Perchè Goletta Verde promuove il mare del Fvg se le criticità esistono? La situazione non è tragica… ma non è neppure seria

C’è un che di contraddittorio nella promozione, parola che si potrebbe leggere in due modi,  del mare del Fvg da parte di Goletta Verde, infatti non solo per il sesto anno consecutivo è stato giudicato fortemente inquinato il prelievo effettuato alla foce del canale di via Battisti a Muggia che si conferma “malato cronico”, ma si è parlato anche di criticità facendo riferimento al “mondo della depurazione” e alla situazione della Laguna di Marano alla quale è stato dedicato addirittura un Convegno dal titolo: “Al confine tra terra e mare: la laguna di Marano e Grado fra minacce e azioni di tutela”. In realtà dalle parole pronunciate nel dibattito è emerso poco, come era prevedibile in iniziative di questo tipo si balla un minuetto che diverte solo chi lo fa . Il vero problema è invece che rischia di passare l’idea di un ambientalismo cerchiobottista che evidenzia criticità ma poi promuove il sistema secondo una logica, forse condivisibile dal punto di vista “strategico”, che se si vuole mantenere certi rapporti bisogna mediare. Peccato che in un Fvg, dove esiste una sovrapposizione fra interessi economici e media, le criticità spariscono lasciando il posto ai titoli del tipo: “Da Lignano a Grado: Goletta verde promuove il mare del Fvg”. Del resto lo spiegava già il trattato di strategia militare “L’Arte della guerra” (attribuito al generale cinese Sun Tzu, vissuto in Cina probabilmente fra il VI e il V secolo a.C) e ritrovato scritto su un rotolo di bambù che: “Nell’operazione vittoriosa prima ci si assicura la vittoria e poi si dà battaglia. Nell’operazione militare destinata alla sconfitta prima si dà battaglia e poi si cerca la vittoria.” Insomma quando non puoi vincere adeguati ed evita lo scontro perchè se gli “interessi” sono tutti contro, la battaglia diventa solo morale. A molti basterebbe, ma è comprensibile che  ambientalisti di mestiere non vogliano essere ridotti al silenzio mediatico, garantito in una regione come il Fvg dove interessi economici e monopolio informativo sono coniugati in maniera indissolubile e nei quali  si garantisce il “giusto” spazio agli sponsor, fondamentali per tenere in mare la goletta. Come leggere altrimenti le parole del Presidente di Legambiente Fvg Sandro Cargnelutti dalle quali si dovrebbero trarre conseguenze ben diverse dal “mare pulito” almeno quando afferma: “quello della depurazione è un tema strategico per la nostra regione e per alcuni aspetti ancora irrisolto”. Insomma è irrisolto ma comunque vi promuoviamo. “Il prelievo effettuato a Muggia dimostra l’esistenza di veri e propri malati cronici, che monitoriamo da sei anni per i quali non è stata trovata ancora una soluzione, ha detto Cargnelutti, è necessario recuperare in fretta anni di inerzia negli investimenti in infrastrutture e nel contempo ridurre le pressioni. Un’inversione c’è stata negli ultimi anni, bisogna accelerarla. L’Asvis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ndr) ci ricorda inoltre che in tema di acqua (efficienza distributiva, depurazione dei reflui) e suolo (impermeabilizzazione e frammentazione) la nostra regione ha indici compositi peggiori della media nazionale. Allargando lo sguardo ai molteplici fattori di pressione presenti in Laguna bisogna sviluppare – aggiunge Cargnelutti – strategie e obiettivi di medio periodo, coinvolgendo tutti i comparti economici e gli enti interessati, anche attraverso un processo negoziale, per garantire durabilità, resilienza e produttività dell’ecosistema nel tempo. Anche perché la qualità dell’ecosistema è uno dei più importanti indici indici di qualità di un territorio”. Insomma anche se Legambiente ricorda che pressioni importanti, seguendo la linea di costa del Friuli Venezia Giulia sono presenti all’interno del bacino scolante della Laguna di Marano e Grado, sotto forma di inquinamento microbiologico e chimico: condotte fognarie che scaricano direttamente nel reticolo idrografico minore senza trattamenti, i comuni sotto infrazione comunitaria, la presenza di fognature miste in aree collocate sotto il livello del mare (problemi idraulici, sfioratori di piena,..), il superamento di parametri registrati allo scarico del depuratore di Lignano,  tutto va bene… o quasi. Sullo sfondo, spiegano c’è l’annosa questione sulla qualità di alcuni impianti di depurazione esistenti. Non solo inquinamento microbiologico, ma anche chimico insiste a monte del sistema lagunare: nitrati, pesticidi e metalli pesanti.nella nostra regione. Ma poi ecco che si dice che è quello di Muggia l’unico dei nove campionamenti realizzati da Goletta Verde lungo le coste del Friuli Venezia Giulia in cui gli inquinanti hanno superato il limite previsto dalla legge. Insomma o l’inquinamento narrato da Cargnelutti e tutta una fantasia o i prelievi di Goletta Verde sono poco utili se non ad operazione di mera propaganda.  Ma poi ecco che arriva la spiegazione, il monitoraggio hanno spiegato,  è stato sicuramente influenzato dalle condizioni climatiche e in particolare dalle piogge abbattutesi nei giorni precedenti l’arrivo dei tecnici di Legambiente. Così alla fine si parla di una situazione che, per quanto nel complessivo positiva, non deve far abbassare la guardia. Insomma un colpo al cerchio e uno alla botte che ci fa dubitare davvero sulla consistenza di certe pagelle e riconoscimenti, operazioni che sono  lodevoli operazione mediatiche quando cercano di sensibilizzare, ma che alla fine sono poco concludenti dal punto di vista del controllo delle acque, del resto non può essere che così, dato che le analisi sono una cosa seria e non possono essere svolte in un mordi e fuggi di poche ore.