Pari opportunità: consigliere del centrosinistra contro la scure sulle donne, ottenuto primo stop
«Contro la scure che rischia di calare sulla Commissione Regionale Pari Opportunità (CRPO), abbiamo ottenuto un primo stop portando la discussione nella commissione consiliare competente con l’audizione di tutti i soggetti coinvolti». Lo affermano le consigliere regionali di centrosinistra Manuela Celotti e Laura Fasiolo (Pd), Serena Pellegrino (Avs), Giulia Massolino e Simona Liguori (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg) e Rosaria Capozzi (M5s) a margine dello stralcio dei cinque emendamenti al ddl 18, più un sub-emendamento aggiuntivo, presentati dai capigruppo di maggioranza, Antonio Calligaris (Lega), Mauro Di Bert (Fedriga presidente), Claudio Giacomelli (Fdl), Andrea Cabibbo (Fi), che miravano a modificare la legge regionale 23 del 1990, istitutiva della Commissione regionale per le pari opportunità.
«Un primo importante risultato è stato raggiunto: l’assemblea legislativa ha votato all’unanimità lo stralcio degli emendamenti proposti dal centrodestra che puntavano a stravolgere, depotenziandola, la Commissione nella sua composizione e nella sua funzione. Adesso le proposte di modifica passeranno in quinta commissione, ma non senza un previo passaggio in Commissione regionale pari opportunità, che si riunirà il prossimo lunedì 6 maggio, convocata d’urgenza come da nostra richiesta e di alcune commissarie». Inoltre, continuano le consigliere, «va chiarita la posizione della presidente Marcolin che, come ricordato in Aula, ancora non ha precisato se fosse a conoscenza delle proposte di modifica. Dopo quanto accaduto crediamo sia assolutamente necessario procedere con un chiarimento e una verifica interna».
Le consigliere hanno dunque depositato una richiesta di audizione in quinta commissione delle commissarie e del commissario, delle consigliere di parità, delle associazioni, dei movimenti e delle organizzazioni delle donne, delle delegate alle Pari opportunità degli enti locali e delle relative Commissioni, delle rappresentanze sindacali, dei centri antiviolenza e degli organi di garanzia, «al fine di avviare – spiegano le esponenti di opposizione – un serio confronto su quanto accaduto e sul funzionamento della Crpo, perché se dei cambiamenti devono essere apportati e dei miglioramenti percorsi, questi devono essere proposti dalla Commissione stessa, per poi passare nella commissione consiliare competente e quindi in Aula: questo è l’unico percorso di garanzia possibile».
Fra le modifiche più impattanti, spiegano, «si propone di eliminare il limite alla presenza maschile (attualmente fissata al 30 per cento dei componenti), con un generico rimando al fatto che “nessun sesso può essere rappresentato in misura inferiore al 30 per cento” il che aprirebbe, in potenza, a una Crpo composta in maggioranza da uomini e presieduta da un uomo. La Consigliera di parità e le Consigliere regionali non sarebbero più componenti di diritto della Commissione. Si punta a slegare, di fatto, le nomine delle e dei componenti dalle indicazioni delle associazioni e dei movimenti impegnati nella tutela dei diritti delle donne e nella promozione delle pari opportunità. Per noi le proposte sono assolutamente irricevibili e ci auguriamo non trovino in futuro delle repliche anche in altre regioni». Per questo le consigliere hanno inviato una lettera alle presidenti dei Crpo di tutte le regioni illustrando la situazione e appellandosi a loro affinché «informino le rispettive Commissioni e si esprimano con forza contro questo tentativo di svuotamento e depotenziamento della Crpo del Friuli Venezia Giulia».