Opinione: Sanità Fvg “nave sansa nocchiere in gran tempesta”
Nella riunione di Palmanova sul nuovo modello di sanità le parole dei vertici della sanità regionale confermano, se ancora ci fosse stato qualche dubbio, che il nostro sistema sanitario è al palo.
Dopo oltre un anno dall’inizio della nuova legislatura non si intravvede un barlume di pianificazione sanitaria, mentre i livelli di sicurezza calano pericolosamente.
Prima delle elezioni si guardava con enorme preoccupazione allo sfascio prodotto dalla riforma Serracchiani, tanto che si pensava ad una sorta di piano Marshall per mettere al più presto in sicurezza la sanità regionale e arrestarne il degrado. E anche per dar tempo di sviluppare la riprogrammazione del sistema, basata su due punti fondamentali: 1) la revisione dell’offerta sanitaria 2) la ridefinizione degli assetti istituzionali. Punti che dovevano correre, e sottolineo il verbo “correre”, con tempistica parallela.
Invece poco o nulla sembra essere stato messo in sicurezza e di una vera pianificazione non esiste traccia, se non negli annunci dell’Assessore alla Salute Riccardi, che si ripetono eguali nella loro astrattezza e improbabilità da ormai un anno. Si è riusciti a ridefinire gli assetti istituzionali, ma in quali tempi e con che fatica, dovendo inventarsi addirittura un consesso di saggi…. peraltro in disaccordo tra loro. E così il 2018, l’anno che doveva vedere la rinascita della sanità regionale per cominciare a recuperarne le eccellenze, si è concluso con risultati assai miseri: si sono ridefiniti i confini delle Aziende (adottando il modello del programma elettorale) e si è creata l’Azienda “zero,” che in sei mesi ha prodotto il nuovo logo aziendale e non si sa cos’altro. Doveva tra l’altro occuparsi di 112 e 118 e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Dopo oltre un anno (di meditazione?) l’Assessore alla Salute ha confermato che i CAP non servono, precisando che bisognerebbe “piuttosto agire sull’appropriatezza”, concetto assai condivisibile, ma oltre all’annuncio quali azioni concrete sono previste? Neppure si conoscono i dati aggiornati dei CAP, come ammesso dallo stesso Riccardi: “il dato più recente e disponibile sui risultati raggiunti con la realizzazione dei Cap deriva dal consuntivo 2017.” Ma in base alle linee di gestione 2019 approvate dalla Giunta queste evidenze dovevano essere disponibili già da sei mesi e adesso scopriamo che l’Assessorato alla Salute è fermo ai dati di due anni fa.
E la stessa cosa avviene per un altro dei problemi più scottanti: le liste di attesa. Ed anche per la rete oncologica; ma nel giugno del 2018 non era forse stato annunciato che fosse in dirittura di arrivo?
E in ottobre non era forse stato assicurato che anche l’emergenza sarebbe migliorata significativamente entro fine anno, cioè dicembre 2018?
E così si vorrebbe andare avanti? Senza adeguate competenze? Senza una vision di sistema su cui fondare pianificazione e gestione strategica?
Come una nave sanza nocchiere in gran tempesta.