PD Udine svolto il primo dei tre laboratori: gli udinesi pretendono servizi sociali rinnovati
Si è svolto nella sala di Spazio Venezia si è svolto il primo degli eventi aperti al pubblico organizzati dai laboratori del PD cittadino. Numerosi i presenti, intervenuti sia a titolo personale che in rappresentanza di associazioni, sindacati, gruppi politici del territorio coinvolti nella ricerca sui bisogni vecchi e nuovi dei cittadini, e vivace il dibattito. Obiettivo dell’incontro era “restituire alla città” la lettura fornita dai partecipanti alla ricerca effettuata attraverso il questionario rispetto ai vecchi e nuovi bisogni delle persone, lanciato durante il primo evento pubblico del laboratorio, in cui ogni quartiere ha raccontato esperienze di solidarietà e partecipazione. “Innovazione dei servizi storici Udinesi quando si parla di politiche sociali: si deve rivedere l’organizzazione sul territorio, andando incontro alle nuove esigenze che si sono acuite dopo due anni di pandemia“ – ha aperto così i lavoro dell’incontro il segretario dei democratici udinese, Vincenzo Martines – “I costi sociali del sistema di assistenza per una popolazione che invecchia e si impoverisce anche a Udine devono essere riconsiderati finanziando la prevenzione con progetti specifici. C’è bisogno di una “trattativa” nuova nel colloquio con la Regione e con lo Stato perché investa in progetti che risolvono a monte processi di disuguaglianza sociale che ora si stanno acuendo. Perché questo sia possibile c’è anche necessità che si rinnovino i metodi con cui si erogano finanziamenti e si costruiscono i progetti. Su questo gli intervistati dei vari quartieri udinesi sono stato netti: basta con i finanziamenti a pioggia e via libera alla collaborazione tra Comune e Privato sociale, si deve coinvolgere chi ogni giorno lavora a stretto contatto con le cittadine e cittadini che chiedono attenzione. Un invito a lavorare in modo alternativo a come sta facendo l’attuale amministrazione.” Alcuni punti importanti sono emersi con chiarezza dalla lettura delle risposte dei cittadini organizzata da Francesco Milanese con le riflessioni proposte dalla coordinatrice del laboratorio sociale del Pd di Udine, Silvana Cremaschi, e dal professore di economia internazionale dell’Università di Udine, Paolo Ermano: • l’epidemia da Covid ha evidenziato e reso più “dolorosi per la popolazione” problemi della sanità che erano già presenti: è necessario ridare forza ad un servizio pubblico, universalistico, attento alla prevenzione, proattivo e non solo orientato a rispondere alle domande di cura su iniziativa del singolo;
• nelle risposte del questionario si è visto con chiarezza un diverso approccio di genere ai temi della “cura” che risulta coinvolgere molto le donne, sia per la sensibilità al tema che per l’effettivo impegno nella cura delle persone (una politica che coinvolga le due metà del cielo potrebbe rispondere meglio a questi bisogni?);
• alcune aree della città evidenziano maggiori difficoltà nell’accesso ai servizi, per motivazione legate ai trasporti non sempre funzionali e per le presenze non omogenee sul territorio dei servizi stessi (vorremmo comprendere meglio questo tema);
• le famiglie vivono solitudine, difficoltà economiche, carenze nell’accesso ai servizi per i figli. Le famiglie separate vedono moltiplicate le stesse problematiche. A volte i servizi ci sarebbero, e l’accesso tramite lo SPID alle richieste di sostegno potrebbe favorire la partecipazione, ma le fasce di popolazione più fragili sono in difficoltà per la mancanza di device o di formazione sul loro utilizzo;
• il terzo settore in città, come sappiamo, è forte e propositivo, ma si è persa nel tempo l’esperienza di co-progettazione e di costruzione condivisa delle risposte sotto il cappello di un progetto di comunità chiaro, condiviso, coordinato dai servizi pubblici ed aperto a soluzioni innovative;
• ci sono forze innovative, una vivacità di pensiero che attualmente il Covid pare aver sopito e “individualizzato” ma che ci pare covare sotto la cenere e riemergere nei movimenti per il clima, nelle analisi e nelle scelte sulle nuove modalità di lavoro (smart working? riduzione degli orari di presenza? scelte di lavori più vicini ai reali bisogni di una vita che tenga presente anche la famiglia, gli amici, e le relazioni, l’ambiente);
• la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche per Udine e l’accesso ai servizi devono trovare vie innovative di coordinamento in base ai bisogni, ai modelli organizzativi dei lavori e delle famiglie, alle possibilità di partecipazione reale al cambiamento della città in termini solidali e di riduzione delle diseguaglianze. Durante il dibattito sono state proiettate le slide relative alle numerose proposte formulate dai cittadini per una proposta di una “città del noi” in cui ognuno si senta a casa e possa stare bene, una città che misuri il benessere sul passo dei più deboli affinché il benessere sia reale per tutti.