Piano energetico regionale non pervenuto: Il Friuli Venezia Giulia mortifica la propria specialità nell’immobilismo della giunta Fedriga

Quando prossimamente prenderete in mano la bolletta elettrica o più “poeticamente” della “luce” e la confronterete con le precedenti strabuzzando increduli gli occhi, evitate di farvi prendere dallo sgomento e meditate ven.. pardon giustizia. Certo sarebbe ingeneroso addossare tutte le colpe alla politica locale, sono decenni che il nostro paese non possiede un piano energetico nazionale degno di questo nome, è oggi che rischia di essere triturato in dinamiche fuori controllo, si dovrebbe reagire almeno per competenza territoriale, una competenza che il Fvg in virtù della propria “autonomia speciale”  potrebbe avere se solo chi ne tiene le redini avesse avuto un minimo di lungimiranza. Ma di più, se sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Di questo si è parlato in estrema sintesi  questa mattina nel corso di una conferenza stampa del Patto per L’Autonomia nella sede udinese della Regione. E’ stato infatti presentato l’articolato testo di una mozione, fornendo nel contempo una serie di dati che ben fotografano la difficilissima situazione e denunciando nel contempo, parole di Massimo Morettuzzo: «L’immobilismo della Giunta Fedriga sulle questioni energetiche che è sotto gli occhi di tutti. Una risposta vergognosa alla drammatica crisi energetica che coinvolge il nostro sistema produttivo e le nostre famiglie. Eppure le risorse c’erano e ci sono, come abbiamo più volte evidenziato in Aula presentando numerose proposte in varie occasioni, sempre inascoltati». «In Friuli-Venezia Giulia, ha spiegato Morettuzzo, consumiamo circa 10.000 GWh elettrici (dati del 2019), che per essere coperti interamente da fonti rinnovabili necessitano di 8.400 MWp oltre a quelli già installati. Questo significa che dobbiamo produrre da rinnovabili mediamente, da qui al 2050, termine ultimo per conseguire la decarbonizzazione, almeno 300 MWp/anno, che nell’immediato dovranno arrivare principalmente da impianti fotovoltaici. Nella realtà siamo lontanissimi da questi numeri – ha spiegato Moretuzzo –, se pensiamo che nel 2020 in regione ne sono stati installati circa il 5% (15,7 MWp nel 2020 e 16,1 MWp nel 2021). Come pensa l’Assessore Scoccimarro di rispettare l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2045? Candidando il Friuli-Venezia Giulia a regione pilota del Green Deal, anticipando di 5 anni il raggiungimento della neutralità, le emissioni, secondo gli studi di Arpa FVG, devono diminuire del 4% all’anno. L’Assessore non ci prenda più in giro». In questo scenario, reso pesantissimo dalla situazione internazionale e dall’aumento della bolletta energetica ha aggiunto l’esponente del Patto, «i contributi per le imprese per installare impianti fotovoltaici sui tetti dei propri stabilimenti produttivi sono praticamente inesistenti – ha affermato Moretuzzo –. Tutte le proposte che abbiamo fatto in questo senso, fin dall’inizio della legislatura, sono state puntualmente bocciate. Nessuno in Giunta ha pensato di finanziare le imprese per mettersi almeno parzialmente al riparo dalle turbolenze del mercato dell’energia. E siamo all’oggi. La cronaca di questi giorni ci parla di aziende che mandano i dipendenti in cassa integrazione perché i costi dell’energia sono insostenibili, ci parla di un mercato impazzito. Cosa ha fatto la Giunta Fedriga in questi anni per una politica energetica degna di questo nome? Nulla! Dimostrando irresponsabilità e nessuna lungimiranza. Mentre avrebbe potuto fare molto grazie alla sua specialità, strumento fondamentale per costruire anche un futuro sostenibile. Bisogna correre subito ai ripari. Serve immediatamente un piano regionale straordinario di politica energetica e accelerare sulla riduzione del fabbisogno dalle fonti fossili, dei consumi e sul passaggio alle rinnovabili anche per il settore civile». Il Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia ha proposto, ancora una volta, la predisposizione di un pacchetto di facilitazioni alle imprese che possiedono capannoni, aree residuali, vecchie strutture, per agevolare installazioni di impianti fotovoltaici in copertura. E lo ha fatto con una mozione che, ha spiegato il consigliere regionale Giampaolo Bidoli, «impegna l’esecutivo regionale a individuare strumenti economico-finanziari, anche attraverso meccanismi semplificati di detrazione fiscale su imposte di competenza regionale come l’IRAP, nonché aiuti di tipo amministrativo; a istituire un fondo di rotazione a sostegno degli investimenti iniziali e un sistema di supporto amministrativo anche a favore degli enti locali, con particolare attenzione a quelli medio-piccoli, nella presentazione di valide proposte volte alla creazione di comunità energetiche territoriali». «Con una dotazione finanziaria iniziale di 100 milioni all’anno – che sono ben poca cosa rispetto alle risorse buttate in progetti sconsiderati come gli impianti sciistici a 1200 metri, municipi faraonici in qualche Comune privilegiato, per sanare i danni dello sventato affidamento del servizio scolastico regionale –, si potrebbe puntare a finanziare un mix di contributi in conto capitale, di fondi di rotazione energetici e di conseguente mobilitazione di investimenti privati per installare circa 100 MWp all’anno», ha concluso Moretuzzo.