Non rispettata in Fvg legge tempi di attesa prestazioni sanitarie. Zalukar: “forse la politica muscolare se ne infischia delle leggi convinta dell’irresponsabilità fino all’impunità”
L’emergenza Covid è certamente la maggiore problematica sanitaria del momento, ma questo non vuol dire dimenticarsi che non si muore solo di Covid e soprattutto non si soffre solo di patologie correlate alla pandemia. Eppure sembra proprio che in Friuli Venezia Giulia ci si sia totalmente scordati del resto, una rinuncia inaccettabile fra l’altro neppure compensata da una efficienza sul piano dell’epidemia, come dimostrano in maniera inoppugnabile i numeri che vedono ancora il Fvg ai vertici negativi per contagi. Eppure la sanità del Fvg oltre ad avere personale sanitario di prim’ordine aveva una organizzazione, perfettibile, ma ma per molti versi di buonissimo livello. Già in passato, fra l’altro, ci si era posti il problema di garantire il contenimento dei tempi di attesa per le prestazioni di diagnostica e cura. Lo ricorda oggi il Consigliere Regionale FVG del Gruppo Misto Walter Zalukar: La legge regionale n. 7 del 2009, scrive l’ex responsabile del Pronto soccorso del Cattinara oggi consigliere regionale, sul contenimento dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie prevede che l’Assessore competente in materia di sanità presenti in Consiglio Regionale (nello specifico alla III Commissione) non solo dei monitoraggi trimestrali, ma soprattutto una relazione annuale su aspetti salienti quali l’andamento dei tempi di attesa, l’eventuale superamento degli stessi e le misure correttive adottate. La relazione è dovuta entro il mese di febbraio di ogni anno. La relazione è importante, spiega Zalukar, perché obbliga il comparto sanitario ad una verifica complessiva su una tematica che è un po’ la cartina di tornasole del sistema, ma anche perché consente al Consiglio Regionale e a tutti i Consiglieri di affrontare un fondamentale argomento di politica sanitaria che ha un impatto enorme sulla salute dei cittadini. In questa Legislatura non è stata presentata ancora alcuna relazione. I Consiglieri regionali le hanno tentate tutte: interrogazioni scritte e orali non hanno avuto alcun esito e anche i solleciti del Comitato di controllo sulla Legislazione sono rimasti lettera morta. All’ultima interrogazione l’Assessore ha risposto che la relazione relativa al 2019 è stata presentata e che la relazione relativa al 2020 lo sarebbe stata entro febbraio, ma né la III Commissione né il Comitato per la legislazione e il controllo hanno mai ricevuto alcunché e ad oggi nulla è pervenuto. A questo punto un argomento fortemente tecnico e in buona misura bipartisan diventa un caso politico; un caso politico soprattutto nel centro destra e in particolare in Forza Italia, spiega ancora Zalukar. La legge sui tempi di attesa – meglio nota come legge Blasoni – infatti è targata Forza Italia e all’epoca della sua approvazione tutto il centrodestra compattamente la volle e la votò. Le previsioni della legge erano e sono ancora valide. La legge agisce da un lato sull’offerta delle prestazioni intensificando l’uso delle apparecchiature diagnostiche, fissando i tempi massimi anche per le refertazioni, responsabilizzando i Direttori generali, le professioni sanitarie e per i medici di medicina generale fu introdotto un parziale pay for performance sull’appropriatezza prescrittiva; dall’altro lato si opera anche sulla domanda responsabilizzando il cittadino. L’idea della clausola valutativa con il coinvolgimento del Consiglio ha il pregio di esaltare i compiti di controllo dell’Assemblea quasi a bilanciare la progressiva erosione delle sue funzioni legislative a vantaggio della Giunta. L’ultima relazione sui tempi di attesa porta il sigillo Serracchiani-Telesca, poi più nulla, un bello smacco per un Assessore di Forza Italia (Riccardi ndr) . Come mai questi non la presenta? A Forza Italia va bene così? Al centrodestra va bene così? Hanno forse cambiato idea sulla loro legge? Perché se così fosse, le leggi si cambiano oppure si rispettano. O forse siamo in quel film dove la politica muscolare se ne infischia delle leggi convinta dell’irresponsabilità fino all’impunità? Gli addetti ai lavori sanno che i dati relativi ai tempi di attesa non sono buoni e lo sanno soprattutto quei cittadini che dovrebbero essere operati oggi e non tra due o tre anni. Certo, il COVID ha rallentato tutta l’attività sanitaria, ma per quanto ancora il COVID sarà la scusa per l’evidente incapacità di governo della sanità del FVG?