Premiazione dell’Economia 2022 al Giovanni da Udine: riflessione tra criticità, responsabilità e fiducia

Un presente di inedita complessità, a livello internazionale e nazionale, tra pandemia e guerra causa di crisi energetica, inflazione e rischio recessione. E la costruzione di un futuro che, grazie all’impegno e alla responsabilità delle persone, e grazie alla tecnologia, ci offrirà nei prossimi anni capacità di innovazione superiori ai passati 100. Su queste due direttrici, e soprattutto su una forte azione comune sulla capacità decisionale e d’intervento dell’Europa, si è riflettuto questa sera (lunedì 10 ottobre) al Teatro Giovanni da Udine alla Premiazione dell’Economia e dello sviluppo. All’evento clou della Camera di Commercio Pordenone-Udine sono stati premiati ben 80 tra imprenditori, lavoratori e personalità che con il loro impegno quotidiano rendono grande il Friuli, anche al di fuori dei confini regionali. Tra i premi, tre sono state le Targhe dell’eccellenza (per l’economia a Giovanni Fantoni e Giuseppe Bono e alla memoria del direttore del Messaggero Veneto, recentemente e prematuramente scomparso Omar Monestier) e 10 i Riconoscimenti speciali.  Ospite d’onore della manifestazione è stato il presidente di Confcommercio nazionale Carlo Sangalli, mentre le conclusioni sono spettate come da tradizione al presidente della Regione Fvg Massimiliano Fedriga.

Presidente della Camera di Commercio Ud/Pn Giovanni Da Pozzo

Il presidente della Camera di Commercio Giovanni Da Pozzo ha aperto il suo intervento esprimendo solidarietà al popolo ucraino. «Fare un intervento in questo periodo, con gli eventi di una guerra ogni giorno più preoccupanti, è davvero difficile. Ma ci proverò – ha detto – perché è nel nostro dna non mollare e provare a risolvere i problemi». Da Pozzo ha evidenziato le criticità emerse o consolidatesi nel 2022: la guerra e le sue conseguenze, i costi e la disponibilità delle materie prime, l’inflazione, i costi delle bollette energetiche, «senza dimenticare il Covid che, pur affievolito nella sua pericolosità, è entrato nella nostra quotidianità e dobbiamo sempre prestare attenzione». Il presidente camerale ha sottolineato però come il 2022 abbia anche segnato una ripresa economia e ha citato alcuni numeri emblematici. La crescita del Pil, secondo le stime Prometeia, del +2,7% per il Fvg per il 2022 e del +1,7% per il 2023, gli occupati nel primo semestre 2022 (rispetto allo stesso periodo del 2021 +5,2% e al 2019 +4,3%), con un tasso di occupazione del 70,4% (valore superato solo dal Trentino Alto Adige con 72,1%). L’export, poi, che nel 2021 ha segnato in Fvg +26,8% sul 2020 (l’incremento più alto di tutto il Nordest) e +16,7% rispetto al 2019. Quello provvisorio del primo semestre 2022 al +30,8% rispetto al 30 giugno.

Che fare ora, dunque? «La priorità – ha detto Da Pozzo – è ovviamente fronteggiare l’emergenza. Ognuno deve fare la sua parte. A partire dall’Europa, che deve dimostrare più coesione nei suoi provvedimenti e nelle soluzioni: siamo tutti europeisti, ma è vero che l’Europa è stata spesso balbettante, come anche sulla situazione energetica. L’augurio è che il Governo e l’opposizione trovino la via del dialogo per mettere davanti a tutto l’interesse e il bene del Paese e dei cittadini. Ci auguriamo che il nuovo Governo prenda decisioni che nel breve possano tradursi in aiuti concreti cittadini, famiglie e imprese per superare questa fase “di aggiustamento” ed evitare che sia troppo dolorosa». E poi i territori: «come Camera di Commercio, come categorie – ha aggiunto il presidente –, abbiamo operato con una forte sinergia con il governo regionale. Sottolineo e ringrazio la Regione Friuli Venezia Giulia che, tanto nell’emergenza Covid quanto in questa nuova situazione complessa ha sempre dialogato con le rappresentanze della società e dell’economia, mettendo in campo una serie di misure rapide e intelligenti e che potranno essere d’aiuto per tutti, in una doppia direttrice, di aiuto a chi era in difficoltà e di supporto a chi puntava allo sviluppo. È importante ora anche agire attraverso il sistema creditizio (Friulia, Confidi…) e inoltre favorire le comunità energetiche, nonché sostenendo gli investimenti delle imprese per aumentare l’autonomia energetica e contenere i costi». Da Pozzo ha perciò invitato a ragionare anche ad ampio raggio e a più lungo termine su nuovi modelli di sviluppo e nuovi modi di pensare e guardare al futuro, «perché – ha detto – siamo in un’epoca straordinaria per capacità e velocità di sviluppo tecnologico. Si produrrà più cambiamento nei prossimi 10 anni che nei precedenti 100 e il cambiamento sarà la nuova normalità. Un cambiamento esponenziale: dobbiamo perciò darci la sveglia. La frase “Si è sempre fatto così”, già retriva di suo, non è mai stata così sbagliata come oggi. Un futuro positivo ci sarà se sapremo cambiare – e velocemente – le logiche del nostro sviluppo. Sappiamo che è un momento particolarmente difficile per fare tutto questo – ha concluso Da Pozzo –. Ma non dobbiamo dimenticare che, nonostante tutto, siamo anche in un momento propulsivo e sfidante, condizioni ideali per tirare fuori il meglio. Perciò sono convinto che ce la faremo anche questa volta. E i nostri imprenditori saranno protagonisti di questo cambiamento: è nel loro dna la capacità di essere resilienti, di adattarsi e trovare le soluzioni per uscirne più forti. Con questa fiducia abbracciamo i nostri tantissimi premiati, che hanno il futuro nello sguardo e nel loro agire quotidiano».

