Pittoni (Lega), nel decreto scuola troppe dementicanze
Ventisette cartelle di relazione e una decina di emendamenti già pronti. È il materiale che il senatore Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a palazzo Madama, ha portato a Perugia insieme all’organizzatrice dell’incontro Ilaria Fiaoni, docente precaria di Foligno, per illustrare il pensiero della Lega sul decreto Scuola (provvedimento che interessa migliaia di precari anche del Friuli Venezia Giulia), approvato in Consiglio dei ministri, ma non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Si va dalla denuncia dell’assenza nel documento di un percorso specifico per il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento dedicato a docenti in possesso di adeguata esperienza professionale, alla richiesta di accantonamento dei posti liberati da Quota 100 ma non assegnati, di slittamento – visti i ritardi – delle percentuali previste per il transitorio della secondaria, di rimodulazione del vincolo di permanenza, di recupero dei direttori S.G.A. facenti funzione (senza la cui esperienza la struttura amministrativa della scuola rischia il collasso), di stabilizzazione definitiva per insegnanti di religione (In alcuni casi l’attendono da decenni) che già costano allo Stato come docenti di ruolo senza esserlo, di un concorso straordinario bis per insegnanti di primaria e infanzia, rimasti fuori dal precedente in conseguenza di paletti eccessivi proprio per le categorie alle quali era rivolto. Per non parlare di alcuni provvedimenti per l’università, approvati a suo tempo nelle commissioni, ma poi accantonati in attesa del via libera a uno specifico intervento legislativo. «In particolare – spiega Pittoni – ci preoccupa che il DL Scuola non contempli per i docenti alcun percorso abilitante, né ordinario né speciale (l’accordo siglato con i sindacati prevede un generico impegno alla presentazione di un disegno di legge “a seguito di un confronto approfondito con le organizzazioni sindacali”). La questione è cioè rinviata. Secondo il suddetto decreto, quindi, l’abilitazione si consegue partecipando al concorso straordinario aperto solo agli statali. Ma a parte i dubbi su tale assunto, non riscontrandosi nell’iter alcun elemento formativo affidato (come prevede la legge) al sistema della formazione superiore universitaria, è evidente l’illegittimità costituzionale della norma, dal momento che a chi è in servizio nelle scuole paritarie – conclude Pittoni – viene praticamente impedito di abilitarsi».