Migranti: Serracchiani, Piantedosi dica tutto su hotspot Fvg “Aumento flussi fenomeno sottovalutato e misure insufficienti”
“Se una decisione è stata presa, Le chiedo di renderla pubblica il prima possibile, dettagliando con la massima precisione il luogo in cui dovrebbe sorgere la struttura, i tempi previsti per il suo completamento e piena operatività, il numero massimo di persone che si prevede possano esservi ospitate, le misure che saranno adottate nel frattempo per gestire i flussi dei migranti in arrivo, quale contingente di nuovo personale delle forze dell’ordine sarà assegnato alla struttura, quante unità di personale amministrativo saranno assegnate al disbrigo delle pratiche, se il Ministero prevede di assegnare la gestione della struttura tramite bando”. Lo scrive la deputata Debora Serracchiani in una lettera al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, dopo che il prefetto di Trieste, Pietro Signoriello, ha reso noto che “l’idea precisa esiste già” riguardo un nuovo hot spot che per accogliere i migranti che Sto arrivano in Fvg attraverso la rotta balcanica.
“Finora le misure adottate per far fronte all’arrivo di una quantità ingente di richiedenti asilo – segnala la deputata al ministro – sono state del tutto insufficienti e il fenomeno pare essere stato sottovalutato. Ciò nonostante vi fossero da molti mesi tutti gli elementi per avere una visione chiara degli eventi che si stavano sviluppando”.
Serracchiani informa inoltre Piantedosi che “lo stesso sindaco di Trieste Roberto Dipiazza si è espresso contro una simile soluzione, sottolineando come in una città di queste dimensioni non si può fare un hub”, ricorda che “esiste un centro di accoglienza straordinario per richiedenti asilo allestito presso l’Ostello Scout Alpe Adria”, riferisce di “un’ampia e fondata contrarietà a collocare a Trieste o nei piccoli comuni del circondario altre strutture che peserebbero sul territorio”, portando ad esempio “le sofferenze che da anni patisce Gradisca d’Isonzo”.
“Prospettare di equiparare a Lampedusa Trieste e il Friuli Venezia Giulia che non sono un punto di primo approdo – conclude la deputata – lascia aperti molti interrogativi”.