Patto per l’Autonomia: «La riapertura delle scuole deve essere una priorità. Si riparta da un confronto serio sui dati»

«La scuola regionale ha bisogno di uno sguardo lungo che parta da un confronto su dati condivisi, sulla base dei quali fare scelte ragionate. La scuola è luogo di crescita e formazione per ragazze e ragazzi, in cui prende forma il futuro della nostra società. Dobbiamo riportarla al centro dell’agenda politica e per fare questo serve uno sforzo straordinario», afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, al termine dell’audizione odierna in VI Commissione consiliare della direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, che «ci mette davanti ad alcuni temi cruciali rispetto alla situazione di criticità in cui versa la scuola in Friuli-Venezia Giulia».

In primo luogo, chiarisce Moretuzzo, «rimane fondamentale l’ascolto complessivo del mondo della scuola: dal Coordinamento dei presidenti dei Consigli di istituto, audito oggi, ai rappresentanti degli insegnanti, dei dirigenti, dei genitori e degli studenti affinché si considerino le diverse visioni di tutti gli attori coinvolti, per fornire risposte efficaci alle difficoltà affrontate da ragazze e ragazzi e personale scolastico. In secondo luogo, di fronte alla chiusura delle scuole e a più di un anno dall’inizio della pandemia, dopo aver ascoltato la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale e l’assessore Rosolen, l’impressione è che manchi un reale coordinamento su dati ufficiali e condivisi sui contagi avvenuti all’interno degli istituti e dei servizi educativi. Analisi e confronto che determinano scelte difficili, che non possono essere prese sulla base di impressioni parziali – prosegue Moretuzzo –. Abbiamo bisogno di dati puntuali su quello che è successo e succede nelle scuole, dal punto di vista dei contagi, del tracciamento, ma anche dell’impatto sull’apprendimento, oltre che sulla salute psicofisica dei più giovani, alla luce delle ripercussioni negative, già riscontrate dagli esperti, su bambini, ragazzi e adolescenti e sulla società nel suo insieme, per effetto della chiusura degli istituti».

Non ultimo, «il fatto che, ad esempio, la Provincia Autonoma di Trento, che gestisce territorialmente la scuola, abbia un gruppo di lavoro apposito che monitora l’andamento dei contagi di alunne e alunni e personale scolastico ed è in grado di fornire dati completi e precisi ci evidenzia nuovamente le potenzialità dell’autonomia regionale di fronte invece alle inefficienze della gestione centralizzata, la cui cifra simbolica è stata la disputa sui banchi a rotelle», conclude il capogruppo del Patto per l’Autonomia.