha colpito Passo Monte Croce Carnico è una ferita alla montagna, uno degli eventi ambientali più disastrosi degli ultimi anni, un disastro che ci ha riportati al 2018 quando il territorio montano fu piegato dalla tempesta Vaia. L’auspicio, ora, è che la politica e le istituzioni vadano oltre soluzioni improvvisate e lavorino congiuntamente per una soluzione alle frane e alla messa in sicurezza del collegamento transfrontaliero”.
“I 50mila metri cubi di materiale franoso e i 20 metri di profondità di distacco della parete di arrampicata rappresentano uno dei dissesti idrogeologici più gravi degli ultimi tempi. Il fatto che non ci siano state vittime è l’unica consolazione, per il resto possiamo pensare di trovarci di fronte a una ribellione della natura davanti alla quale serve un serio ragionamento” sostiene Mentil.
Secondo il consigliere “è necessario ora fare sistema tra tutti gli enti coinvolti, da una parte all’altra della frontiera. Quel collegamento tra due Paesi va garantito in maniera sicura, da esso dipende una parte del turismo transfrontaliero e l’economia della valle del But”.
“In Stabilità proporremo degli interventi, ma ora – conclude Mentil – non è il momento di selfie o dichiarazioni improvvide con ipotesi di celeri riaperture irreali, serve una conta dei danni e poi un lavoro congiunto”.
Sinistra Italiana: frana Passo Monte Croce Carnico, si intervenga subito
“Siamo fortemente preoccupati per le possibili conseguenze a seguito della frana avvenuta tra venerdì 1 dicembre e sabato 2.” commenta Alessandro Ajello, Sinistra Italiana.
“L’evento naturale va a colpire un territorio, la Carnia, che già negli ultimi anni ha dovuto sopportare sulle sue spalle la scomparsa di numerosi servizi pubblici (in primis quelli legati alla sanità pubblica) e eventi naturali estremi come la tempesta Vaia.
Gli ingenti danni provocati alla strada statale 52 bis del Passo Monte Croce privano il territorio di un’importante via di comunicazione con la vicina Austria, che porterà ripercussioni a livello economico e non solo.”
E infine conclude Ajello “Come Sinistra Italiana ci impegniamo a tenere alta l’attenzione sul ripristino repentino di questa importante via di comunicazione, che altrimenti potrebbe significare un ulteriore grave danno per un territorio dimenticato dalla politica regionale in questi ultimi anni.”