Mettere in sicurezza sia l’ invaso di Barcis che l’alveo del Cellina… Nessuna risposta dalle istituzioni
Il Comitato Valcellina ne ha ormai le tasche piene riguardo le indecisioni di coloro che avrebbero dovuto svolgere il compito di affrontare le problematiche collegate alla presenza di una grande diga che sbarra milioni e milioni di metri cubi di ghiaia e crea da 70 anni continue emergenze a persone e cose. Così in una nota i cittadini evidentemente esasperati: Il Comitato oltre che inviare proprie preoccupazioni e proprie proposte in Regione, al Prefetto e all’ Autorità Distrettuale del Bacino delle Alpi Orientali, da cui non ha ottenuto finora alcuna risposta, non sa più ormai che fare, visto l’ aggravamento della situazione, dovuto al tempo che passa. All’ alveo del Cellina a valle dello sbarramento, ormai assai eroso, non arriva la necessaria ghiaia che a monte resta bloccata.
Eppure il mettere in sicurezza sia l’ invaso di Barcis interrito e il paese su cui poggia il paese sia l’ alveo del Bacino del Cellina sono delle priorità che il Decreto Siccità del 2023 ha ordinato siano prescrittive e siano svolte dal Concessionario del bacino idroelettrico in concerto con tutti gli Enti deputati che il Decreto elenca ben chiaramente. Il Concessionario idroelettrico in primis, dal 1999, avrebbe dovuto provvedere per legge, con le attività predisposte dal proprio obbligatorio Progetto Gestione Invaso ( PGI) a livello del bacino, idrografico a recuperare a proprio onere il volume originario. Attività che la nostra Regione mai gli ha richiesto, per cui ha continuato a stanziare soldi pubblici per fare piccoli interventi di sgiaiamento, ma per le lungaggini esecutive nulla si è fatto di strutturale e di programmato a livello ordinario. Per questa burocrazia e politica regionale stiamo ancora aspettando che faccia le gare per appaltare alle ditte tali escavazioni urgenti e per pagare il loro lavoro: assurdo, quando sghiaire l’ invaso e portare altrove i sedimenti è un obbligo del Concessionario idroelettrico ! La Regione, non possedendo ancora un Piano di gestione dei sedimenti escavati, ha demandato la risoluzione del quasi secolare problema ad un Laboratorio dello
Sghiaiamento cui i sindaci partecipanti, in due anni, non hanno finora partorito una minima decisione unanime. Il Comitato ha partecipato con proposte ad un’ audizione mesi fa cui l’ Assessore Scoccimarro aveva promesso una sua prosecuzione per le tante tematiche portate alle luce e per le tante responsabilità coinvolte e finora omesse. Allora poniamo a chi di dovere l’ ennesimo appello a tirarsi su le maniche e a lavorare per tirarci fuori dall’ emergenza continua che investe il nostro paese e che si imponga sul tergiversare dei sindaci. Emergenza che ci preoccupa soprattutto per la fragilità geologica del versante su cui poggia il paese e il lago artificiale e per le tante zone presenti di Pericolosità 4. Chi sono i gestori del bacino? Chi dà la concessione ed uso dell’ acqua ai gestori? Chi è deputato alla sicurezza di persone e cose legate agli invasi artificiali? Chi deve predisporre un piano di gestione sedimenti a livello di bacino idrografico? … Ecco i responsabili che vorremmo vedere seduti finalmente con noi al tavolo per affrontare la questione: la Regione e i suoi Uffici, la Protezione Civile, il Concessionario idroelettrico, il Concessionario irriguo, l’ Autorità di bacino, il Responsabile della Direzione Dighe del Ministero delle Infrastrutture, il Prefetto.