Ogni invasione è “bell’ ‘a mamma soja”, ma macerie e morte si somigliano tutte

Attacco a Damasco, foto agenzia Sana

Mentre il premier israeliano Naftali Bennett, volava nelle vesti di colomba della pace fra Mosca e Berlino, cauto verso la Russia, per tentare una mediazione nel conflitto ucraino i caccia-bombardieri della stella di David compivano l’ennesimo “raid” sull’aeroporto siriano di Damasco. E’ il quarto attacco israeliano in Siria in un mese. Quest’ultima azione avrebbe provocato due morti e un numero imprecisato di feriti. La notizia è stata riferita dall’agenzia governativa siriana Sana, secondo cui la contraerea siriana si era attivata attorno alle 5 locali (le 4 in Italia) per rispondere all’attacco nemico. Dal canto suo, l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria afferma che il raid aereo israeliano ha preso di mira una sezione dell’aeroporto di Damasco, dove si trovano magazzini di armi di miliziani filo-iraniani. Bisogna dire che questi attacchi di Israele, se non completamente sono da sempre silenziati dai media italiani da sempre scarsamente attenti alle vicende che pare non ci riguardino. Eppure avvengono in totale disprezzo del diritto internazionale e quindi appare bizzarro che le opzioni di pace in Ucraina vengano affidate a Bennet, anche se si sa, in diplomazia bisogna spesso turarsi il naso. I velivoli militari israeliani partono o dallo spazio aereo del Libano, senza chiedere autorizzazione a Beirut, oppure dal Golan siriano, zona occupata illegalmente nel 1967, annessa da Israele nel 1982. Annessione condannata da decine di risoluzioni Onu, ma gli USA ai tempi di Donald Trump, hanno riconosciuto il Golan occupato come parte di Israele. Diciamo che ogni invasione ha i suoi sponsor e la parola viene sdoganata a secondo dell’area di influenza geopolitica. Vogliamo ricordare che Israele, e il suo Premier Bennet hanno condannato “l’invasione” della Russia in Ucraina. E chissà che un domani la Cina non faccia un pensiero su Taiwan una bella “invasione” e  la provincia Taipei Cinese diverrebbe realtà non solo nelle carte geografiche di Pechino.