Pellegrino (AVS): Montagna: Bellezza da preservare senza sfregi

“Le montagne sono un immenso patrimonio naturale di cui dovremmo fare tesoro. Ospitano il 15% della popolazione mondiale e circa la metà della biodiversità mondiale. Forniscono acqua dolce a quasi la metà dell’umanità, contribuendo a sostenere l’agricoltura e a fornire energia pulita. Le montagne sono minacciate dal cambiamento climatico, ma anche dallo sfruttamento eccessivo e dalla contaminazione, azioni che rimandano direttamente alle attività umane.” Così in una nota la Consigliera Regionale Serena Pellegrino, Alleanza Verdi e Sinistra, a margine del convegno organizzato da Legambiente FVG dal titolo ‘Montagne del Friuli: la bellezza violata! Basta infrastrutture in alta montagna’, in merito alla commemorazione della Giornata Internazionale della Montagna, designata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2003 che si celebra ogni anno, l’11 dicembre, con numerosi eventi finalizzati a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dello sviluppo sostenibile e della preservazione dei territori montani intesi anche come sistemi economici, sociali, culturali e identitari unici da cogliere come punto di partenza per ripensare ad un modello globale che consideri tutte le interconnessioni. Va sempre ricordato – prosegue Pellegrino che è anche Vice Presidente della IV Commissione Ambiente – come le montagne svolgono un ruolo fondamentale sia per l’equilibrio della biodiversità sia di quello ambientale. Basti ricordare, banalmente, che gli alberi delle foreste montane assorbono l’anidride carbonica dall’atmosfera e contribuiscono a mitigare il cambiamento climatico mentre i ghiacciai, veri osservati speciali, forniscono acqua potabile e irrigazione non solo per le popolazioni montane ma soprattutto per tutte quelle che vivono a valle. Un ultimo appunto – sottolinea la Consigliera Pellegrino – il 35% del territorio italiano è di natura montuosa: non si può più rimanere inermi a guardare il depauperamento di un patrimonio prioritario per la tenuta ecosistemica, ovvero anche per la nostra sopravvivenza.” Pellegrino conclude con un’esortazione: “Se l’uomo nega alla montagna libertà di azione la montagna, più prima che poi, questa libertà se la riprende e chi fa le spese siamo solo noi, poveri umani”.