Oibò ci si è ristretta la testata

FriuliSera ha recentemente scritto che dopo i recenti sommovimenti editoriali, che al Messaggero Veneto sarebbe cresciuto il “Veneto”, come sappiamo dimagrirà la redazione e anche ulteriormente l’attenzione verso alcune tematiche che disturbano vecchi e nuovi manovratori, possiamo dire che quanto da tempo affermiamo, quasi inascoltati, si sta purtroppo avverando.

Il rischio monopolio era già presente, ma oggi si aggiunge anche la colonizzazione. Così ora ci tocca aggiungere che a FriuliSera decrescerà il “Friuli” e che, per rendere palpabile la scelta, progressivamente potremmo decidere di rimpicciolire il carattere della determinazione geografica “Friuli” nella testata (vedremo se poi farlo sparire del tutto o ripristinarne la visibilità).
Giochi con le parole e titoli a parte, è innegabile che il nuovo corso dell’editoria porterà inevitabilmente a una polarizzazione territoriale dell’informazione legata, da un lato alle compagini economiche e agli interessi politici non sempre nobili, e dall’altra alla consapevolezza che c’è chi vorrebbe libera informazione anche locale, ma ovviamente rigorosamente gratis. Noi per anni abbiamo cercato di tenere alto il vessillo del pluralismo dando voce a chi non aveva visibilità già vittima di ostracismo informativo, ma oggi dobbiamo fare la valutazione amara che le genti del Friuli, anche nella parte più progressista, non sono in grado di sostenere progetti editoriali locali, più per “fancazzismo” o forse volontà suicida, che per effettiva impossibilità economica. Così prendendo atto di questo, l’unica opzione di sopravvivenza, escludendo per ora la “messa in vendita”, potrebbe essere quella di ampliarsi a un mercato più vasto, nazionale, se non addirittura transnazionale, magari facendo rete con altre realtà editoriali simili. Progetto ambizioso? Forse, nulla è deciso, ma bisogna iniziare seriamente una riflessione prima di essere definitivamente travolti. Del resto se è comune l’affermazione secondo cui: “c’è molto bisogno di informazione indipendente”, pochi (e questi li ringraziamo) traggono le conseguenze mettendo mano al portafoglio, per non parlare poi della paura di disturbare il manovratore. Più pavidi che squattrinati, e non parliamo solo di imprenditori o politici sempre pronti ad invocare come vuoti echi in una valle, giustizia, pluralismo e libertà, ma addirittura di associazioni di categoria, anche insospettabili, per la loro storia, che temono evidentemente l’ira dei potenti e la loro sparizione mediatica solo se dovessero esporsi aiutando pubblicitariamente FriuliSera. Per conto nostro manterremo la centralità della notizia, ma non saremo più disponibili a fare gli “utili idioti” in favore dei tanti che pretendono visibilità, non si capisce poi in nome di quale principio, ma poi spariscono dall’orizzonte. Applicheremo quindi una rigida valutazione, perché se tutto può essere notizia, non tutto deve essere diffuso “gratis”.

L’associazione “Ilquotidino nuovo” editore incaricato di Friulisera