Petizione Tagliamento: 13780 firme non possono essere derubricate a semplici capricci

“Oggi sono state consegnate nelle mani del Presidente del Consiglio della Regione FVG le 13.780 firme raccolte dal comitato per la salvaguardia del Tagliamento per chiedere che il Fiume Tagliamento non venga ulteriormente antropizzato con opere che possono impattare a tal punto da stravolgere lo stesso corso fluviale.” Così in una nota la Consigliera Regionale Serena Pellegrino, Alleanza Verdi e Sinistra. “Prevenzione, informazione e conservazione dovrebbero essere il mantra per preservare un ecosistema minacciato costantemente e che oggi rischia moltissimo con l’ipotesi della realizzazione di un’opera faraonica, di dimensioni imponenti, che se realizzata deturperà l’ambiente e non scioglierà dubbi e timori delle comunità rivierasche. Come ha avuto modo di dire il direttore centrale della Commissione Ambiente non esiste la possibilità di raggiungere un rischio zero, neppure con la realizzazione di un manufatto così impattante. Intervenire su un territorio di per sé fragile – incalza la Vice Presidente della IV Commissione – metterà in pericolo e a rischio intere comunità. Le decisioni finora prese non sono mai state discusse pubblicamente e mai coinvolgendo la popolazione interessata. Non è certamente con uno o due ponti a paratie mobili che si fermerà un’eventuale piena del fiume, ma con opere di manutenzione e pulizia costante che possano permettere alle acque il giusto decorso fino alla foce. Voglio ricordare che dalla piena del 1966, che ha provocato in prossimità del mare la morte di tre persone, nessuna altra vittima è stata fortunatamente conteggiata. Le tecniche moderne, gli allarmi sono solo alcuni strumenti che permettono e permetteranno di evitare nuove disgrazie. L’ecomostro che invece verrebbe realizzato – prosegue l’esponente di AVS – avrebbe un impatto deflagrante su tutto l’asse del fiume e in caso di malfunzionamento o cedimento le conseguenze sono difficilmente calcolabili. La natura va accompagnata, forse gestita, ma non certamente violata e proteggerla è un nostro doveroso obbligo, ma per quanto sia condivisa a parole da molti, in pochi si sentono in dovere di perseguirlo. Ultima considerazione: nonostante il Presidente del Consiglio abbia riconosciuto la competenza politica della IV Commissione permanente che si occupa di Ambiente, stravagante quanto detto pubblicamente da un’esponente della Lega che ha affermato che le opere impattanti sul Tagliamento non sono di competenza né della Commissione, né della Politica, ma solamente a favore dei tecnici. Interessante capire – conclude Pellegrino – come la collega si possa inserire in un dibattito politico-tecnico, essendosi esclusa dalla disputa politica e non essendo, di converso, un tecnico.”