Migranti: Silos a Trieste: una pericolosa situazione di sbando istituzionale
La legge prevede che i richiedenti asilo siano tenuti a manifestare la loro volontà di chiedere asilo il prima possibile dopo l’ingresso nel territorio nazionale. Per questa ragione, scrive in una nota ICS – Ufficio Rifugiati Onlus, a Trieste così come in tutte le altre aree di confine e nelle maggiori aree urbane, si concentra un elevato numero di domande di asilo e di relative richieste di accoglienza. Ciò non comporta che tutti i richiedenti asilo devono rimanere nei luoghi di primo ingresso, ma lo Stato ha l’obbligo di recepire subito la loro domanda, fornire immediata accoglienza (anche temporanea) e provvedere alla redistribuzione delle presenze dalle aree di ingresso verso il resto del territorio nazionale. Come anche evidenziato nel Rapporto Statistico sul sistema di accoglienza di Trieste 2022 (https://www.icsufficiorifugiati.org/il-sistema-dellaccoglienza-di-trieste-report-statistico-2022/) l a larga maggioranza dei richiedenti asilo, dopo una prima accoglienza, viene trasferita in altre città mentre meno di un quarto del totale viene inserito nel sistema di accoglienza territoriale di Trieste. La situazione in atto a Trieste, che vede un netto aggravamento a causa della totale paralisi nei trasferimenti in atto da giugno 2023, viola in modo grave ed evidente gli obblighi dello Stato derivanti dal rispetto del D.Lgs 142/2015 e del diritto dell’Unione Europa in materia, in quanto nello stesso tempo non vengono né effettuati trasferimenti verso il resto del territorio nazionale né vengono aperte, in emergenza, strutture di prima accoglienza anche temporanee. I richiedenti asilo sono dunque intenzionalmente abbandonati in strada, creando gravissimi problemi umanitari e di gestione dell’ordine pubblico.
Riferendosi alla situazione del Silos, il Prefetto Signoriello ha parlato di una condizione di illegalità cui va posta fine anche ipotizzando lo sgombero della struttura, ma dimentica che i richiedenti asilo occupano l’area poiché si trovano in stato di necessità e che la condotta illegittima è interamente da ricondurre alle inadempienze dell’Ente da lui presieduto e a quelle dei connessi uffici centrali del Ministero dell’Interno, i quali disattendono le previsioni di legge. Non è quindi possibile attuare il paventato sgombero del Silos senza dare contestuale risposta all’accoglienza dei richiedenti asilo, non solo ovviamente di coloro che ora occupano l’area, bensì di tutti coloro che ogni giorno non trovano una risposta di accoglienza, come la legge prevede. Lo stesso Signoriello, ai microfoni del Tgr Rai FVG, da un lato ha affermato che a Trieste le
possibilità di accoglienza sarebbero esaurite nonostante invece il numero di posti di prima accoglienza risulti chiaramente sottodimensionato per le necessità di un’area di ingresso come Trieste (ci sono meno di 200 posti disponibili in prima accoglienza), dall’altro ha ribadito che il sistema nazionale di accoglienza sarebbe saturo, invitando quindi i richiedenti asilo abbandonati in strada a disperdersi altrove in Italia. Ciò equivale ad affermare che la legge è, e continuerà ad essere pacificamente violata. Si tratta di affermazioni irricevibili da chi avrebbe proprio il compito di fare rispettare la legalità attraverso la tempestiva
collocazione, anche temporanea, dei richiedenti asilo e la loro redistribuzione nel resto del territorio nazionale nel minor tempo possibile.