Mozione di censura a Scoccimarro. Bullian Patto per l’Autonomia-Civica Fvg: «Assessore non ha condannato i gruppi neofascisti e il saluto romano»

Bullian Enrico (fotoAcon)

Pieno sostegno del Gruppo consiliare del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg alla mozione di censura del PD (con primo firmatario Cosolini) nei confronti dell’Assessore Scoccimarro per la partecipazione dell’esponente della Giunta Fedriga a una manifestazione di chiaro stampo fascista a Trieste, con tanto di braccia destra tese e inviti al cameratismo. A esprimere la piena condanna, a nome del Gruppo, per la «prossimità o perlomeno una palese tolleranza verso movimenti, gruppi o singoli di chiara ispirazione fascista (del II o del III millennio cambia poco, il tempo non li nobiliterà)» è stato il consigliere regionale Enrico Bullian che ha messo in evidenza due «effetti deleteri dei tanti episodi di palese ammiccamento a iniziative o gruppi neofascisti: da una parte la denigrazione ricorrente della Resistenza e della Guerra di Liberazione dal Nazi-fascismo, perché, pur con tutte le criticità e gli errori che possono essere ascritti a quel mondo, è evidente la distinzione fondamentale fra chi combatteva per la libertà e la giustizia sociale e chi era per sua natura liberticida e razzista; dall’altra, la delegittimazione delle istituzioni conseguente a comportamenti irresponsabili come quello dell’Assessore Scoccimarro, azioni che vengono vissute dalla società con apatia, quasi sparate passeggere irrilevanti di una classe politica in generale screditata, quindi il danno finale è persino più subdolo di quanto possa apparire in superficie».

«La Costituzione, che regola le nostre istituzioni e il nostro vivere civile, non è solo afascista, ma è antifascista, proprio perché non può esserci passività verso rigurgiti fascisti che oggi si fanno più forti – ha evidenziato Bullian –. È inaccettabile che un Assessore regionale che ha giurato fedeltà alla Repubblica e sui suoi valori fondanti, tra cui l’antifascismo, partecipi a una manifestazione neofascista. Le istituzioni non possono rimanere imbelli e inermi. È gravissimo che né l’Assessore né nessun altro esponente della maggioranza non abbiano condannato senza se e senza ma chi è avvezzo a saluti romani e slogan vergognosi, incompatibili con lo Stato di diritto e con le istituzioni democratiche. Oggi in aula si è consumata una brutta pagina politica».