Presidente di Confcommercio nazionale Carlo Sangalli

E un grande sprone alla fiducia e alla responsabilità è arrivato dal presidente Sangalli. «Qui stasera si premiano imprese e collaboratori, con l’idea che il lavoro unisce quando crea sviluppo e si fonda sulla crescita delle persone: siete la luce della speranza in un tempo di disillusione», ha detto ai premiati e al pubblico. «Ci troviamo – ha aggiunto – in uno dei momenti più bui. Ma le macerie dietro di noi devono essere anche opportunità per migliorare, innovare, rafforzarci. Bisogna assumersi responsabilità, sforzarsi di capire cosa di può fare per affrontare le cose. Assumere il rischio di partecipare», con ciò stigmatizzando anche il crescente astensionismo alle elezioni. «È sconcertante – ha evidenziato Sangalli –: è come se in questi anni una parte del Paese si fosse chiusa alla partecipazione, fosse entrata in un lockdown civico, con l’idea che non si possa più fare la differenza di fronte i fenomeni globali. Questo atteggiamento individuale ha ricaduta forte anche sulle aggregazioni sociali come le associazioni di rappresentanza». Per Sangalli, l’impegno dei corpi intermedi è «ancorare la rappresentanza agli interessi reali, agli interessi delle famiglie e delle persone». Tre, per Sangalli, le priorità che il Governo dovrà affrontare: «fronteggiare l’emergenza energetica, contenere l’inflazione e contrastare il pericolo recessione. Servono interventi strutturali, la revisione dei meccanismi di formazione del prezzo elettricità e un tetto al prezzo gas». Secondo Sangalli, da questa situazione complessa «dobbiamo uscire insieme, senza lasciare indietro nessuno». E Sangalli ha citato a esempio il racconto di Carlo Sgorlon “Il quarto re mago”. «Come ci insegna questo racconto – ha concluso – non saremo mai in ritardo sugli obiettivi, quando ci saremo messi a disposizione degli altri, quando avremo e non ci saremo arresi. Una sintesi della Premiazione di oggi che, valorizzando le individualità, esprime una visione e un impegno collettivo. Con la voglia di farcela, la consapevolezza di essere e il coraggio di cambiare».

Presidente della Regione Fvg  Massimiliano Fedriga

Anche il presidente della Regione Fedriga ha incentrato il suo intervento sulla capacità di uscire dalle difficoltà del Fvg. «La nostra regione – ha rimarcato – è vista come quella che prima di tutte è riuscita a recuperare post crisi pandemica: siamo la regione che ha diminuito il gap tra occupazione maschile e femminile, quella che è cresciuta di più in termini di export pro capite. Questo – ha detto Fedriga – è il frutto di una comunità che si è messa insieme, che si è rimboccare le maniche, che ha saputo investire nel momento di difficoltà per ripartire prima possibile. Questa comunità rimane, indipendentemente dal presidente della Regione, ed è la forza di questo territorio, che mi auguro possa sempre più dimostrare quello che vale a livello nazionale e internazionale». Fedriga ha evidenziato la capacità della regione Fvg di attrarre gli investimenti, soprattutto con i nuovi assetti geopolitici e geoeconomici che si vanno evidenziando, ma ha invitato a riflettere sulla situazione internazionale. La crisi inflattiva, ha ricordato, è partita prima della guerra, anche se sicuramente la guerra ha esasperato la tensione. E sui costi energetici e il prezzo del gas, il governatore si è augurato «che l’Europa cambi immediatamente le regole». Per Fedriga è necessario pretendere dalla politica europea interventi forti e soprattutto veloci e si è appellato affinché in Europa torni quello spirito collaborativo che si era creato per trovare soluzioni alla pandemia.

Consigliere regionale del Pd Franco Iacop

Un commento a margine alla Cerimonia di premiazione dell’Economia e dello Sviluppo del Territorio è stato espresso anche dal  consigliere regionale del Pd Franco Iacop: “Un momento in cui il ceto produttivo friulano si è riconosciuto nelle sue eccellenze sperimentate e nelle sue proiezioni verso il futuro. Nelle premiazioni sono emersi i valori fondanti dell’economia e del progresso sociale: la centralità del lavoro e dei lavoratori nel rapporto con la propria impresa assieme alla formazione come fattore fondamentale per costruire condizioni di sviluppo. Contaminazione lavoro-impresa e contaminazione scuola-impresa riassumono un processo di modernizzazione industriale di cui abbiamo estremo bisogno”. “Formazione continua e passaggi generazionali – ha osservato il consigliere dem – sono fattori rilevanti della capacità di resilienza del sistema economico di fronte alla crescente variabilità dello scenario mondiale e alle esigenze della transizione. Un valore complessivo nel quale l’economia non può prescindere dal capitale umano, andando oltre – ha concluso – la finanza e la globalizzazione”.