Mobilità elettrica: c’è il rischio di una nuova “guerra di religione” con polarizzazione “ideologica” delle posizioni
Come spesso accade nel nostro paese il rischio di una polarizzazione delle posizioni è altissimo e la questione auto elettriche rischia di diventare nuovo terreno di scontro ideologico. Progressisti contro conservatori, ambientalisti ideologici contro liberisti irresponsabili. In realtà la questione necessiterebbe un approccio decisamente laico, basato su determinazioni tecniche, economiche e sociali. Cerchiamo di raccapezzarci dando degli spunti di riflessione, non certo pensando di trattare la questione in maniera esaustiva. Iniziamo con il dire che la decisione del Parlamento europeo che ha approvato a maggioranza “definitivamente” una delle parti cruciali del pacchetto Fit for 55, pone una forte accelerazione al processo, ma sancisce anche una altrettanto forte divisione politica, visto che l’approvazione è stata votata con trecentoquaranta voti a favore, a fronte di ventuno astenuti e duecentosettantanove contrari. Voti contrari che sarebbe errore archiviare come attribuibili tutti a negazionisti dei problemi ambientali e climatici (questi ci sono ma sono una demenziale minoranza). C’è da ritenetere invece che la maggioranza dei contrari abbia preoccupazioni in molti casi legittime di natura economica e geopolitica. Comunque, sulla carta, dal 2035 nell’Unione Europea non si potranno vendere automobili o van che producono emissioni di anidride carbonica. Lo storico divieto di vendita vale su tutti i veicoli alimentati a combustibili fossili però, siamo certi, vedrà iniziare il balletto delle proroghe e delle deroghe. Del resto già oggi è prevista la deroga per i camion pesanti e lo slittamento per le “supercar”. Ma andiamo per ordine e cerchiamo di entrare nei gangli del problema partendo da alcuni studi. La Fondazione Symbola, Enel ed Enel X Way, hanno presentato il rapporto “100 Italian E- Mobility Stories 2023” che raccoglie l’esperienza di cento eccellenze della mobilità elettrica made in Italy. Il rapporto racconta la storia imprese, centri di ricerca e associazioni che, nel proprio segmento, stanno contribuendo allo sviluppo della mobilità elettrica. Dal design alla produzione di veicoli, dalla componentistica alle batterie fino alle infrastrutture di ricarica. Il rapporto sottolinea come la mobilità sta entrando in una nuova era, un settore che proprio nella delicata fase economica che stiamo attraversando vede confermati gli investimenti da parte delle case produttrici e dell’Europa attraverso il Green Deal che è uno degli assi principali della ripartenza. L’evoluzione della tecnologia, la necessità di ridurre gli impatti, la crisi climatica e gli effetti sulla salute umana della mobilità tradizionale nelle megalopoli del mondo, il moltiplicarsi delle politiche e gli ingenti investimenti delle case automobilistiche fanno affermare gli autori dello studio, fondato ottimismo almeno sul fatto che si è a un punto di svolta per la mobilità elettrica. Del resto è un fatto che la diffusione di auto elettriche nel mondo cresce rapidamente. Attualmente nel mondo circolano quasi 20 milioni di veicoli elettrici per passeggeri, 1,3 milioni di veicoli elettrici commerciali e oltre 280 milioni di ciclomotori, scooter e motocicli elettrici e stime recenti prevedono al 2030 una quota di mercato globale per le auto elettrificate superiore al 50%, trainato dalle tecnologie BEV (Battery Electric Vehicle). I principali mercati sono la Cina e l’Europa, quest’ultima nel 2021 ha registrato un aumento del 65,7% delle immatricolazioni di auto elettriche o a bassissime emissioni (ECV) rispetto al 2020 e ha visto a dicembre le vendite di auto elettriche sorpassare per la prima volta quelle dei veicoli diesel. La Germania si conferma il principale mercato europeo, con 682 mila immatricolazioni, seguita da Regno Unito (306 mila) e Francia (303 mila). Il nostro Paese ha chiuso il 2021 con un aumento delle vendite di auto elettrificate (ibride ed elettriche) del 199% rispetto all’anno precedente, raggiungendo il 38,4% del totale immatricolato. Ma in realtà guardando ai numeri e non alle statistiche, le immatricolazioni delle auto elettriche da gennaio a ottobre 2022 nel mercato italiano registra 39.400 unità, con la Fiat 500E ancora in cima alla top 5 delle BEV più vendute nel nostro Paese (5.585 unità ad ottobre 2022). Numeri non certo da capogiro. In questo nuovo mercato l’Italia, spiega sempre lo studio, può avere un ruolo di primo piano avendo un ampio spettro di competenze e tecnologie lungo tutta la filiera: dalle case