Nuovo polo siderurgico a San Giorgio di Nogaro: luci e ombre di una operazione privata ma con tanti milioni pubblici

porto Nogaro

Se da un lato il concretizzarsi dell’ipotesi di un polo siderurgico italo-ucraino Danieli-Metinvest a San Giorgio di Nogaro è certamente una ipotesi di sviluppo occupazionale interessante, non basterà aggiungere la parola green per rendere sostenibile un colosso equivalente all’Abs di Cargnacco, posizionato in un’area ambientale delicata già gravata dalla presenza delle altre attività della zona industriale Aussa Corno. Come è noto di questo insediamento si parla da mesi dopo che il mercato globale dell’acciaio è stato sconvolto dall’invasione russa in Ucraina e se da un lato c’è l’urgenza di cogliere l’occasione al volo, dopo che la grande acciaieria di Mariupol è stata distrutta, dall’altra una valutazione meno frettolosa dei costi benefici andrebbe fatta. Invece pare che la Regione ed in particolare l’assessore regionale alle Attività Produttive Sergio Emidio Bini, si sia già lanciato in pieno con entusiastico vigore  nell’operazione, tanto che già il 10 giugno scorso aveva presieduto un tavolo tecnico convocato ad hoc a Udine cui avevano preso parte imprenditori, amministratori dei comuni interessati dall’intervento per terra e laguna (Grado, Marano Lagunare, San Giorgio di Nogaro e Torviscosa), referenti di enti, consorzi ed agenzie (tra cui Cafc, Arpa e Cosef), le università di Udine e Trieste, Confindustria Udine ma soprattutto il gruppo Danieli vero beneficiario dell’operazione. Bene si discuta ma la sensazione che la decisione sia di fatto già presa, con Bini pronto a firmare un bell’assegno da 80 milioni (di soldi pubblici) per il potenziamento dell’area di Porto Nogaro. 80 milioni  che si aggiungerebbero ai 10 già stanziati per la bonifica e urbanizzazione dell’area ex Eurofer. Certo l’operazione produrrebbe circa un migliaio di posti di lavoro, ma una cautela sull’impatto ambientale sarebbe opportuna ed invece la sensazione è che, per battere la concorrenza di altre zone interessate ad accaparrarsi l’investimento ucraino,  non solo non si baderà a spese ma si passerà una formale pennellata di verde minimizzando i problemi che un insediamento industriale di quella portata produrrebbe sull’area già gravata da numerosi problemi ambientali. Il tutto, non va dimenticato, a beneficio di una iniziativa privata. Il progetto prevede infatti, in via preliminare, prima cioè che l’acciaieria venga realizzata, il dragaggio del canale di ingresso al porto per permettere l’attracco alla banchina di navi con pescaggio profondo rafforzando la vocazione industriale di Porto Nogaro. Con il conseguente aumento del trasporto via mare, sia delle materie prime in arrivo sia del prodotto lavorato in uscita dalle industrie insediate nell’Aussa Corno vi saranno, spiegano i sostenitori dell’iniziativa, benefici sull’ambiente e sulla vivibilità, perché porterà a una diminuzione del trasporto su gomma. Per ottenere questo però, la banchina di attracco diventerà più lunga, saranno realizzati nuovi piazzali e alcune aree di costa saranno sollevate di un paio di metri si presume attraverso il trasporto (via gomma) in loco di materiale di riempimento. Le strutture di darsena oggi esistenti non dovrebbero subire modifiche, non così invece per la viabilità di accesso che sarà ridisegnata a servizio delle imprese. Giustamente, con le notizie di accelerazione dell’operazione, c’è chi si interroga sulla bontà complessiva dell’insediamento partendo anche dalle azioni “collaterali” che si stanno preparando. E’ il caso di quanto denunciato oggi dal consigliere regionale Cristian Sergo del M5s: “Rimaniamo basiti e sconcertati dall’annuncio dell’ennesimo studio su Porto Nogaro” spiega il consigliere regionale. “La Giunta regionale, a furia di studiare, chiosa ironicamente Sergo, meriterebbe il Premio Nobel sulla Tutela della Laguna o, più realisticamente, un richiamo della Corte dei Conti”. “Non conoscendo i dati di progetto della nuova acciaieria, siamo costretti a fare ipotesi: cosa spiacevole ma, conoscendo la situazione e i luoghi di cui si parla non ci rimane altro – aggiunge Sergo -. Un nuovo studio sulla Laguna, da affidare alle Università di Udine e Trieste, dopo lo studio di assetto morfologico ambientale conclusosi nel giugno 2017 e recepito nel Piano di Gestione approvato nel 2019, si può giustificare in due modi: o quello vecchio è uno studio inadeguato e inaffidabile, ma non crediamo possa essere possibile, oppure per insediare l’acciaieria in Aussa Corno la Danieli ha chiesto un escavo esagerato del Corno e si devono spendere queste risorse per capire se l’impatto sia sostenibile”. “Capiamo la volontà di tutelare un bene così prezioso come la Laguna, ma considerata la finalità privata dell’iniziativa sarebbe quanto meno opportuno, per non dire lecito, che il nuovo studio fosse pagato dai proponenti del progetto – afferma il consigliere M5S -. E ciò anche per una questione di responsabilità nei confronti dei cittadini nel caso in cui lo studio delle Università dovesse dare esito negativo. Unica consolazione è che l’affidamento venga dato agli atenei e non ad altri privati, cosa che invece è stata fatta regolarmente negli ultimi anni in tema di dragaggio”. “Abbiamo già ricordato come la Regione abbia varato le linee guida sui dragaggi affidandosi alle consulenze di una società di Padova, e abbia recentemente affidato l’incarico di progettazione per il ripristino dei fondali del canale d’accesso di Porto Buso. E ora vogliamo cambiare di nuovo le carte in tavola? E questa è la politica del fare in fretta e senza burocrazia? In merito al principio di sostenibilità integrale, che abbina la sostenibilità ambientale a quella sociale, l’attività economica e la tutela dell’habitat – conclude Sergo -, ribadiamo e continueremo a farlo finché non entrerà nella testa di chi governa questa Regione che l’articolo 41 della costituzione italiana è stato così recentemente modificato: ‘L’iniziativa economica privata è libera ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana’”.