Per una legge regionale sul fine vita, consegnate al Consiglio regionale le Ottomiladuecentosessantasei firme raccolte
Ottomiladuecentosessantasei firme per una legge regionale sul fine vita sono state consegnate al consiglio regionale di piazza Oberdan per una legge regionale che ne disciplini modalità e tempi. Un corteo lungo le principali vie di Trieste ha visto i tanti volontari regionali dell’associazione Luca Coscioni portare gli scatoloni contenenti le firme raccolte in 5 mesi. Si tratterebbe di una norma di civiltà in nome della libertà individuale che possa indicare procedure, tempi certi e gratuità per le persone sofferenti malate di malattie che non lasciano speranza e non consentono una vita dignitosa e priva di dolore. Libertà in sostanza di richiedere l’accesso alla morte volontaria assistita, quando le condizioni di sofferenza diventano estreme e irreversibili come del resto previsto da una sentenza della Corte Costituzionale. Le firme sono state raccolte a Pordenone, Udine, Gorizia e Trieste. Come accennato prima di depositare le firme in piazza Oberdan, le cellule provinciali dell’associazione Luca Coscioni si sono riunite in un corteo che, da piazza Cavana fino all’edificio della Regione, ha attraversato il capoluogo giuliano. Oltre ai membri dell’associazione, in piazza Oberdan si sono visti anche alcuni consiglieri regionali ed esponenti di partito che al di là della presenza fisica hanno voluto commentare con dichiarazioni e note stampa:
Furio Honsell Open Fvg (gruppo misto)
“Oggi sono state presentate in Consiglio Regionale FVG oltre 8 mila firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare sul “suicidio medicalmente assistito”. Per me è stato un onore partecipare alla certificazione di queste firme dei cittadini in svariate occasioni nelle piazze della regione insieme a tanti altri volontari. Un grazie soprattutto alle cellule dell’Associazione Luca Coscioni per il loro straordinario sforzo organizzativo. Sono fiducioso che venga presa in considerazione seriamente dal Consiglio Regionale questa proposta. Non solamente perché è forte il sentimento presso i cittadini di ogni età, non solamente perché ritengo fondamentale il diritto all’autodeterminazione delle persone, ma anche perché dai tempi di Loris Fortuna, Franco Basaglia e Beppino Englaro questa regione è stata pioniera nei diritti civili. Il progresso civile dell’Italia dalla legge sul divorzio a quella sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento è debitrice al Friuli Venezia Giulia. Anche in questo importante passaggio sono fiducioso che il FVG sarà all’altezza.” Così si è espresso Furio Honsell Consigliere Regionale di Open Sinistra FVG.
Conti-Famulari PD
“Il deposito delle firme è una tappa fondamentale che confido porterà anche in Friuli Venezia Giulia ad approvare una legge che tuteli la dignità e l’umanità di ognuno di noi, anche nel momento supremo in cui la vita incontra la sua fine. Auspico potrà essere un lavoro condiviso dai consiglieri regionali, perché questo è un tema che tocca e coinvolge tutti. Invito a superare i tradizionali schieramenti, attribuendo alla persona la dignità di compiere la sua ultima scelta, in presenza delle condizioni indicate dalla sentenza della Corte costituzionale”. Lo dichiara la segretaria del Pd provinciale di Trieste Caterina Conti, in occasione del deposito in Consiglio regionale del Fvg, delle oltre 7mila sottoscrizioni raccolte per la richiesta di proposta di legge popolare regionale promossa dall’associazione Luca Coscioni, su procedure, ruoli e tempi certi per il suicidio medicalmente assistito. “Sono particolarmente emozionata – dice la vicepresidente del Consiglio comunale di Trieste Laura Famulari, del Pd, oggi in piazza Oberdan davanti al Consiglio regionale per la consegna delle firme – perché a questa battaglia ho sempre creduto e ho contribuito certificando le firme ogni volta che ho potuto. Credo che l’adesione popolare, in regione e a Trieste in particolare dove c’è una forte sensibilità sui temi dei diritti della persona, sia un segnale che dovrebbe essere colto dai legislatori regionali”.
Enrico Bullian Patto per l’Autonomia – Civica Fvg
«segno evidente di quanto il tema sia importante e sentito – commenta il consigliere regionale del Patto per l’Autonomia – Civica Fvg Enrico Bullian, presente al deposito delle firme preceduto da un corteo partito da piazza Cavana alla volta degli uffici regionali in piazza Oberdan –. Cittadine e cittadini chiedono a gran voce una chiara e forte azione istituzionale per riconoscere il diritto al fine vita con tempi e procedure certe, già sancito dalla Corte Costituzionale», aggiunge Bullian, che è il primo firmatario della mozione sul fine vita, sottoscritta, per il momento, da rappresentanti di tutti i Gruppi Consiliari di opposizione, la cui discussione in aula è stata rinviata a fine novembre dopo un approfondimento sul tema in III Commissione consiliare, competente per materia.
Simona Liguori, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia – Civica Fvg
«La Regione eviti di ostacolare la proposta di legge cercando di guadagnare tempo, ma si adoperi per il rispetto delle volontà delle ammalate e degli ammalati», afferma Simona Liguori, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia – Civica Fvg nonché componente della III Commissione che esaminerà mozione e proposta di legge sul fine vita.
M5S Fvg
“Ringraziamo tutti coloro che si sono recati a firmare per il deposito della proposta di legge sul fine vita, ennesima prova di democrazia diretta che vuole sancire diritti e non toglierli a qualcuno”. A dirlo sono i portavoce del movimento 5 Stelle del Friuli Venezia Giulia. “Sarebbe importante se il Consiglio Regionale dimostrasse maturità e responsabilità su un tema così delicato quanto sentito dai cittadini che per anni hanno atteso invano che fosse il Parlamento ad esprimersi su questa materia. La stessa dimostrata da Asugi pochi giorni fa. Leggiamo purtroppo che le forze politiche del centrodestra o restano in silenzio di fronte all’ennesimo caso di partecipazione popolare o ne bocciano già l’iniziativa preferendo lasciare la mano a deputati e senatori che per decenni non son riusciti a scrivere una legge valida, costringendo i cittadini a diventare legislatori”.