Mind the gap 4. Torna a Gorizia il progetto d’arte contemporanea ispirato a Basaglia. Parola chiave, il corpo
Aprirà ufficialmente mercoledì 7 aprile, presso studiofaganel Gorizia la quarta edizione di “Mind the Gap”, progetto d’arte contemporanea promosso da Altreforme Udine con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Quest’anno la mostra – co-curata da Giada Centazzo, Bruno Di Marino e Rachele D’Osualdo – vede protagoniste le tre artiste visive Caterina Morigi, Ulla Rauter e Debora Vrizzi, che partendo dal tema del limen – significante molto caro allo psichiatra Franco Basaglia – si interrogano intorno alla questione di cosa sia ‘individuo’ e cosa sia ‘corpo’, tra natura e cultura.
Il concetto di limen indica il confine, la soglia. Per lo psichiatra, padre della Legge 180, l’irrigidimento e la sclerotizzazione del confine tra ragione e follia, normalità e anormalità, tra città e asilo, produce segregazione e intolleranza. Quando invece il confine diviene permeabile e poroso, permettendo interscambi e sconfinamenti, ne scaturiscono energia e vitalità. Come sottolineato poi dallo stesso Basaglia nelle Conferenze brasiliane (1979) alla base del lavoro che portò alla chiusura dei manicomi in Italia, c’era la volontà di «portare chi stava dentro fuori e chi stava fuori dentro».
Il corpo umano è limen per eccellenza: collega e separa, protegge e allo stesso tempo interfaccia. Interrogando da angolature diverse e personali il tema del corpo, le tre artiste invitate esplorano il concetto di confine, di limite mediante categorie dialettiche quali soggetto/oggetto, familiare/estraneo, proprio/altro, interno/esterno.
La ravennate Caterina Morigi nelle sue installazioni, sculture ed immagini, si concentra sui mutamenti della materia, soggetta in particolare allo scorrere del tempo, ponendo l’attenzione su quegli aspetti meno evidenti, spesso celati. Come accade nel dittico fotografico in mostra dal titolo Trama (2013) in cui Morigi evidenzia, rimarcandole, le singole imperfezioni della pelle umana – nei, cicatrici, macchie, irregolarità epidermiche – traducendole in un’immagine complessa da decifrare, e giocando su una duplice scala dimensionale micro e macroscopica nell’offrirle allo sguardo del visitatore.
La ricerca estetica dell’austriaca Ulla Rauter si svolge all’incrocio tra sound art, arti visive e performance musicali, e si concreata nella creazione di dispositivi sonori e strumenti musicali sperimentali in grado di tradurre stimoli fisici in suoni elettronici. È il caso ad esempio dell’opera Glissando (2007) – pezzo esposto in mostra – un archetto di violino dalle corde di rame che Rauter ‘suona sulla propria pelle’ – vera e propria interfaccia elettrodermica – nel corso di suggestivi interventi performativi, producendo una gamma di suoni perturbanti e sui generis.
Videoartista, fotografa e direttrice della fotografia, nel suo lavoro la friulana Debora Vrizzi riflette sull’identità personale e collettiva, ora avvalendosi di strutture semi-narrative o simbolico-concettuali, ora ricorrendo alla documentazione del reale e all’autobiografia. Nel progetto multimediale Out of order (2021) – ideato ad hoc per la mostra, ispirandosi alle cartelle cliniche di donne internate in strutture manicomiali – Vrizzi esplora la relazione esistente tra corpo femminile e potere, mettendo in scena alcuni ‘oggetti simbolici’ evocativi, che richiamano alla mente un certo immaginario tipico delle artiste surrealiste.
L’esposizione fa parte del più ampio progetto d’arte contemporanea “Mind the Gap”, avviato da Altreforme Udine con le mostre degli artisti Maria Rebecca Ballestra nel 2017, Christian Fogarolli nel 2018, e Sofia Braga, Emilio Vavarella e il collettivo KairUs nel 2020.
La mostra allestita presso studiofaganel (viale XXIV Maggio 15/c, Gorizia) resterà aperta fino al 24 aprile prossimo, dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19 e il sabato dalle 9.30 alle 13 e dalle 16 alle 19 secondo disposizioni, con possibilità di proroga. L’esposizione sarà inoltre arricchita da alcuni eventi collaterali e vedrà la realizzazione di un catalogo, con i contributi dei tre co-curatori – Giada Centazzo, Bruno Di Marino, Rachele D’Osualdo – e un testo critico del filosofo Simone Furlani, ordinario all’Università degli Studi di Udine.
L’iniziativa si caratterizza anche in questa edizione per una consistente rete di partnership che vede coinvolti oltre alla Regione Friuli Venezia Giulia (main partner), Comune di Gorizia, Comune di Cormons, Università degli Studi di Udine, Legacoop FVG, Agherose, Agorè – Associazione di Promozione Sociale (Gorizia), Boato International spa (Monfalcone), MEC CAD (Udine), Tecnoteca srl (Tavagnacco), Conad (Gorizia), servus.at (Linz, Austria). Il progetto è reso possibile con il partenariato di Associazione IoDeposito (Pontebba), Biblioteca Statale Isontina (Gorizia), Biblioteca P.P. Pasolini (Pasian di Prato), Cooperativa Sociale Thiel (Gorizia), Ecopark (San Vito al Torre, Udine), Enaip FVG (Pasian di Prato), Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia), La Collina – Cooperativa Sociale (Trieste), Liceo Classico Dante Alighieri (Gorizia), Unione Provinciale delle Cooperative (Gorizia).
L’ingresso è libero. In ottemperanza alle misure di contrasto della pandemia da Covid-19, la mostra sarà visitabile su appuntamento, ingresso contingentato (due persone alla volta), con obbligo di mascherina.