Persa la bussola compagni? C’è chi pensa di spingersi a “sinistra“ e rischia invece di riunirsi con la “destra”

Cristoforo Colombo sostenne che si poteva “buscar el levante por el ponente”, aveva ragione, come sappiamo, ma oggi ho la sensazione che, mutatis mutandis, qualcosa del genere stiamo vedendo a livello ideo-sociologico. Niente di geografico, ma più semplicemente il fatto che a furia di spostarsi a sinistra o di pensare di farlo, c’è chi rischia di ricongiungersi idealmente alla destra. Uniti nell’incredibile operazione di appoggiare un criminale come Putin. Come sappiamo, felpe ed elargizioni in denaro lo testimoniano, il presidente della federazione russa, per alcuni, è da tempo rappresentante ideale di un sovranismo come metodo di governo e gestione politica. Mentre per altri,  sarà anche un bieco dittatore,  ma è comunque “vittima” di un occidente cinico e baro. Capiamoci, di errori e orrori l’occidente, la Nato e gli Usa, ne hanno compiuti a bizzeffe e spesso, per non dire sempre, l’italietta prona e paurosa, ha lasciato fare,  assieme ad un Europa inetta e incapace di unirsi politicamente per davvero per contrastare la leadership a “stelle e strisce” pensando bastasse solo la moneta “euro”. Ma questo non giustifica che per “ritorsione” ideologica bisogna far finta di non vedere la verità di quanto avviene, magari credendo alle fake news che nelle guerre spopolano, ma che oggi, non solo entrano direttamente nei computer e negli smartphone di tutti,  ma ci rendono, magari inconsapevoli, operatori del falso. Ha colpito vedere come alcune persone, anche stimabili, abbiano condiviso ingenuamente sui social la falsa immagine del presidente Ucraino Zelensky ritratto con indosso una maglietta da calcio riportante effigi simil naziste, si tratta di un evidente fotomontaggio, come hanno certificato i vari siti specializzati nel smascherare le bufale.  Eppure in tanti, non resistendo ai pruriti anti occidentali, ci sono cascati e proseguono sui social, magari con cinica ironia, ad appoggiare strampalate teorie giustificatrici.  In questa guerra lurida chi è l’aggressore e chi è l’aggredito è chiarissimo. Nulla può giustificare le bombe e nulla può giustificare la pretesa, paventata da qualcuno, che l’Ucraina “porga l’altra guancia” in una stucchevole logica para-pacifista, mentre gli ucraini sono invasi e massacrati. Ci saranno anche frange di nazionalisti nostalgici, ma sotto le bombe russe ci sono milioni di cittadini che chiedono solo il diritto di autodeterminare il proprio futuro. E’ così difficile da capire?  In tanti in passato criticavamo le scelte occidentali di partecipare ad operazioni di “polizia internazionale”, all’esportazione della democrazia nei confronti, non solo di dittatori sanguinari (che nessuno rimpiange) ma soprattutto di popoli che, per storia e religione, non avevano gli strumenti culturali per comprendere appieno e accettare i nostri modelli, sempre che questo fosse per loro i meglio. Quasi tutte queste operazioni sono finite male, malissimo in Afghanistan, dove l’occidente è scappato con la coda fra le gambe. Fatto quest’ultimo  che ha probabilmente contribuito all’idea di Putin di un occidente diviso e in disfacimento. Dopo questo fondamentale preambolo, bisogna dire che nei confronti della Russia è stato certamente un errore, alla fine della Guerra Fredda, non avviare la smobilitazione della Nato ed anzi allargarne i confini in una logica di incruenta conquista territoriale. Incruenta però, certamente approfittando della situazione determinata dal crollo dell’Urss e certamente in maniera spregiudicata e forse vigliacca, ma senza sparare neppure un mortaretto. Si è subdolamente usato il potere di convincimento e l’attrattività del mix malefico, fatto di consumismo, ideologia del denaro e turbo capitalismo. Un cocktail accolto con standing ovation come il mojito al Papete, non solo dai paesi dell’ex Patto di Varsavia (Russia compresa), ma che addirittura, pur in maniera “originale”  ha ammaliato perfino la Cina. Stiamo semplificando molto, ovviamente, ma di certo la Nato era una struttura nata al tempo della contrapposizione con il Patto di Varsavia che, collassato quest’ultimo, non aveva senso tenere in piedi, perchè era un assetto militare contrapposto ad un nemico evaporato. Così, anziché in questo terzo millennio provare ad utilizzare le occasioni e il benessere condivisibile per favorire un mondo  esente da conflitti armati, ecco che sono decenni che si spara e uccide in tante parti del mondo. Per non dire che a forza di cercare di esportare la democrazia, rischiamo di “esaurirla”. Oggi, che il tuono delle bombe si sente vicino, c’è chi si meraviglia di quanto avviene. Eppure non solo in politica ed in economia lasciare spazi liberi equivale ad invitare qualcuno ad occuparli, ma in geopolitica l’attrazione è persino maggiore. Putin non sta occupando solo l’Ucraina, ma anche quello spazio lasciato libero, uno spazio chiamato “nemico”. Volendo essere cinici si potrebbe persino ipotizzare che Vladimir Vladimirovič  ha fatto un piacere alla Nato, lo vedremo e  speriamo non con  la nostra pelle. Una Nato , che, da agonizzante, ha ripreso vigore e forse funzione. Sicuramente ha fatto piacere a lui, che in un delirio di onnipotenza e propaganda, riafferma, o almeno prova a farlo, il suo ruolo di potente antagonista dell’occidente, un ruolo da grande potenza… zarista, non comunista, cari nostalgici compagni.