Nuovo assetto sanitario regionale Fvg. Incontro tra i sindaci dell’agro aquileiese
“Siamo preoccupati perché non c’è chiarezza su quello che sarà il nuovo assetto sanitario regionale in questa fase trasitoria di confluenza di tutta l’attività ospedaliera e territoriale della Bassa Friulana verso l’Azienda Udinese. Siamo qui, 16 sindaci su 17 (assente giustificato Bicinicco) dell’Ambito socio assistenziale UTI Agro Aquileiese, compatti nel chiedere massima chiarezza dai commissari regionali Giuseppe Tonutti e Antonio Poggiana che devono in accordo trovare, in base alla legge, una intesa per redigere il piano di riordino”, così Francesco Martines, Sindaco di Palmanova.
Alla riunione non era presente il Commissario Tonutti con il quale è stata però concordata una nuova data per una prossima assemblea che il Presidente Savino convocherà per il 2 maggio alle 19 sempre a Palmanova.
“Il Piano Attuativo Locale dell’Azienda Sanitaria non dice nulla sugli stabilimenti ospedalieri di Palmanova e Latisana, mentre specifica alcuni indirizzi specifici per l’Isontino. Nessun segnale è giunto dall’Azienda che dal primo gennaio 2020 ci ingloberà. Ritengo quindi necessario prendere l’iniziativa, proponendo agli amministratori interessati una bozza di documento politico e con alcuni spunti tecnico-operativi, che serva da base di discussione con i due commissari straordinari interessati”, aggiunge Francesco Martines.
Il documento, presentato come base di confronto, è stato esplicitato durante la riunione e sarà oggetto di eventuali revisioni ed integrazioni nei prossimi giorni, fino a giungere (così l’intenzione del promotore) verso la firma da parte di tutti i comuni dell’ambito.
Il cappello politico cita gli articoli 9, 10 e 11 della legge regionale 26, quella che ha dato il via al riordino sanitario regionale. La richiesta è quella di applicare in modo puntuale quello che la legge prevede nel rapporto tra ospedali e specializzazioni in hub e spoke, sulla rispettiva autonomia organizzativa, integrando e dando continuità tra ospedale e territorio. Oltre a questo viene chiesto di assicurare assistenza ai pazienti nel luogo più vicino possibile alla residenza anche attraverso la mobilità dei professionisti tra le sedi.
Operativamente si chiede di confermare, e magari potenziare, specializzazioni e servizi sanitari tuttora presenti nelle due sedi, a partire dal punto nascita a Palmanova. “Su questo punto, come già esplicitato più e più volte, esistono elementi oggettivi, numeri e questioni di sicurezza per partorienti e bambini, oltre all’indiscutibile vicinanza all’ospedale hub di Udine, fondamentale per i parti più ciritici. Un punto nascita che serve non solo l’area geografica della bassa friulana ma anche l’isontino, il basso udinese, il cividalese e il manzanese” chiarisce il Sindaco di Palmanova.
Nel documento si chiede il mantenimento di chirugia generale e ortopedica d’urgenza h24 in entrambe le strutture con specializzazione in chirurgia maggiore in elezione a Latisana e chirurgia ortopedica protesica a Palmanova. Chirurgia day and week surgery andrebbe specializzata in un unico presidio, secondo il criterio di diversificazione e specializzazione. Medicina confermata sui due presidi, con gestione programmata, integrata e assicurata da contributi specialistici di prossimità in base alle situazioni.
Mantenute urologia e nefrologia, presenti ora su ambedue i presidi, sia come ambulatori che come followup di chirurgia di base e dialisi dei pazienti cronici. Otorinolaringoiatria e oculistica vedrebbero la presenza di ambulatori in entrambe le sedi con Latisana specializzata nel primo settore e Palmanova nel secondo. Su oncologia si chiede il mantenimento delle attuali attività e per neurologia, dermatologia, reumatologia e pneumologia gli ambulatori nelle due sedi.
I sindaci chiedono chiarezza nella ripartizione delle attività fra ospedali hub, presidi e stabilimenti ospedalieri. I primi devono servire per le attività complesse mentre gli spoke per alleggerire gli hub delle attività chirurgiche meno complesse.
Sui servizi territoriali si chiede una presenza più diffusa possibile.
“Non smantelliamo quello che di buono si è fatto in tanti anni nella Bassa Friulana, anzi esportiamo questo modello. I servizi di prossimità, come l’infermiere di comunità, il centro di salute mentale, la riabilitazione e i percorsi nascita non vanno ridimensionati ma anzi potenziati. Sarà necessario creare un “dipartimento per la disabilità” a livello di distretto che accompagni le persone fino alla maggiore età”, conclude Francesco Martines.