Piano oncologico approvato a maggioranza. Riccardi, ok della Commissione apre strada ad “atto storico”. Bisognerà capire in favore di chi
Oggi è andata in scena in terza commissione consiliare della Regione Fvg il piano oncologico regionale. L’unica novità che ancora una volta la destra ha trovato i suoi nuovi equilibri ricomponendo posizioni che apparivano inconciliabili con distinguo rispetto a quanto proposto in giunta dall’assessore Riccardi che aveva visto l’astensione dei tre assessori di Fratelli d’Italia e lunedì scorso il al no al consiglio delle autonomie dal sindaco forzista Ziberna. Poi magicamente tutto si è ricomposto, è bastato lo stralcio dalla delibera della tabella con le indicazioni delle funzioni assegnate per struttura e per l’attivazione del Comitato di coordinamento oncologico con funzioni di valutazione e implementazione del piano oncologico. Ovviamente dalle opposizioni con alcuni distinguo di peso, sono arrivate perplessità e critiche soprattutto per l’effetto a catena che il piano oncologico provocherà sulla riorganizzazione delle rete ospedaliera e su come le aziende sanitarie tradurranno sul territorio la continuità assistenziale che il piano intende garantire immediatamente prima e immediatamente dopo le operazioni chirurgiche. Canta vittoria l’assessore Riccardi secondo cui “il via libera della III Commissione al piano oncologico segna un ulteriore passo verso l’approvazione di un atto storico, che attende una revisione dal 1998. Questo la dice lunga sulla capacità di governo e la determinazione mostrata dalla maggioranza, che ha saputo compattarsi con l’obiettivo di arrivare a una decisione importante e improcrastinabile per il territorio. Lo dobbiamo per la salute dei cittadini e per rispetto verso i professionisti della sanità, che per troppi anni hanno dovuto ingegnarsi per garantire adeguate risposte a fronte di un sistema non regolamentato”.
L’assessore regionale nel suo intervento in aula, dopo che evidentemente aveva avuto garanzie di tenuta dalla maggioranza, ha spiegato che “si traducono in pratica le necessità di una tematica che, pur essendo stata oggetto di discussione in questi anni, non aveva mai trovato una via di sviluppo. Già nel 2010 e poi nel 2017 si dibatteva sull’opportunità di definire un’organizzazione basata sul modello di ospedali hub e strutture spoke, ma senza giungere a decisioni concrete. I passi che oggi stiamo compiendo aumentano la responsabilità del lavoro che ancora ci attende, con gli obiettivi che sono stati definiti”. Dopo aver ribadito che “elaborare un piano della rete oncologica significa riorganizzare l’intera rete ospedaliera e del territorio”, Riccardi ha ringraziato il gruppo di tecnici, guidato dal dott. Gianpiero Fasola, che “si è occupato di questo difficile compito e di cui l’Amministrazione regionale continua ad avere piena fiducia”. Fin qui le posizioni dell’assessore ma dalle opposizioni sono arrivati anche no decisi.
Simona Liguori (Patto per l’Autonomia-Civica FVG) afferma in estrema sintesi che “la proposta portata dalla giunta aggrava il divario tra piccoli e grandi ospedali a discapito dei servizi agli ammalati”. “La vicenda del piano oncologico testimonia, chiosa Liguori, in maniera lampante, le carenze di questa Giunta regionale nella gestione di un tema cardine come la sanità. È singolare che si sia dovuto arrivare a modifiche tardive ma comunque non sufficienti per tentare di placare il dissenso dei chirurghi oncologici, i quali mai prima d’ora si erano espressi con tale fermezza». Così la Consigliera regionale Simona Liguori (Patto per l’Autonomia-Civica FVG) spiega il suo voto negativo al Piano della Rete Oncologica Regionale (ROR) da parte della Terza Commissione regionale, evidenziando la mancanza di una visione strategica realmente condivisa e inclusiva. «Questo non è solo un segnale di debolezza amministrativa, ma la prova di un metodo di gestione che ignora il confronto preventivo e sistematico con i portatori di interesse, elemento indispensabile per decisioni solide e condivise» ha proseguito Liguori, sottolineando il rischio di depauperamento del patrimonio professionale degli ospedali territoriali e una possibile compromissione dell’accesso alle cure per i pazienti oncologici.