automobilistiche a chi realizza e-bike e veicoli leggeri, passando per motorini e autobus elettrici. Nella componentistica troviamo il cuore pulsante di questa filiera, in cui le nostre aziende creano, prototipano e realizzano motori, statori, freni, elettronica e componentistica, fino a scocche e pacchi batterie con la presenza di un Battery Hub dedicato per l’assemblaggio a Torino. In Italia del resto avanzano progetti per la realizzazione di gigafactory: oltre allo stabilimento FIB Teverola 2, nel casertano, che dovrebbe aggiungersi all’omonima centrale dalla capacità produttiva di 350 MWh, sono in sviluppo i progetti di Italvolt, che a regime ospiterà 3 mila dipendenti e sorgerà nell’ex Olivetti di Scarmagno, nella provincia di Torino, e quello di Automotive Cells Company (ACC), joint-venture tra Stellantis, Mercedes e TotalEnergies, che mira ad una produzione di almeno 120 GWh entro il 2030 con una nuova gigafactory negli ex stabilimenti Stellantis in provincia di Campobasso, a Termoli. Come dimostra “100 Italian E-Mobility Stories”, le nostre imprese e i nostri centri di ricerca sono pronti e stanno affrontando la sfida della nuova mobilità. L’auto elettrica sposa l’innovazione proveniente da altri settori, a partire dalla rete elettrica, spinge sull’efficienza del motore, sulla durabilità delle batterie, sul retrofit elettrico di auto tradizionali, sul recupero dei materiali in un’ottica circolare. Ma non è tutto oro quello che luccica perchè alla base c’è il problema dei problemi, la produzione di energia elettrica che in Italia è prevalentemente da fonti fossili e quindi spegnere i motori a combustione per accendere maggiori “motori” di centrali, sposta poco il problema ambientale, a meno che, alla base, non vi sia poi la determian di considerare ineluttabile la scelta nucleare. Un dubbio forte dato che sono mesi che un “movimento” lobbistico si muove in quella direzione. Il problema non è solo italiano, ma di molte altre realtà europee ma soprattutto della Cina, che da un lato spinge sull’elettrico, ma produce l’energia nella maniera più tossica per il pianeta. Venendo nello specifico, in Cina, le vendite di auto elettriche sono quasi triplicate nel 2021 a 3,3 milioni, pari a circa la metà del totale globale. Le auto elettriche cinesi però sono in genere più piccole rispetto ad altri mercati. Oltre a costi di produzione inferiori, ciò ha ridotto notevolmente il divario di prezzo con le auto tradizionali. Il prezzo medio di un’auto elettrica in Cina era solo del 10% superiore a quello delle offerte convenzionali, rispetto al 45-50% in media negli altri principali mercati Italia compresa. Questo ponte un secondo enorme problema, la mobilità elettrica rischia di essere una scelta per benestanti e se si dovesse effettivamente bloccare la produzione dei mezzi tradizionali il rischio di relagare decine di milioni di italiani a viaggiare con mezzi non rinnovabili per i costi o all’immobilità, diventa alto. La soluzione non può essere quella dei bonus che finiscono i genere a favorire comunque chi ha potenzialità economiche medio alte. Una scelta potreebbe essere quella di consentire a costi ragionevoli le trasformazioni del parco circolante in elettrico attraverso i cosiddetti retrofit, in sostanza la sostituzione dell’unita endotermica con un motore elettrico. La tecnologia c’è ma resta costosa non alla portata dei più.
Ma vediamo nello specifico i vantaggi auto elettrica.
Comprando un’auto elettrica è possibile godere di numerosi vantaggi economici, garantiti dalle amministrazioni comunali e dal Governo che ha proposto una serie di incentivi che ne rendono vantaggioso l’acquisto. In particolare: Consumi ridotti: le auto elettriche consumano molto poco, soprattutto se confrontate con le auto a benzina e diesel. Infatti, il costo dell’energia elettrica è, ad oggi, inferiore rispetto a quello dei carburanti tradizionali anche se i recenti aumenti dovuti alla invasione russa dell’Ucraina non fanno stare tranquilli.
Possibilità di installare la colonnina di ricarica a casa: qualora si desiderasse procedere con l’installazione della colonnina di ricarica per l’auto elettrica domestica, è possibile farlo godendo delle agevolazioni fiscali attivate dal governo per favorire la mobilità elettrica. In questo modo, dopo un investimento iniziale apparentemente oneroso e il cui costo comunque viene rimborsato attraverso le detrazioni fiscali (quindi per chi ha “capienza”), il proprietario dell’auto elettrica può ricaricare il mezzo direttamente a casa e godendo della tariffa dell’energia elettrica concordata con il proprio gestore.
