Possibile: Due mamme, Udine e Padova, soddisfazione la notizia della sentenza del Tribunale
Abbiamo accolto con soddisfazione la notizia della sentenza del Tribunale di Padova che respinge, giudicandoli inammissibili, i ricorsi con cui la Procura chiedeva la cancellazione della seconda madre dagli atti di nascita di oltre 30 bambini. Da inizio anno questa è la quarta pronuncia in tal senso, la Corte d’Appello di Roma ha infatti smentito il Ministero dell’Interno reintroducendo la dicitura “genitori” nei documenti dei minori, l’Inps è stato condannato dal Tribunale di Bergamo per non aver predisposto l’accesso alla domanda di congedo parentale per le coppie omogenitoriali e la Corte d’Appello di Brescia ha accolto la richiesta di registrazione dei figli di due mamme ribadendo che “il diritto vivente è anche intervenire per colmare lacune frutto dell’inerzia del legislatore”.
L’immobilismo del legislatore nonostante il monito della Corte Costituzionale si ripercuote su centinaia di famiglie e di bambini. Lungo, oneroso e impegnativo è infatti l’iter a cui le famiglie arcobaleno devono attualmente ricorrere per vedersi riconosciuto ciò che spetterebbe loro di diritto: la presenza riconosciuta dalla legge di entrambe le figure genitoriali nella vita di figli e figlie.
Riteniamo necessaria una legge che tuteli la genitorialità in tutte le sue forme e che eviti difformità in ambito amministrativo, costringendo i sindaci a colmare queste lacune.
Confermiamo convintamente il nostro pieno sostegno al Sindaco De Toni per aver accolto la richiesta di riconoscimento di un bimbo nato in Italia da parte della cosiddetta madre “intenzionale”.
La politica non solo è scollata dall’evoluzione sociale e dalla giurisprudenza nazionale, ma anche dall’Europa Occidentale che ha recentemente visto persino la Grecia approvare il matrimonio egualitario e le adozioni per le coppie omogenitoriali.
Per questo 8 marzo, come per tutti i giorni dell’anno, concentriamo le nostre forze per la tutela e la promozione delle pari opportunità di tutte le persone e chiediamo che il vuoto normativo sia colmato affinché l’amore non abbia più barriere giuridiche incomprensibili in un paese civile.
Possibile Udine, Comitato “Rosa Cantoni”