Pd del Friuli Venezia Giulia propone modifiche alla legge elettorale in vista del 2018
“Sulla legge elettorale serve il massimo consenso delle forze politiche, perché le regole si scrivono insieme. Le modifiche alla legge, che crediamo siano opportune, necessitano della più ampia condivisione. Ed è per questo che affidiamo il mandato al nostro gruppo consiliare di aprire una tavolo di confronto con gli altri schieramenti su alcuni punti che riteniamo importanti e che erano contenuti nel programma del centrosinistra del 2013”. Lo afferma la segretaria regionale del Pd Fvg, Antonella Grim, intervenuta nella sede udinese del partito, dove si è riunita la Direzione regionale per discutere sulle modifiche all’attuale legge elettorale. Secondo Salvatore Spitaleri, presidente dell’Assemblea Pd Fvg, “la Direzione si è espressa in modo unanime nel ribadire che, a pochi mesi dalla scadenza del mandato, le modifiche alla legge elettorale devono avere la massima condivisione possibile, anche rispetto ad iniziative estemporanee di altri gruppi consiliari. Per questo vanno evitate fughe solitarie in avanti. Naturalmente – aggiunge Spitaleri – il Pd non è spettatore, ma fin dal programma elettorale della coalizione a sostegno della candidatura di Debora Serracchiani ha posto tre punti cardine sui quali basare un progetto di modifica alla legge. Ricordiamo che per approvare la legge elettorale serve una maggioranza qualificata ed è quindi necessario un consenso molto ampio”.
Tre i punti sui quali appoggia la proposta di modifica della legge elettorale regionale del Pd Fvg in vista del voto del 2018 e sui quali, appunto, è stato dato mandato al gruppo consiliare di aprire il dialogo con le altre forze politiche: prevedere la doppia preferenza di genere, uniformare il numero dei mandati dei consiglieri regionali a quello dei sindaci e rivedere l’istituto della incandidabilità prevista oggi per i sindaci dei comuni con più di 3mila abitanti, che, se intenzionati a candidarsi, sono obbligati a dimettersi dalla carica di sindaco almeno 90 giorni prima della scadenza del quinquennio di durata del Consiglio regionale.
Secondo Antonella Grim “questa proposta prende corpo dal programma elettorale della coalizione di centrosinistra del 2013. Già lì, in quel programma, si definivano alcune linee guida per l’adeguamento della legge elettorale regionale. Credo sia di particolare rilievo la questione della doppia preferenza di genere, giù prevista per le amministrative e l’elezione della Camera dei deputati. Strumento che nessuna donna credo sia felice di utilizzare, ma che in Italia rimane necessario perché non ci sono ancora le condizioni culturali che garantiscono la piena presenza delle donne in politica”.
Chiara Da Giau, consigliere regionale, ha illustrato alla Direzione l’attuale legge elettorale e le varie possibilità di modifica. Alla fine della sua relazione si è aperto un ampio dibattito. Tra gli interventi, quello del sindaco di Palmanova Francesco Martines e del sindaco di San Canzina Silvia Caruso, che hanno posto l’accento in particolare sulla necessità di superare l’istituto dell’incandidabilità dei sindaci, che “esiste solo in Friuli Venezia Giulia”. Cinzia del Torre ha ribadito la “necessità di aprire alla doppia preferenza di genere, che va portata avanti non solo a parole, ma nei fatti, dopo i falliti tentativi durante la Giunta Tondo”. Il capogruppo Diego Moretti ha evidenziato quanto sia importante elaborare una proposta convincente che possa essere oggetto di un’ampia convergenza, ricordando che il 22 marzo inizierà la discussione sul tema in Consiglio regionale.