La Rete Oncologica ha come obiettivo quello di ottimizzare il percorso del paziente attraverso i vari step clinico-assistenziali, garantendo efficienza e sostenibilità. Tuttavia, il Piano attuale presenta delle criticità, tra cui: mancanza di una visione strategica condivisa, come evidenziato dai chirurghi oncologi, dagli ordini dei medici e dai rappresentanti dei pazienti; rischio di perdita delle competenze maturate nei presidi ospedalieri spoke, che hanno già attivato buone pratiche di collaborazione e rete; scarso coinvolgimento delle organizzazioni dei pazienti, nonostante la loro maturità nel panorama oncologico e il ruolo formale che ricoprono in molte reti oncologiche nazionali. «È essenziale valorizzare il contributo dei professionisti che si prendono cura del malato oncologico negli ospedali hub, spoke e sui territori, includendoli nelle fasi di pianificazione e monitoraggio delle decisioni. Perché mettere in crisi o addirittura rischiare di perdere un patrimonio riconosciuto valido ed efficiente?» si è chiesta Liguori. «Il mio voto contrario – ha concluso Liguori – è un atto di responsabilità verso i cittadini e sarà alta l’attenzione sul loro diritto alla salute”
Rincara la dose Furio Honsell di Open Sinistra Fvg che parla di “occasione persa per migliorare la sanità della nostra regione”. Spiega Honsell: “Dopo settimane di discussione e confronto sul Piano della Rete Oncologica proposto dall’Assessore Riccardi, che ha evidenziato profonde spaccature all’interno della maggioranza di destra e messo in difficoltà la giunta Fedriga, si pensa davvero di risolvere tutto semplicemente stralciando una tabella? Purtroppo sì!”. Così esordisce il Consigliere regionale Furio Honsell. “Resta inspiegabile il ritardo di cinque anni nell’assegnazione del Coordinatore del Piano, come riportato nella stessa introduzione. Non può essere solo la pandemia da COVID-19 a giustificare un simile ritardo, soprattutto considerando le gravi ripercussioni che ha avuto sui tempi di attesa per i pazienti oncologici. Il Piano, oltre ai numeri e agli indicatori – peraltro contestati da diversi professionisti – appare astratto e teorico, senza fornire strumenti concreti per il raggiungimento degli obiettivi elencati. Inoltre, si focalizza quasi esclusivamente sulla parte chirurgica, trascurando le modalità con cui garantire e rendere accessibili le prestazioni per la gestione della cronicità.” “Sarebbe stato necessario un ciclo di audizioni approfondite, coinvolgendo anche le associazioni dei pazienti. Un Piano ha senso solo se contribuisce a rafforzare la fiducia tra i professionisti e tra questi ultimi e i pazienti. Il modo in cui questo Piano è stato portato in Commissione III, invece, va nella direzione opposta. Se si tratta solo di un adempimento burocratico per poter dichiarare che finalmente il Friuli Venezia Giulia ha un Piano di Rete, allora sarebbe stato molto più opportuno discuterlo in modo approfondito
attraverso un percorso condiviso.” “Inoltre, il fatto che la tabella stralciata venga comunque approvata da un comitato tecnico nominato dallo stesso Assessore Riccardi lascia intendere che l’esito non cambierà in modo sostanziale. Certamente non intralcerà gli equilibri politici in vista delle prossime elezioni amministrative a Pordenone, ma ciò non significa che i problemi siano
risolti.” “La famosa tabella in questione prevedeva una riduzione di reparti, e come abbiamo visto in diverse altre situazioni, come a San Vito, ogni chiusura comporta un effetto domino che indebolisce l’intero sistema sanitario. Quando si decide di chiudere un reparto, bisognerebbe spiegare chiaramente come si intende gestire le ricadute e garantire che le conseguenze non peggiorino ulteriormente la situazione. La mancanza di un reale confronto e di una programmazione adeguata ci preoccupa profondamente.” “Per questi motivi, dopo la discussione in Commissione Sanità, Open Sinistra FVG ha votato contro questo Piano Oncologico Regionale, ritenendolo inadeguato a garantire risposte concrete alle necessità dei pazienti e a costruire un sistema sanitario solido e accessibile per tutti.” Così ha concluso Furio Honsell, Consigliere regionale di Open Sinistra FVG.
Dal canto suo il Pd, che in consiglio regionale Fvg è il maggior gruppo d’opposizione riserva le sue valutazioni indicendo una conferenza stampa per domani mattina (giovedì 30 gennaio) alle 11.30, nella sede del Consiglio regionale. Nel corso dell’incontro con la stampa verrà illustrata la posizione del gruppo che va detto non è state compatta, Roberto Cosolini e Francesco Martines (Pd) hanno votato con la maggioranza. Domani è stata a annunciata la presenza del capogruppo Diego Moretti e dei consiglieri, commissari della 3ª commissione Salute, Manuela Celotti, Nicola Conficoni, Roberto Cosolini, Laura Fasiolo e Francesco Martines.