Ndrangheta a Nordest: «L’ex senatore leghista Alberto Filippi ordinò di sparare contro il giornalista Ario Gervasutti»

l’ex senatore della Lega Alberto Filippi

L’ex senatore della Lega Alberto Filippi è accusato di aver assoldato un mafioso per crivellare di colpi la casa di un cronista scomodo. A inchiodare l’ex senatore della Lega per due mandati, quindi espulso dal partito nel 2011, per poi entrare nella Destra di Storace e successivamente in Fratelli d’Italia, ci sarebbero alcune intercettazioni telefoniche nonché l’ammissione del sicario che avrebbe confermato agli investigatori di avere ricevuto una somma di denaro, 20000 euro,   per compiere l’attentato contro il giornalista. Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Venezia il mandante è quindi proprio l’imprenditore vicentino, Alberto Filippi, 57 anni, un passato politico di livello nella Lega tanto da finire in Parlamento. La vittima Ario Gervasutti, allora direttore del Giornale di Vicenza, oggi caporedattore de Il Gazzettino che subì un agguato mafioso nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2018. Alle 1.45 cinque colpi di pistola furono sparati contro la casa di Padova del giornalista e a rischiare molto fu soprattutto il figlio minore. Le finestre erano aperte e i proiettili entrarono nella stanza del ragazzo, sfiorarono la testiera del letto dove dormiva il giovane e andarono a conficcarsi sul soffitto, nel muro e nell’armadio. La verità sull’inquietante episodio è emersa dal filone d’inchiesta della Procura antimafia di Venezia sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta calabrese tra Vicenza e Verona che operava a nordest con tutto il corollario tipico di reati: estorsioni, rapine, emissione di false fatture, minacce, violenze private e truffa. Tra le 43 persone finite nel mirino dell’antimafia il nome di maggior spicco è quello del politico-imprenditore Filippi, imprenditore a capo di un’azienda di prodotti di chimica di base, senatore della Lega fino al 2013, anche se fu espulso dal partito già nel 2011. Uno degli indagati, Santino Mercurio, 65 anni, di Capo Rizzuto, avrebbe confessato ai magistrati di aver fisicamente compiuto l’atto intimidatorio, dopo lunga preparazione, indicando come mandante il senatore Filippi. Mercurio ha ammesso di aver agito dopo una serie di appostamenti mirati a scoprire orari e abitudini del giornalista.

La vittima del tentato attentato Ario Gervasutti

I fatti sono emersi dopo le rivelazioni di Domenico Mercurio, anche lui indagato ma diventato collaboratore di giustizia, che ha confessato di aver agito su incarico di Alberto Filippi, 57 anni, senatore leghista fino al 2013 (era stato espulso dal partito nel 2011), e noto imprenditore di Arcugnano dal 2002 al vertice di «Uniholding spa», azienda leader nella distribuzione di prodotti della chimica di base, con sede a Torri di Quartesolo. All’imprenditore, al «sicario» e ad altri soggetti non ancora identificati i pm antimafia Lucia D’Alessandro e Stefano Buccini contestano l’articolo 416 bis del codice penale. Si tratta di associazione di tipo mafioso, perché, si legge negli atti, «in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, Alberto Filippi incaricava Santino Mercurio, dandogli un compenso in denaro, di compiere un atto intimidatorio nei confronti dell’ex direttore del Giornale di Vicenza, Ario Gervasutti». Secondo gli inquirenti, l’intimidazione sarebbe stata commissionato per “punire” Gervasutti per una serie di articoli dedicati all’azienda di Filippi, la Unichimica, a proposito di un cambio di destinazione d’uso di un’area di proprietà dell’imprenditore. Oltre alle dichiarazioni del pentito a carico di Filippi ci sarebbero anche alcune intercettazioni telefoniche. L’ex senatore è accusato anche di concorso in estorsione e danneggiamento nei confronti della società Toscolapi srl, con l’obiettivo di indurre i titolari dell’azienda alla risoluzione di una controversia economica. La Procura antimafia veneziana si prepara a chiudere l’inchiesta, con le richieste di rinvio a giudizio, al termine dell’estate. Intanto emergono particolari sulla parabola politica del Filippi che ha militato per quasi vent’anni nella Lega Nord. Nel 1994 divenne assessore ad Arcugnano. Nel 1997 fu eletto consigliere provinciale di Vicenza. Dal 2006 al 2008 è stato deputato della XV legislatura. Nel 2008 fu eletto senatore e divenne vicepresidente della commissione esteri. Il rapporto con la Lega si è interrotto bruscamente nel 2011 quando venne a galla l’affare dei terreni  e la Provincia bloccò la possibilità di realizzare un centro commerciale. Venne sospeso e il consiglio federale decretò l’espulsione. Ma lui non pago, dapprima aderì al gruppo parlamentare di Coesione Nazionale, poi alla Destra di Francesco Storace di cui divenne rappresentante regionale. In seguito  portò in dote la struttura locale a Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, tanto che nel maggio 2014, in un bar di Vicenza, a dare quello che definì “il lieto annuncio” della riunificazione fu Ignazio La Russa, oggi presidente del Senato, assieme a Giorgia Meloni, presidente di Fdi.  Un paio di settimane fa Filippi ha partecipato a una cena all’Arsenale di Venezia assieme al ministro all’agricoltura Francesco Lollobrigida di Fratelli d’Italia, anche se non riveste alcun incarico pubblico. Filippi, secondo il Fatto Quotidiano, risulterebbe essere tra i finanziatori del quotidiano L’Identità di Tommaso Cerno, di certo risulta “autore” nello stesso quotidiano.

Colpi di pistola a Padova contro l’abitazione del giornalista friulano Ario Gervasutti