Fra gli acquirenti dei giornali del Nordest qualche presenza inquietante

L’operazione di acquisizione della maggioranza delle testate giornalistiche cartacee del nordest presto è praticamente conclusa anche se formalmente di scritto c’è solo un accordo preliminare. Nota anche la compagine che sotto l’ombrello della neo costituita Nord Est Multimedia S.p.A. (NEM) si spartirà le quote di quella che appare una operazione di potere più che solo editoriale. Molti i nomi noti del mondo dell’imprenditoria e della finanza, alcuni non sconosciuti anche al “grande pubblico”,  altri che rappresentano portatori di interesse e che evidentemente vogliono coprirsi mediaticamente le spalle in relazione alle loro attività attività principali. Del resto che non esistano più editori puri è realtà purtroppo inoppugnabile, ma fra i nomi della “cordata” che rendono l’operazione discutibile c’è anche quello di Angelo Mandato titolare, fra l’altro, della Bioman, abile quanto chiacchierato imprenditore del settore dei rifiuti spesso è finito agli onori della cronaca interessato da numerose indagini giudiziarie alle quali è stato associato e ad inchieste giornalistiche, una delle quali, alla luce della sua partecipazione “editoriale” ci pare quantomeno inquietante. Ma chiariamo meglio, Angelo Mandato è riuscito a costruire una sorta di piccolo impero nel settore dei rifiuti, con proprietà o controllo su grandi strutture per il trattamento della “monnezza”, discariche, inceneritori e produzione di biogas. Fin qui nulla di illegale, ovviamente, sempre che tutto sia svolto nel rispetto delle regole, anche se fra le vicende finite da tempo agli onori della cronaca c’è quella della società Sesa la cui proprietà è per il 51 per cento del Comune di Este e 49 per cento di privati fra ai quali ruolo preminente è proprio quello di Angelo Mandato. La Sesa è specializzata nel compostaggio con un fatturato che sfiora i 100 milioni e ricavi per oltre 8 milioni di euro con quasi 70mila tonnellate di compost, o presunto tale, trattato. Ma interessante è la genesi della Sesa, società fondata nel 1995 da tale Sandro Rossato conosciuto negli ambienti come “il calabrese” anche se in realtà era venetissimo. Rossato mantenne la vicepresidenza per 9 anni consecutivi prima di essere arrestato dalla procura di Reggio Calabria con l’accusa di associazione mafiosa con la famiglia ndranghetista degli Alampi.

Angelo Mandato

E’ sufficiente scavare fra le visure camerali per capire come attorno all’Angelo  Mandato ruotino numerose società interconnesse e che, se le attività venete hanno generato indagini e inchieste, recentemente, era il febbraio dello scorso anno, una indagine per traffico illecito di rifiuti fra Friuli e Veneto era partita dall’antimafia di Trieste con al centro la Bioman di Maniago (con socia la finanziaria regionale Fvg Friulia) appartenente alla galassia del Mandato. Al centro dell’indagine condotta dal nucleo Noe dei carabinieri di Udine che ci risulta già chiusa con l’archiviazione, c’era proprio la galassia di aziende che ruotano attorno all’azienda Bioman la cui sede operativa è a Maniago, ma la cui sede amministrativa è in via Stazione 80 a Ballò di Mirano, che è sede di tutte le aziende che fanno parte del piccolo impero di Angelo Mandato. Quindi il personaggio, che però è innocente fino a prova contraria, si può dire essere “chiacchierato” e forse si capisce bene l’interesse che può avere nell’investire nel settore dei quotidiani del nordest.  A smascherare certe tendenze di “controllo” sulla stampa da parte del Mandato ci ha pensato nel 2019 una inchiesta giornalistica (con tanto di video e audio) della testata giornalistica online Fanpage. Inchiesta nata  dopo che il giornalista Sacha Biazzo aveva cercato inutilmente di avere informazioni dirette sulle attività della Sesa. A seguito dell’attività del giornalista Fanpage si era vista contattare da Fabrizio Ghedin, responsabile della comunicazione di Sesa.

Fabrizio Ghedin

In alcuni incontri, presente anche il direttore di Fanpage e lo stesso patron di Sesa e Bioman Angelo Mandato,  viene intavolata un trattativa per un investimento pubblicitario da 300 mila euro. Seduti al tavolo di un ristorante ci sono il direttore di Fanpage Francesco Piccinini con un suo caporedattore Giorgio Scura e Angelo Mandato con Fabrizio Ghedin. È Ghedin che parla, non sapendo di essere ripreso da una telecamera nascosta, offrendo 300mila euro in pubblicità con lo scopo dichiarato di fermare o quantomeno di addolcire l’inchiesta sul compost in Veneto. «Spiegateci bene» dice il caporedattore di Fanpage. «Cosa potete offrire e cosa volete in cambio?». «È un investimento per far capire che non siamo avvelenatori, per completare il servizio. Non si pensi che vogliamo comprare». Peccato che la generosa offerta, si legge nell’inchiesta di Fanpage arrivi proprio all’indomani della richiesta di intervista ai vertici delle società di Mandato sull’inchiesta sul compost in Veneto. Bene, diamo per buona l’affermazione “non si pensi che vogliamo comprare”, ma oggi l’acquisto editoriale è decisamente palese, come è palese il motivo per il quale lo si vuole fare.

Ps vi suggeriamo di  vedere e ascoltare direttamente dalla fonte  l’inchiesta di Fanpage, saranno 18 minuti ben spesi… clicca su

   https://www.fanpage.it/attualita/lobby-ndrangheta-e-lega-di-salvini-chi-ce-nel-business-del-compost-in-veneto/

Traffici illecito di rifiuti fra Friuli e Veneto. Al centro dell’inchiesta dell’antimafia la Bioman di Maniago (con socia la Friulia)