Oncologia all’ospedale di Pordenone. Bidoli: «I pazienti e le loro famiglie necessitano di risposte concrete»
Quale futuro per l’oncologia a Pordenone? Lo domandava alla Giunta Fedriga il consigliere regionale del Patto per l’Autonomia Giampaolo Bidoli in un’interrogazione depositata a novembre dello scorso anno con la quale chiedeva chiarezza sulla programmazione regionale a breve termine relativa al servizio di oncologia dell’Ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone e sul rapporto futuro che verrà a stabilirsi tra la struttura ospedaliera e il Centro di riferimento oncologico di Aviano. All’interrogazione è stata data risposta da parte dell’Assessore alla salute durante la III Commissione consiliare di oggi (28 febbraio, ndr).
«All’ospedale di Pordenone – hub di primo livello – era attivo il servizio di oncologia, che, con la pandemia, nel marzo del 2020, è stato sospeso con la concentrazione di tutte le attività presso il Cro di Aviano, in modo da ridurre la circolazione degli operatori sanitari e accogliere i pazienti oncologici all’interno di un perimetro dedicato in grado di massimizzare la sicurezza. Da ottobre 2020 sono riprese a Pordenone soltanto le attività ambulatoriali, così per una parte dei servizi i malati devono continuare a recarsi ad Aviano», evidenzia Bidoli sottolineando che, pur essendo passati diversi mesi, non c’è stato un intervento chiarificatore da parte della Regione sul futuro della realtà oncologica pordenonese, anche a fronte di molteplici preoccupazioni espresse da operatori sanitari, famiglie, pazienti e associazioni, anche a mezzo stampa, disattendendo alla garanzia di poter disporre di prestazioni sanitarie di prossimità, come tra l’altro avviene nelle altre due aziende sanitarie. «L’Assessore – conclude il consigliere del Patto per l’Autonomia – ha dichiarato che il potenziamento delle attività oncologiche al Santa Maria degli Angeli è legato all’ultimazione del nuovo ospedale, parliamo quindi di un orizzonte temporale di circa un anno e mezzo, se tutto andrà bene. A quei malati che segnalano ore di attesa per visite e trattamenti medici servono però risposte certe e in tempi brevi».