Opportunità e rischi dell’intelligenza artificiale: 4 esperti a confronto nei ‘giovedi’ prima di tutto’ a Udine

Manuel-Cacitti

“L’intelligenza artificiale (IA) è uno strumento di lavoro che, come accaduto in passato, sarà un’opportunità per chi imparerà a usarlo, mentre farà perdere l’occupazione a tutti coloro che non si aggiorneranno”. E’ quanto ha affermato Manuel Cacitti, informatico esperto di sicurezza dei dati, intervenendo il 7 settembre all’incontro del ciclo “Giovedì prima di tutto”, format a cura dell’istituto di credito PrimaCassa FVG che sta riscuotendo successo e partecipazione in regione. Nel suo settore, cioè nelle soluzioni informatiche per la protezione dei dati e della privacy, c’è infatti grande richiesta di tecnici come di esperti. Si tratta di figure con competenze in continuo aggiornamento, capaci di stare al passo con le ‘invenzioni’ dei criminali informatici che quotidianamente attaccano aziende, istituzioni e privati cittadini.

L’evento sui rischi e sulle tutele dell’IA di Prima Cassa FVG si è tenuto nel Centro Culturale Paolino d’Aquileia; fa parte di un format divulgativo che riunisce esperti e si rivolge ai cittadini per prendere consapevolezza sulle grandi questioni del presente, per pianificare il futuro.
Sotto il titolo ‘L’intelligenza artificiale, un’opportunità o una minaccia?’ sono intervenuti, oltre a Cacitti, Luca Grion, professore associato di Filosofia Morale all’Università di Udine, Gabriele Franco, avvocato specializzato in diritto delle nuove tecnologie e David Puente, giornalista, vice direttore di “Open”.

“L’idea di focalizzarsi sulla IA è opportuna e necessaria – spiega Manuel Cacitti, informatico esperto di sicurezza dei dati – perché presente ovunque, in ogni aspetto della nostra vita. Come altre tecnologie del passato, dal telaio al motore a scoppio, l’intelligenza artificiale rivoluziona anche il lavoro. Ci offre soluzioni più rapide, più efficienti, più comode, ma devono essere governate all’interno di confini etici”.
Se le opportunità derivate dall’automazione, dal supercalcolo e dagli algoritmi sono ormai abbastanza chiare, quando si parla di minacce i timori crescono. Primo pericolo, fra tutti: la perdita di lavoro. Per questo l’esperto di cybersecurity ha incentrato il suo intervento sull’uomo. Ricordiamoci infatti che il termine ‘intelligenza’, se associato ad ‘artificiale’ è una distorsione: le macchine aiutano l’uomo, ma non sono che strumenti, inventati dall’uomo stesso, e funzionali alle sue intenzioni. Se ci preoccupiamo de pericoli, dobbiamo assumerci la responsabilità di affrontarli o meglio prevederli”.
Ma a che punto siamo con le regole, sia etiche sia giuridiche, su questo tema? “Commissioni scientifiche, governi come quelli europei, aziende sono impegnate per normare le applicazioni delle IA. Si tratta di un’impresa difficile, perché si tenta di regolamentare qualcosa di estremamente innovativo e in evoluzione”.