Nucleare: spunta una mappa by destra più Calenda. A Monfalcone una delle 14 centrali proposte

Che sulla possibile istallazione di centrali nucleari in Italia fosse in atto una imponente campagna mediatica è fatto facilmente riscontabile facendo zapping sulle trasmissioni televisive dove più o meno titolati commentatori sulle questioni energetiche sembrano tutti concordi che il nucleare sia il paese di Bengodi. Tutti soggetti non certo disinteressati o comunque non sopra le parti, che dimenticano questioncine come le scorie, i tempi e costi di realizzazione e i rischi elevati che la presenza di tali impianti comportano per l’ambiente e per la sopravvivenza umana. Tutto in nome del profitto di pochi, non certo per calmierare le bollette delle famiglie. Ora a confermare che non è solo chiacchiericcio da talk, è anche spuntata una mappa riportante quattordici possibili centrali nucleare in altrettante località italiche una delle quali come Fvg, ci riguarda direttamente perché sarebbe a Monfalcone. Ad annunciarlo Angelo Bonelli, co portavoce di Europa Verde, secondo cui questa ‘mappa’ segreta sarebbe stata predisposta in accordo trasversale fra Calenda, Berlusconi, Salvini e Meloni. La mappa in questione sarebbe stata ricavata sulla base del vecchio programma nucleare pre-referendum sulla base di alcuni criteri tra cui la disponibilità di grandi quantità di acqua per raffreddare i reattori. Le località individuate per ospitare le centrali nucleari sono: Torino Vercellese, Caorso, Monfalcone, Chioggia, San Benedetto del Tronto, Termoli, Brindisi, Palma di Montechiaro, Scansano Jonico, Garigliano, Borgo Sabotino, Montalto di Castro, Scarlino, Oristano. A denunciare il presunto programma come detto è stato Angelo Bonelli:  “Oggi facciamo un’operazione verità: rendiamo pubblici i siti in cui verrebbero realizzate le centrali nucleari che Calenda e Salvini propongono e che non hanno il coraggio di dire. Questo programma costerà oltre 280 miliardi di euro (fino a 400 secondo alcune altre proiezioni ndr) e non dicono chi metterà i soldi”.  Certo, promesse e denunce in campagna elettorale, hanno il valore che hanno, ma per dire il vero, in questo caso è forte l’impressione che nella mente di qualcuno la questione nucleare e i lucrosissimi appalti che si trascina dietro, abbia molti sponsor politici ai massimi livelli. Incredibilmente neppure i grandi rischi che stiamo correndo a causa della centrale di Zaporizhzhia in Ucraina, occupata  e diventata obiettivo militare, sembra far ragionare sul fattore umano che rende non sicure le centrali,  che non possono essere considerate impianti industriali qualsiasi e che, ai rischi intrinsechi della scissione dell’atomo, dimostrati già ampiamente dagli incidenti del passato, si aggiunge proprio il fatto che quegli impianti, anche volendo credere alla favoletta della “quarta generazione” non sono invulnerabili, non solo  dalle calamità naturali,  ne tantomeno dalle azioni scellerate degli uomini in grigioverde per non parlare di eventuali azioni terroristiche. L’esistenza di questo progetto del destra-centro è dimostrato, oltre dalla campagna mediatica di cui abbiamo accennato in apertura,  dal fatto che sia nel programma elettorale del trio Meloni, Salvini, Berlusconidel sia in quello della lista Azione-Italia Viva By Calenda, Renzi, si fa esplicitamente riferimento  all’utilizzo dell’energia nucleare per mezzo degli impianti di “ultima” generazione. Carlo Calenda, ad esempio,  già lo scorso marzo ha proposto la costruzione di otto centrali nucleari, con tre o quattro reattori ciascuna, per una potenza complessiva di 40 gigawatt. Per Matteo Salvini invece l’Italia “non può essere l’unico grande paese al mondo che si ostina a dire no al nucleare pulito e sicuro di ultima generazione, noi abbiamo bisogno di energia pulita e sicura, abbiamo bisogno del nucleare”. Ovviamente in mlti nutrono la speranza la speranza che questo progetto sia come quello del Ponte sulla Stretto di Messina, una favola acchiappavoti, ma purtroppo in questo caso non c’è da giurarlo perchè enormi sono gli interessi che si muovono. Dipenderà molto ovviamente dal risultato elettorale del 25 settembre e da una eventuale massiccia maggioranza di destra alla quale  si potrebbe associare, almeno sul tema, il duo Calenda/Renzi. C’è quindi di che essere preoccupati. Rispetto all’ipotesi Monfalcone c’è da registrare una prima e speriamo non unica reazione,  la richiesta della segretaria del Pd provinciale di Trieste e candidata alla Camera Caterina Conti che chiede che Fedriga smentisca l’ipotesi. “Il presidente Fedriga, dichiara Conti, assicuri ai cittadini che non sarà nemmeno presa in ipotesi il sito di Monfalcone per una centrale nucleare. Purtroppo non è la prima volta che lo spettro di una centrale atomica incombe sui monfalconesi e quindi su tutta la nostra regione: non vorremmo che a forza di ripetere qualcuno cominci a crederlo possibile”. “L’indipendenza energetica è un tema strategico che va affrontato con la massima serietà e parlare con leggerezza di nucleare non è il metodo per uscire dall’emergenza. Tanto più in Friuli Venezia Giulia, dove non dimentichiamo mai che a pochi km sorge la centrale di Krsko, con tutte le problematiche annesse, inclusa l’alta sismicità del territorio”.