Per la viticoltura biologica l’annata 2023 è la dimostrazione che vocazionalità e competenza fanno la differenza

Venerdì 1 dicembre a Villa Nachini, Corno di Rosazzo, si terrà un incontro tecnico dedicato alla viticoltura biologica, aperto a viticoltori e tecnici, con lo scopo di analizzare assieme l’andamento della stagione e fare tesoro di quanto appreso in un’annata difficile come quella appena conclusasi. Nonostante le tante voci sulle estreme difficoltà in cui la viticoltura bio verserebbe causa andamento meteo particolarmente sfidante, i dati veri dicono qualcosa di ben diverso: sia nella gestione della peronospora, quest’anno particolarmente aggressiva a causa delle frequenti piogge, che nei casi di recrudescenza della flavescenza, il biologico si è difeso molto bene! Ciò, dove la viticoltura ha una chiara vocazionalità… ma il biologico è proprio il metodo in grado di esaltarne valenze e qualità… e dove i viticoltori sono preparati, soprattutto nella gestione agronomica del vigneto. Se lo scorso anno c’è stata evidente dimostrazione di come una razionale gestione “biologica” del suolo possa fare la differenza quando l’acqua è scarsa, quest’anno abbiamo palesi  dimostrazioni di come la stessa gestione lungimirante del suolo faccia la differenza quando l’acqua è troppa, quando i patogeni sono favoriti dal clima e non si possa solo fare affidamento sulle molecole di fitofarmaci. La viticoltura biologica di successo considera l’intero sistema e ragiona sul lungo periodo: temi come la già citata gestione del suolo o la presenza di elevata biodiversità all’interno e attorno al vigneto sono parte integrante della strategia per la difesa e non possono essere considerate in modo disgiunto. Proprio di fronte alle difficoltà o a situazioni nuove, la viticoltura biologica usa e produce molta conoscenza, consapevole della rapida evoluzione del contesto legata al clima e alla necessità di essere preparati per l’imprevedibile. A chiusura di un’altra “annata difficile” condivideremo osservazioni, esperienze ed evidenze
scientifiche di chi fa viticoltura biologica con competenza e visione di sistema, producendo “nuova conoscenza”, l’input di cui il biologico è davvero “intensivo”. Un’approfondita analisi della stagione prenderà spunto dall’introduzione di Enzo Mescalchin, ricercatore ben noto anche in Regione e già coordinatore dell’Unità Agricoltura Biologica presso Fondazione Mach. Ad ampliare la sfera delle esperienze contribuirà Stephane Becquet, responsabile viticoltura biologica di ITAB. A seguire le esperienze di Davide Mosetti, Federico Tacoli e Antonio Noacco ed interventi programmati, assieme a quelli di tutti i viticoltori presenti, di
Francesco Degano e Gianluca Gori. Proprio quando i giochi si fanno difficili i biologici sanno come giocare! La partecipazione è libera e gratuita. In allegato programma dettagliato.