Assicurazione auto elettrica: l’assicurazione auto elettrica ha un costo inferiore rispetto a quella delle altre auto. Infatti, è possibile risparmiare tra il 10% e il 30% rispetto a quando si sottoscrive una polizza per le auto a diesel o benzina. La ragione di questo potenziale “sconto” risiede nel fatto che il calcolo della RCA auto viene effettuato in base al livello di rischio dell’auto e, da questo punto di vista, le macchine elettriche risultano più sicure rispetto alle altre, per il semplice fatto che circolandone meno gli algoritmi usati dalle compagni per calcolare il rischio lo fanno risultare più basso.
Bonus acquisto auto elettriche: il Decreto Rilancio ha confermato una serie di detrazioni fiscali per coloro che desiderano acquistare una macchina elettrica. Si tratta di un contributo che varia in base alle emissioni prodotte dal mezzo e che può arrivare fino ad un massimo di 6.000€, applicabile per le auto green che hanno un prezzo di listino non superiore a 61.000€ (iva inclusa). L’entità dell’agevolazione può aumentare nel caso in cui si decida di procedere – contemporaneamente – con la rottamazione della vecchia auto.
Auto elettrica vantaggi ambiente
Accanto ai vantaggi di natura economici sopra citati, è opportuno ricordare che acquistando un’auto elettrica è possibile dare il proprio contributo alla causa ambientale, in particolare: Riduzione delle emissioni dannose per l’ambiente: le auto green consentono, nei contesti di guida urbani, una riduzione delle emissioni di CO2 pari al 40%-45% rispetto alle analoghe versioni a benzina e tra il 22%-40% rispetto a quelle a diesel. Pertanto, è possibile affermare che un’“auto a spina” permette di ridurre le emissioni del 30% rispetto alle macchine con motore termico.
Meno inquinamento acustico: un ulteriore parametro da prendere in considerazione quando si valutano i vantaggi ambientali delle auto elettriche riguarda l’inquinamento acustico. Le macchine green sono molto più silenziose rispetto a quelle tradizionali e consentono di circolare rispettando l’ambiente urbano. Da questo punto di vista, le auto di nuova generazione sono spesso disposte di dispositivi acustici che ne segnalano la presenza quando circolano all’interno delle zone pedonali.
Oltre a queste tipologie di vantaggio è opportuno ricordare che disporre di un’auto elettrica permette di muoversi in piena libertà all’interno delle proprie città: infatti questi mezzi non solo non sono interessati dai blocchi del traffico, ma possono anche circolare in alcune zone a traffico limitato (ZTL).
Auto elettriche, svantaggi
Autonomia limitata: le auto elettriche hanno un’autonomia inferiore alle auto a diesel e benzina, e anche rispetto a quelle ibride. Questo rende impossibile il loro utilizzo quando si vogliono fare lunghi viaggi, a causa della mancanza di colonnine di ricarica elettrica in autostrada. Di conseguenza, i mezzi green hanno poca presa agli occhi di chi – per motivi personali o lavorativi – si trova a dover svolgere spesso lunghi viaggi in auto. Al tempo stesso è opportuno sottolineare come alcuni paesi dell’Europa – tra cui la Norvegia – abbiano già attuato politiche ambiziose per raggiungere una quota elevata di auto green e, di conseguenza, per adeguare le infrastrutture autostradali attrezzandole con colonnine di ricarica.
Tempi di ricarica: purtroppo i tempi di ricarica delle macchine green sono ancora spesso lontani e quasi incompatibili con i ritmi di vita frenetici che spesso ci si trova a dover fronteggiare. In questo senso, però, avere a disposizione il wallbox a casa propria e poter avere l’auto pronta al mattino può aiutare a risolvere in parte questa problematica. In alternativa, è preferibile parcheggiare il mezzo in un parcheggio attrezzato con una colonnina di ricarica elettrica: in questo modo è possibile ottimizzare il tempo della sosta assicurandosi la possibilità di avere l’auto carica quando si deve ripartire.
Sicurezza della batteria: ad oggi le batterie delle auto green hanno maggiori possibilità di prendere fuoco e dare luogo ad un incendio. Sebbene possa sembrare un’ipotesi remota, è opportuno tenerlo presente in caso di incidenti stradali.
Smaltimento delle batterie: sebbene le auto elettriche inquinino meno, è opportuno ricordare che il processo di smaltimento delle batterie auto – se non svolto nelle modalità più adeguate – potrebbe risultare un’operazione antiecologica e aggiungiamo frequente. Basti pensare che la tecnologia delle batterie è simile, con dimensioni ovviamente diverse a quelle degli smartphone e tutti noi ne conosciamo i limiti di durata e affifdabilità.