Patto per l’Autonomia: Stop alle speculazioni sui torrenti naturali, i piccoli e medi impianti idroelettrici non siano più considerati di pubblica utilità.
La Giunta regionale si impegni a individuare tutte le azioni possibili affinché i piccoli e medi impianti idroelettrici – il cui apporto al fabbisogno energetico è limitato a fronte, però, di un significativo impatto ambientale – non siano più considerati di pubblica utilità, impedendo in tal modo l’automatismo dell’esproprio. È la richiesta formulata dal Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia in un ordine del giorno, depositato oggi, giovedì 4 aprile, durante l’esame in corso della legge “omnibus”.
Nel concreto, togliendo la qualifica di pubblica utilità, chi vorrà costruire un impianto idroelettrico della potenza nominale inferiore a 3 mila kW dovrà avere la disponibilità dei fondi per la costruzione e la messa in esercizio delle relative piccole derivazioni.
«Le mini centrali idroelettriche – dichiara il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo – hanno un impatto ambientale sui torrenti naturali che è ben superiore rispetto ai benefici che portano alla collettività. In questi anni abbiamo assistito a una vera e propria speculazione ai danni degli ecosistemi montani e delle comunità locali. Abbiamo chiesto alla Giunta di impegnarsi affinché questo tipo di progetti non siano considerati di pubblica utilità, per non trovarci nel paradosso per cui a un investitore privato è consentito espropriare un bene di altri, anche pubblico o collettivo, per la costruzione di impianti che impattano pesantemente sul territorio».